MA NON ERA QUELLO DEI ''5 ANNI AL GOVERNO?'' - SALVINI: ''LA PALUDE NON FA PER NOI. E SE CRESCIAMO DELLO ZERO VIRGOLA È INUTILE TIRARLA PER LE LUNGHE - RICORDO CHE I MINIBOT SONO NEL CONTRATTO DI GOVERNO E SONO STATI VOTATI ALL' UNANIMITÀ IN COMMISSIONE BILANCIO. SE QUALCUNO HA UNO STRUMENTO MIGLIORE SI FACCIA AVANTI - È COMINCIATA UNA STRANA OPERAZIONE. CHI FINO A QUALCHE SETTIMANA FA PENSAVA FOSSI UN CRETINO, ADESSO MI DICE SOTTOVOCE CHE SONO UNO STATISTA''
Giorgio Gandola per “la Verità”
matteo salvini e francesca verdini a spasso per roma 12
Ministro Matteo Salvini, per lei il lunedì è diventato il giorno migliore della settimana.
«Non mi è mai stato antipatico. Ricordo quando facevo il disc jockey alla radio e mettevo il brano di Vasco Rossi con Odio i lunedì. Non mi riguarda, per carattere mi piace ricominciare, ripartire. Questo lunedì è stato eccezionale dal punto di vista politico, anche se mi è spiaciuto che finisse la domenica perché sono tornato dal mare con i miei bambini».
Ferrara, Forlì, Piombino, Cortona. Sono crollati altri santuari di sinistra nelle regioni rosse. Come mai questa rivoluzione continua?
«Aggiungerei anche Rozzano, vicino a Milano, dove da una vita andavo e perdevo.
Succede perché i cittadini hanno bisogno di concretezza, di fatti. Succede perché non c' è niente di perenne e perché stiamo tornando alla politica delle risposte. Ferrara era la roccaforte di Dario Franceschini, Cortona di Rosy Bindi. Il tempo delle chiacchiere è finito. Ma il segnale deve valere anche per noi».
In che senso?
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
«Mai montarsi la testa, è fondamentale rimanere umili. È quello che sto ripetendo da stamattina a chi mi fa i complimenti, per non finire come Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e compagnia. Oggi i cittadini ti giudicano dai fatti. Mi piace una frase di Maurizio Sarri: "Imparo più dalle sconfitte che dalle vittorie"».
Fuori dai seggi però ci sono le grane. C' è il pericolo che il governo si rompa sui minibot?
«Ricordo che i minibot sono nel contratto di governo e sono stati votati all' unanimità in commissione Bilancio. Ma per me non è importante parlare del mezzo, come piace ai professoroni e ai giornaloni; a me interessa parlare del fine e risolvere il problema. Vale a dire pagare i debiti alle imprese e alle famiglie, che aspettano da mesi, se non da anni, ciò che spetta loro dalla pubblica amministrazione. Se c' è qualcuno che ha uno strumento migliore si faccia avanti».
Cosa si aspetta dal dibattito interno?
«Mi aspetto dialettica e consonanza d' intenti. Il no per partito preso, il no punto non mi va bene. Né dall' Europa, né da chi sta dentro il governo, né dalle altre istituzioni. Noi dobbiamo rilanciare l' economia, il lavoro e tagliare le tasse. Altri modi di stare al governo non ne conosco».
Una settimana fa il premier Giuseppe Conte ha chiesto a lei e a Luigi Di Maio di rimanere dentro gli ambiti dei dicasteri di competenza. Il ministro Giovanni Tria è contro i minibot. Il Quirinale osserva critico. Temporali all' orizzonte?
«Guardi, un terzo degli italiani ha votato la Lega, quindi ha votato Salvini per chiedergli di fare in economia ciò che ha fatto per affrontare il problema dell' immigrazione incontrollata. Se dovessi rendermi conto che nei prossimi due anni non si può muovere o cambiare nulla, ne trarrei le conseguenze. In una parola, sarebbe inaccettabile».
Buoni propositi, ma l' economia è ferma.
«La Polonia cresce del 4%, gli Stati Uniti del 3% e noi dello 0,3%. So che tagliando le tasse affronterei il problema in modo propositivo, con possibilità di vincere. Perché non possiamo farlo? Perché l' Europa dovrebbe impedircelo? La palude non fa per noi. E se cresciamo dello zero virgola è inutile tirarla per le lunghe».
Le urne dopo l' estate sono fantapolitica o una possibilità?
«Il lavoro al governo non manca, la via è tracciata, c' è un contratto da portare avanti. Cantieri da riaprire, grandi opere, autonomia. Lo ripeto: meno tasse e più lavoro, il resto fa da corollario. E gli altri Paesi ci dimostrano che il taglio delle imposte produce inevitabilmente una ripresa economica».
Nelle ultime settimane è venuta avanti con prepotenza l' emergenza giustizia.
«Le vicende di cui siamo venuti a conoscenza dimostrano che nessuno è al di sopra della legge, neppure i giudici. Con il Movimento 5 stelle siamo d' accordo di varare una riforma importante. Non certo contro le toghe ma insieme con loro, con i magistrati, con gli avvocati. Dobbiamo considerare che al 99% i giudici sono professionisti seri che lavorano».
Da 20 anni le riforme della giustizia falliscono.
«Forse perché nessuno ha mai provato a farle senza pregiudizi. Noi, a differenza del centrodestra e del centrosinistra del passato, non ne abbiamo».
Pregiudizio è la parola chiave di questa stagione politica. La colpa è degli elettori che vi hanno votato.
«Ho la tessera della Lega dal 1990 e da 30 anni sento dire che chi vota Lega non capisce un accidente. Siamo di volta in volta populisti, sgangherati, ignoranti, qualche volta fascisti. Ultimamente ho letto che chi simpatizza per noi non ha mai letto un libro.
È il solito, infantile complesso di superiorità della sinistra parolaia e autoreferenziale».
Questa volta Matteo Renzi è andato oltre, le ha dato del «cialtrone incapace».
«Proprio lui che insegna il galateo agli altri. La frase dimostra una frustrazione infinita e non è irrispettosa verso di me, ma verso milioni di italiani. Il ministro è un dipendente pubblico, lo si giudica dai risultati. Gli sbarchi sono calati dell' 87%, i delitti sono diminuiti del 15%, arrivano 3.000 nuovi poliziotti, idem Vigili del Fuoco. Accendiamo le telecamere, controlliamo le spiagge. Renzi dica ciò che vuole».
Eleggerete Enrico Letta presidente del Consiglio Europeo?
«Ma le pare? Non capisco perché il governo del cambiamento debba decidere di far rappresentare l' Italia in Europa all' ex premier del Pd. È la stagione dei fatti, per la filosofia kantiana non c' è più spazio. È tempo di un altro #staisereno».
Manfred Weber ha incontrato il premier Conte. Le grandi manovre sono cominciate?
«Vado a Bruxelles per la nascita del gruppo di cui fa parte la Lega, poi vediamo. Conosco Weber, ho sentito da lui parole interessanti su crescita e investimenti».
Il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha detto che il debito italiano non l' ha inventato lo Spirito santo. Un altro economista scettico?
«L' ha detto nel giorno delle Pentecoste, diamogli il beneficio della buona fede. La Lega è un partito di cattolici e con il mondo cattolico stiamo creando nuove sintonie. Anche qui, come nel mondo economico e in quello culturale, c' è un certo distacco fra i vertici e la base. Dopo 30 anni ho rilasciato un' intervista di 20 minuti a Radio Maria. Abbiamo parlato di un' Europa bella, di valori, di grandi uomini di fede come monsignor Alessandro Maggiolini».
Allora un po' di cultura da esibire c' è anche dalle sue parti.
«I Maggiolini, i Gianfranco Miglio, giganti davanti ai quali io sono un moscerino. Uomini che credevano nelle radici dei popoli, che difendevano le identità e rispettavano le fondamenta cristiane della nostra società. Uomini raffinati e al tempo stesso concreti. Veri punti di riferimento che illuminano la strada».
Gualtiero Bassetti, presidente Cei
Perché il sistema mediatico mainstream è così ostile a Lega e 5 stelle?
«In Italia c' è sempre stato un microsistema di una ventina di persone abituato a gestire tutto e tutti, dai forum economici ai festival del cinema, dai giornali fino alle rassegne enogastronomiche. Se non facevi parte degli eletti non eri nessuno. Ma il bello del popolo è che non tiene conto dei salotti e delle élite. Anche se è cominciata una strana operazione».
Quale, ministro Salvini?
«Noto un certo clima di lusinga. Chi fino a qualche settimana fa pensava fossi un cretino, adesso mi dice sottovoce che sono uno statista. Ovviamente entrambe le cose sono un filino esagerate».
Sta seguendo la ricerca del centro da parte di Renzi in ticket con Carlo Calenda?
MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI
«L' affare mi appassiona come un film bulgaro muto degli anni Trenta. Sull' argomento sono assente, posso augurare buona fortuna a tutti».
C' è un avversario politico che stima più di altri?
«Tanti. Sono quasi tutti sindaci con idee lontane dalle mie, ma collaborativi e concreti. Ne ho conosciuti parecchi in questi mesi, gente che sta sul pezzo perché deve rendere conto ai cittadini. Gente che ti dice: state lavorando bene e sulla sicurezza, sugli immigrati, sulla lotta alla mafia fate ciò che avremmo dovuto fare noi da sinistra.
Niente nomi perché li rovinerei».
L' estate del governo è tracciata. E quella del Milan?
«Finora ho sentito solo parlare di cessioni. Vincere non abbiamo vinto, quindi invece di vendere bisognerebbe comprare. Da milanista io ho vinto tutto, ma mio figlio non ha ancora vinto nulla. Bisogna crederci, bisogna costruire e lottare».
carlo calenda a milano coi sovranisti 2
Similitudini con Palazzo Chigi?
«Milan o governo, non sopporto la rassegnazione, non reggo la palude. Vinci o almeno ci provi con tutto te stesso. E le chiacchiere stanno a zero».