NON BASTAVANO LE QUOTE LATTE, CE LEVANO ER VINO! - L’UNIONE EUROPEA CI IMPONE ANCHE LE QUOTE VINO. I VITICOLTORI POSSONO METTERE A DIMORA NUOVE PIANTE PER UNA SUPERFICIE TOTALE CHE NON SUPERI L’1% DELL’ESISTENTE - IN ITALIA LA VENDITA ON-LINE NON DECOLLA

1.ARRIVANO LE QUOTE VINO LA UE METTE IL TAPPO ALLE BOTTIGLIE ITALIANE

Attilio Barbieri per “Libero Quotidiano

 

botticella del vino per gli ospitibotticella del vino per gli ospiti

L' Unione europea ha da poco mandato in soffitta le quote latte ed ecco che ci troviamo alle prese con una nuova fregatura made in Ue: le quote vino. In pratica i produttori del nettare di Bacco non possono creare nuovi vigneti perché per mettere a dimora le barbatelle in un terreno vergine, precedentemente destinato ad altre colture, occorre munirsi dell' autorizzazione all' impianto. In questo caso le quote sono addirittura preventive rispetto alla produzione e regolano la superficie dei terreni vitati.

 

Se da un certo punto di vista il contingentamento ha senso per evitare che la produzione dei vini di successo registri un boom, inflazionandone il prezzo, dall' altro il meccanismo per l' assegnazione delle nuove autorizzazioni ha dimostrato di non funzionare.

 

VINO LIBEROVINO LIBERO

Il regolamento europeo che disciplina l' intera materia prevede che ogni anno i Paesi membri possano concedere ai viticoltori di mettere a dimora nuove piantine per una superficie totale che non ecceda l' 1% dell' esistente. Visto che il vigneto Italia si estende per 640mila ettari la nuova superficie disponibile si limita a 6.400 ettari. Anzi, in realtà un po' meno: 6.376.

 

In realtà le effettive necessità dei coltivatori di piantare nuovi vigneti sono molto inferiori a quelle che emergono dal censimento delle richieste. A gonfiarle ha contribuito il meccanismo adottato dal ministero delle Politiche Agricole con il decreto emanato il 15 dicembre dello scorso anno. Meccanismo che si può riassumere così: più chiedi e più ti verrà concesso.

 

VINO LIBERO VINO LIBERO

Le assegnazioni avvengono infatti pro rata. Così può succedere che un agricoltore che abbia chiesto l' autorizzazione all' impianto per un ettaro riceva il via libera soltanto per 800 metri quadri, poco più di una pertica e a quel punto decida di non piantare nulla. Alla fine vincono i furbi, quanti hanno sparato alto sapendo che avrebbero ottenuto il disco verde soltanto per una parte delle richieste.

 

Il meccanismo diabolico ha funzionato soprattutto nelle regioni che ospitano i vitigni e i vini più richiesti. La Toscana, ma soprattutto il Veneto e il Friuli Venezia Giulia dove si produce il Prosecco e dove sta per nascere una nuova Doc, il Pinot Grigio delle Venezie per il quale si prevede un mercato letteralmente gigantesco.

 

«L' assegnazione pro rata dimostra di non funzionare perché alimenta le speculazioni», conferma a Libero Domenico Bosco, responsabile vino di Coldiretti, «ma per noi non è una novità: lo scorso autunno, quando era in discussione il decreto approvato a dicembre, avevamo fatto presente al ministro che presentava dei rischi».

 

vinovino

Scartati i bandi che avrebbero messo in gioco una burocrazia pletorica e costosa, sarebbe stato sufficiente introdurre in partenza un tetto per le richieste. «In realtà noi avevamo fatto tre richieste», puntualizza Bosco, «un plafond per le domande, uno per le assegnazioni e l' esenzione per le piccole superfici, destinate spesso al completamento di vigneti già esistenti che non ha senso inserire nel riparto nazionale. Richieste che riporteremo al tavolo del ministero».

 

E speriamo che questa volta Martina stia a sentire. Ad alimentare le speculazioni sono state anche aziende di altri settori, ad esempio delle energie rinnovabili e dei biocombustibili, pronte però ad entrare in un business, quello del vino, che si sta rivelando il vero petrolio d' Italia. Il 2015 si è chiuso con un export a quota 5,4 miliardi di euro, in crescita dell' 80% rispetto a dieci anni fa.

 

2.PERO’ LA VENDITA ONLINE DELLE BOTTIGLIE E’ FERMA ALLO 0,2%

Da “Libero Quotidiano

 

DOMENICO BOSCO COLDIRETTIDOMENICO BOSCO COLDIRETTI

Il vino? Agli italiani non piace comprarlo online. Così se al web ci si rivolge per acquisti per lo più tecnologici, per rossi e bianchi si preferisce l' enoteca, i negozi con reparti specializzati o il classico supermercato. Tanto che le vendite di vino si fermano allo 0,2%.

A rivelarlo è l' imprenditrice enoica Alessandra Bodda di Tenuta La Pergola. «La percentuale è dieci volte inferiore della media mondiale dell' dell' 1,8%, e certamente meno di quanto si registra in altri paesi europei come la Germania al 2,3%, Francia al 5,8% o il Regno Unito al 6,8%», spiega.

 

«In realtà la ricerca include anche un incredibile 27% di vendite online in Cina sul totale», aggiunge. Ad incidere anche i prezzi online «che sono tra 12 euro e 20 euro per bottiglia». «Sono molto elevati», spiega l' esperta, «considerando la media del prezzo di vendita della grande distribuzione italiana, dove abbiamo visto i prezzi medi non superano nel migliore dei casi i 10 euro al litro».

 

Ultimi Dagoreport

papa francesco bergoglio balcone policlinico gemelli

DAGOREPORT – QUESTA VOLTA PAPA FRANCESCO HA RISCHIATO DAVVERO DI MORIRE, ED È STATO RIPRESO PER LO ZUCCHETTO: TENERLO IN VITA  HA RICHIESTO UNA ASSISTENZA STRAORDINARIA DA PARTE DELL’OTTIMO STAFF MEDICO DEL POLICLINICO GEMELLI – BERGOGLIO RICEVERÀ LE STESSE PREMURE A SANTA MARTA? UN PRIMO PESSIMO SEGNALE SI È AVUTO NELLA MODALITÀ CON CUI IL PAPA È STATO “OFFERTO” AGLI OCCHI DEI FEDELI DAL BALCONE DELL’OSPEDALE: LO STAFF VATICANO, PER NON FARLO SEMBRARE MALCONCIO, GLI HA TOLTO I NASELLI DELL’OSSIGENO, TANTO CHE BERGOGLIO NON È RIUSCITO A CONCLUDERE LA BENEDIZIONE PER L’AFFANNO…

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - SOPRAVVIVERÀ IL GOVERNO DI GIORGIA MELONI AL VOTO, PREVISTO PER OTTOBRE, DI CINQUE REGIONI (OLTRE 17 MILIONI DI CITTADINI ALLE URNE)? - TRANNE LA TOSCANA SEMPRE ROSSA, CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA E VENETO SONO TUTTE CONTENDIBILI DAI DUE SCHIERAMENTI - IN PUGLIA LA VITTORIA DEL PD SAREBBE CERTA SOLO CON ANTONIO DECARO – IN VENETO, IL MELONIANO DE CARO SE LA PRENDE IN QUEL POSTO SE ZAIA PRESENTA UN SUO UOMO NELLE LISTE DELLA LIGA VENETA - DA ‘’VIA COL VENETO’’ A “PER CHI SUONA LA CAMPANIA”. DOVE SI È GIÀ IN PIENA SCENEGGIATA NAPOLETANA, STARRING MARTUSCIELLO, PIANTEDOSI, CIRIELLI, DE LUCA – MARCHE? QUASI PERSE - GIORGIA, QUI SI RISCHIA LA SCOPPOLA! CHE FARE? NEL DUBBIO, COME INSEGNA L’ANTICO CODICE DEMOCRISTIANO, MEGLIO RIMANDARE IL VOTO REGIONALE NEL 2026…

meloni salvini tajani palazzo chigi

DAGOREPORT - LA SITUAZIONE DEL GOVERNO MELONI È GRAVE. PROBABILMENTE NON SERIA, MA DISPERATA SÌ - SE L’ESCALATION DEL SALVINISMO TRUMPUTINIANO FA IMBUFALIRE TAJANI (“POPULISTI QUAQUARAQUÀ”), FA PRUDERE MANI E GOMITI A UNA DUCETTA MALCONCIA, FINITA NEL CONO D’OMBRA DI TRUMP-MUSK, CHE ASPETTA SOLO LA CONFERMA DI SALVINI A CAPO DELLA LEGA, IL 6 APRILE, POI “LA PAZIENZA FINISCE” - IL GIORNO PIÙ DOLOROSO DELLA MELONA ARRIVERÀ INFATTI QUATTRO GIORNI PRIMA: IL 2 APRILE, QUANDO TRUMP ANNUNCERÀ I FAMIGERATI DAZI USA E MELONI DOVRÀ DECIDERE SE STARE CON WASHINGTON O CON  BRUXELLES - IN ATTESA DEL GIORNO DEL GIUDIZIO, SI FANNO SEMPRE PIÙ FITTE E FORTI VOCI E MUGUGNI DI UNA DE-SALVINIZZAZIONE DEL GOVERNO CHE PREFIGURANO UNA PROSSIMA CRISI E IL VOTO ANTICIPATO NEI PRIMI MESI DEL 2026 - L’APERTURA DELLE URNE DIPENDERÀ PERÒ DA ALTRI DUE FATTORI: I DATI DEI SONDAGGI E IL VOTO INCERTISSIMO, PREVISTO PER IL PROSSIMO OTTOBRE, IN CINQUE REGIONI…

proteste benjamin netanyahu ronen bar gali baharav-miara

DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI” PRIMA HA PROVATO A CACCIARE IL CAPO DELLO SHIN BET, RONEN BAR, CHE INDAGAVA SU DI LUI, POI HA VOTATO LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO LA PROCURATRICE GENERALE, GALI BAHARAV-MIARA, ANCHE LEI "COLPEVOLE" DI AVER MESSO SOTTO LA LENTE I SOLDI DEL QATAR FINITI AD HAMAS MA ANCHE AI COLLABORATORI DEL PREMIER – LE “OMBRE” SULLA STRAGE DEL 7 OTTOBRE: CHE RESPONSABILITÀ HA IL GOVERNO? NETANYAHU ERA STATO O NO INFORMATO DAI SERVIZI DI  BAR DEL PIANO DEI TERRORISTI PALESTINESI? PERCHÉ NON SONO STATE PRESE LE DOVUTE CONTROMISURE?

ursula von der leyen xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LE MATTANE DI TRUMP SVEGLIANO L'EUROPA: DOPO IL VIAGGIO IN INDIA, URSULA VOLA A PECHINO A FINE APRILE - SE TRUMP CI SFANCULA, LA GRANDE FINANZA AMERICANA RISPONDE INVESTENDO NEL VECCHIO CONTINENTE (IN ACCORDO CON IL MONDO FINANZIARIO BRITISH) - DOPO AVER SENTITO PARLARE WITKOFF ("PUTIN NON È UN CATTIVO RAGAZZO") , I DIPLOMATICI EUROPEI HANNO AVUTO UN COCCOLONE: CON QUESTI STATES, PUTIN POTREBBE OTTENERE TUTTO QUELLO CHE VUOLE. E INFATTI SOGNA ADDIRITTURA ODESSA - L'UNICA NOTIZIA CHE HA IMPENSIERITO "MAD VLAD" NELLE ULTIME ORE È STATA LA POSSIBILE PARTECIPAZIONE CINESE, POI SMENTITA, ALLE OPERAZIONI DI PEACEKEEPING DEI "VOLENTEROSI" A KIEV...