TRABALLA COI LUPI - NON TUTTI I BIG DI “COMUNIONE E FATTURAZIONE” HANNO SOSTENUTO LUPI NELLA CORSA ALLE EUROPEE - SENZA I VOTI CIELLINI IL MINISTRO RISCALDATO COME FARÀ A PUNTARE ALLA POLTRONA DI SINDACO DI MILANO?
Elisabetta Soglio per il "Corriere della Sera"
La macchina da guerra si è inceppata. O è stata sabotata. Il popolo ciellino, che ad ogni elezione si presentava compatto per votare persone in qualche modo vicine agli ideali del movimento, questa volta è andato in ordine sparso. La premessa è obbligatoria: Cl è un movimento religioso e soprattutto il nuovo presidente della Fraternità , Julián Carrón è più volte esplicitamente intervenuto per chiarire che l'impegno in politica è responsabilità personale e quindi nulla ha a che vedere con il movimento.
Detto questo, come si fa tra amici, anche per le elezioni europee sono circolate indicazioni, lettere, mail e santini su chi votare e molte delle accoppiate o delle terne proposte non includevano il ministro Maurizio Lupi, ciellino storico e dichiarato. Ad esempio, l'ex governatore Roberto Formigoni si è speso soprattutto per Massimiliano Salini, presidente della provincia di Cremona che, da semi sconosciuto, ha conquistato quasi 27 mila voti.
L'ex ministro Mario Mauro ha invece sostenuto la campagna di Matteo Forte, già consigliere comunale che era inizialmente passato a Ncd, per poi uscirne (facendo mancare il numero necessario per avere a Palazzo Marino un gruppo consiliare con il simbolo degli alfaniani) e che ha portato a casa 18.060 preferenze. Ancora meglio ha fatto Daniela Colombo, che da Legnano e giocando sulla terza preferenza di genere, ha incassato 18.118 voti.
Mentre l'ex capogruppo in Regione Lombardia, Paolo Valentini, si è fermato a 1.572. Il ministro Maurizio Lupi ha vinto ma non sbaragliato, toccando quota 46.395, che poi è un quarto dei voti totali presi dal partito: su Milano, però, si è fermato a poco meno di 9 mila, segno evidente del fatto che non tutti i big legati a Cl hanno sostenuto il suo nome.
Se il ministro può ben consolarsi, considerando di avere allargato il proprio consenso a elettori che con Cl non hanno nulla a che fare (chi si diletta con le cifre e le stime, sostiene che solo metà dei voti di Lupi siano arrivati da ciellini doc), resta la domanda: perché la macchina dei voti è stata meno efficace del solito? O, come si diceva, perché è stata sabotata? Una risposta è arrivata dal filosofo Paolo Del Debbio, che ha spiegato: «Io vedo Lupi in tivù, che piace, convince e crea consenso. Ma forse piace troppo e ha sollevato l'invidia di alcuni suoi amici».
Un'altra si può leggere tra le righe dell'intervista rilasciata ieri da Mauro ad Affari Italiani. Da tempo, il nome di Lupi circola come quello di possibile candidato sindaco a Milano, nel 2016. Senza fare riferimenti espliciti, Mauro così commenta i risultati elettorali: «Sicuramente se qualcuno aveva fatto calcoli pensando di usare una candidatura come trampolino di lancio per qualcosa d'altro è rimasto deluso».
Fantapolitica? Lupi ha già spiegato che prima di pensare alle comunali di Milano bisogna ricostruire un centrodestra che in pochi anni ha perso un milione e settecentomila voti, per altro in una città non certo estremista. Forse anche per questo, il ministro starebbe rivedendo i suoi propositi iniziali e considerando la possibilità di optare per l'Europa, in modo da avere più tempo per dedicarsi al partito e alla ricomposizione di una forza moderata in grado di affrontare con maggiore incisività le prossime sfide elettorali.
Sull'altro piatto della bilancia ci sono i molti progetti avviati al ministero delle Infrastrutture, l'impegno in prima persona per la riuscita di Expo, l'attenzione al progetto di rilancio nazionale. Non è una scelta facile e chissà con chi si consulterà , questa volta, il ministro Lupi.
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