silvio berlusconi meme spinoza

“NON CREDO NEI TECNICI PURI” – SILVIO BERLUSCONI MANDA UN PIZZINO ALLA MELONI IN VISTA DELLA FORMAZIONE DEL GOVERNO: “VOGLIAMO ESSERE TRATTATI AL PARI DELLA LEGA. LORO HANNO PIÙ PARLAMENTARI DI NOI, NONOSTANTE ABBIAMO PRESO GLI STESSI VOTI, PERCHÉ È STATO COMMESSO UN ERRORE CHE NON DEVE PIÙ RIPETERSI. I VOTI PERSI? NON SONO ANDATI A CALENDA, RENZI O AI CINQUE STELLE. DRAGHI? UN PATRIMONIO A CUI NON RINUNCIARE. AVREBBE TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER…”

Francesco Olivo per "La Stampa"

SILVIO BERLUSCONI

 

Silvio Berlusconi ha ripreso in mano la partita: giovedì ha parlato con Giorgia Meloni e ieri ha incontrato Matteo Salvini e oggi potrebbe svolgersi un vertice a tre. Per la prima volta il Cavaliere sarà un socio di minoranza di un governo e manda dei messaggi, specie sulla presenza dei tecnici e sulla suddivisione dei collegi uninominali che ha penalizzato Forza Italia: «C'è stato un errore da non ripetere».

 

Presidente, cosa vi siete detti con Meloni giovedì scorso e ieri con Salvini?

«Non ho mai svelato per antica regola i miei colloqui privati con le signore e non farò eccezione solo perché questa signora sarà il prossimo Presidente del Consiglio dei ministri. Questo vale anche per le mie conversazioni con Salvini».

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

 

Come giudica i suoi primi passi?

«Non mi permetto di dare giudizi, ma mi è sembrata prudente ed equilibrata».

 

Forza Italia ha ottenuto l'8,3%, molto meno del 2018, ma meglio di quello che i sondaggi prevedevano. Bicchiere mezzo pieno?

«Devo correggerla, Forza Italia rispetto al 2019 - le elezioni europee, che sono l'ultimo dato politico omogeneo a livello nazionale - ha mantenuto gli stessi voti. Anzi, posso osservare che fra i grandi partiti che hanno sostenuto il governo Draghi il nostro è il solo che non ha perso consensi.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

Questo dipende dal fatto che il nostro appoggio al governo Draghi non è stato percepito come una forzatura dai nostri elettori, ma come un atto di responsabilità e di amore verso il Paese, quella responsabilità e quell'amore che gli italiani sanno di potersi aspettare da noi».

 

Lei come si spiega quei voti persi?

«La perdita di voti nel 2019 - insisto, non oggi - era dovuta alla delusione di molti elettori per il fatto che avessimo dovuto rinunciare a dare vita ad un governo di centrodestra nella scorsa legislatura. Speravano, rafforzando Salvini, di accentuare il profilo di centrodestra del governo gialloverde. Posso dirle però qualcosa di più attuale: lo studio dei flussi elettorali dimostra che né oggi il grande successo elettorale della Meloni, né la modesta crescita di Renzi e Calenda, né ovviamente il poderoso recupero dei Cinque Stelle hanno rubato voti a Forza Italia».

SALVINI BERLUSCONI MELONI

 

Voi chiedete pari trattamento con la Lega, che però ha molti parlamentari in più, quale criterio va applicato?

«La Lega ha molti più parlamentari di noi perché in sede di trattativa sui collegi non si è adottato il criterio che io avevo proposto. Vi erano tre partiti, ognuno dei quali indispensabile politicamente e numericamente per vincere nei collegi uninominali. Quindi mi sembrava un criterio equo che questi collegi venissero divisi in parti uguali fra i tre partiti, ovviamente sempre privilegiando candidature di qualità, e che con il voto per la parte proporzionale fossero gli elettori a decidere nella cabina elettorale, non a tavolino, i veri rapporti di forza fra i partiti.

MURALE SALVINI MELONI BERLUSCONI CENTRO DI ROMA

 

Questo principio non è stato accettato dai nostri alleati e i miei collaboratori che hanno chiuso la trattativa hanno ritenuto, giustamente, di far prevalere l'unità della coalizione a una questione di posti. Questo però spiega il paradosso per il quale la Lega ha più parlamentari di noi, pur avendo gli stessi voti. Ovviamente questo errore non si deve ripetere per quanto riguarda la formazione del governo. Dove deve naturalmente prevalere la qualità, prima ancora della rappresentatività».

 

Vanno scelte molte figure tecniche o il governo deve avere un profilo politico?

«Non è una questione di numeri, ma di significato. Io non credo nei tecnici puri: se esistessero la politica diventerebbe inutile. Io ho sempre voluto coinvolgere nei miei governi persone chiaramente schierate con noi, che condividessero il nostro progetto politico, e che avessero un curriculum professionale, accademico o imprenditoriale di prim' ordine. Come dico spesso, persone che avessero dimostrato nella vita e non solo in politica di saper realizzare gli obbiettivi prefissati. Ora vorrei di nuovo qualcosa di simile: non l'adesione a titolo personale di qualche nome famoso, ma l'impegno di mondi importanti».

SALVINI MELONI BERLUSCONI 66

 

A quali mondi si riferisce?

«A quello dell'impresa, del lavoro, delle professioni, della cultura, dell'università, della scienza, in uno sforzo di vera unità nazionale, come condizione d'animo del Paese. Lo sto chiedendo da due anni, lo chiedo a maggior ragione ora che nasce il futuro governo. Del resto le emergenze da fronteggiare, prima fra tutte quella dell'energia, e le grandi riforme che dobbiamo mettere in cantiere, a cominciare da quella fiscale, richiedono davvero il concorso di tutti».

BERLUSCONI SALVINI MELONI - MEME

 

Farà il senatore semplice?

«Farò quello che il Paese e prima di tutto il centrodestra mi chiederà di fare. Ovviamente se lei pensa alla storia della mia vita può ben comprendere che il ruolo che io svolgo va in ogni caso al di là di qualsiasi incarico formale, specialmente nello scenario internazionale».

 

Che atteggiamento deve avere nei riguardi della Russia il nuovo governo?

«Esattamente quello del governo precedente. Su questo non ci possono essere dubbi. Aggiungo che quando le circostanze lo consentiranno sarò il primo a insistere per una soluzione diplomatica, perché considero la guerra intollerabile, la follia delle follie. Tuttavia, una soluzione diplomatica implica l'assoluta unità dell'Occidente e non può contemplare in nessun caso il sacrificio della libertà e dei diritti del popolo ucraino».

DRAGHI ALL'ONU

 

Che ruolo vede per Mario Draghi?

«Sarà lui a decidere. Ma certo è un patrimonio del Paese al quale non possiamo rinunciare. Ovviamente avrebbe tutte le carte in regola per occupare un ruolo apicale nelle istituzioni internazionali».

SILVIO BERLUSCONI AL SEGGIO ELETTORALE SILVIO BERLUSCONI AL SEGGIO ELETTORALE altan vignetta berlusconiMARTA FASCINA E SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO