NON VI FATE VENIRE GRILLI PER LA TESTA - L'EX MINISTRO COMMENTA LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE, CHE PARTE DAL SUO DIVORZIO: ''IL MIO CASO? CI SONO STATI TRE GRADI DI GIUDIZIO, NON SI PUÒ RIAPRIRE. MA ERA GIUSTO AGGIORNARE IL DIRITTO AL MONDO DI OGGI'' - LE SEZIONI UNITE HANNO ACCOLTO IL PRINCIPIO DELLA SENTENZA GRILLI MA L'HANNO AMMORBIDITO COL 'CONTRIBUTO' DEL CONIUGE,CHE INCLUDE I LAVORI DI CASA
1. GRILLI " È PARTITO TUTTO DA ME ADESSO SI CAMBIA ANCORA MA IN FONDO È GIUSTO COSÌ"
Paolo G. Brera per ''la Repubblica''
L' uomo da cui tutto è nato dice che «come in analoghe circostanze, anche questa volta non ho nulla da dire». Però poi la dice, una cosa. Dice che il gol del pareggio, quello segnato ieri dai coniugi economicamente più fragili in caso di divorzio (quasi sempre le donne), in fondo «è giusto» anche per lui, Vittorio Grilli, ex ministro dell' Economia (governo Monti) e centravanti degli ex mariti affogati negli alimenti: è grazie a lui se avevano smesso di versarli.
L' anno scorso, 11 maggio 2017, la sentenza definitiva depositata dalla Corte di Cassazione sul suo divorzio dall' americana Lisa Lowenstein rivoluzionò la giurisprudenza divorzista: per la prima volta nella storia italiana scardinava il principio del mantenimento del precedente tenore di vita, che non doveva più essere assicurato.
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La sentenza di ieri non ribalta tutto: la sua vittoria, almeno in parte, resta un punto di svolta?
«Mi sembra sia nata una nuova giurisprudenza che ha innovato la materia. Però io ho soltanto letto il titolo dei vostri giornali, sinceramente non posso dare giudizi su questa base».
Lei è diventato l' idolo degli "ex" finiti sul lastrico per pagare gli alimenti, ma la sua vittoria ha messo al tappeto chi aveva rinunciato a tutto, come la sua ex moglie, per sostenere la carriera del coniuge. Aveva ottenuto un po' troppo?
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«Non so Il giudizio sia giuridico che equitativo di questa nuova sentenza mi sembra intelligente, ma essendo parte in causa non mi va di commentare».
Parte in causa?
«No, non sono più in causa; ma tutto questo è effetto della mia sentenza. Direi che in ogni caso in questo anno si è aperta una giusta riflessione. Il mondo cambia».
Era sbagliata la legge, per come veniva interpretata prima del suo caso?
«Era superata dai tempi. Il mio divorzio ha dato vita a un' ottima discussione, e mi pare che siano riusciti a rendere la materia più in linea con i tempi in cui viviamo oggi».
Potrebbe costare qualcosa al suo patrimonio personale?
Si può riaprire anche la sua vicenda?
«No, ormai ci sono già stati tre gradi di giudizio. Più di una volta, in Cassazione, non ci può andare».
Con questa sentenza "giusta", come dice lei, la sua ex moglie avrebbe avuto diritto a un assegno. La chiamerà?
«Non voglio assolutamente commentare il mio caso».
2. L'ASSEGNO SUL DIVORZIO RICONOSCERÀ ALLE DONNE I SACRIFICI FATTI IN CASA
Claudio Guasco per il Messaggero
Dapprima c' era la modella che, dopo un matrimonio lampo con il calciatore, monetizzava il divorzio grazie al principio del tenore di vita. Poi a fare giurisprudenza è toccato a Lisa Lowenstein: la signora si è vista negare gli alimenti dall' ex coniuge Vittorio Grilli, ministro nel governo Monti, perché economicamente autosufficiente.
LORO SORRENTINO BERLUSCONI SERVILLO VERONICA LARIO ELENA SOFIA RICCI
Gli ex mariti italiani hanno esultato, ora la Cassazione trova un equilibrio: stabilisce che il tenore di vita non è più un diritto assoluto, ma anche che l' assegno di divorzio non dipende dalla capacità di automantenersi e ha una funzione «assistenziale, compensativa e perequativa». Significa che ogni separazione è una storia a sé e l' appannaggio viene calcolato in base alla durata del matrimonio, all' età della signora e al contributo profuso nella vita insieme.
«CRITERIO COMPOSITO»
«Con questa sentenza si ripristina la giustizia sociale», afferma l' avvocato Gian Ettore Gassani. Il pronunciamento, che impone a tutti i tribunali di adeguarsi, è della Cassazione intervenuta a Sezioni unite: nello stabilire l' assegno di divorzio «si deve adottare un criterio composito» che tenga conto «delle rispettive condizioni economico-patrimoniali» e «dia particolare rilievo al contributo fornito dall' ex coniuge» al «patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio, alle potenzialità reddituali future e all' età».
nozze di silvio berlusconi veronica lario
Nella sentenza 18287 i giudici spiegano che il «criterio integrato» individuato si fonda «sui principi costituzionali di pari dignità e di solidarietà che permeano l' unione matrimoniale anche dopo lo scioglimento del vincolo».
L' apporto alla conduzione familiare «costituisce il frutto di decisioni comuni, libere e responsabili, che possono incidere profondamente sul profilo economico patrimoniale di ciascuno di essi dopo la fine dell' unione». E lo scioglimento del vincolo «incide sullo status ma non cancella tutti gli effetti delle scelte e delle modalità di realizzazione della vita familiare», pertanto «l' adeguatezza dei mezzi deve essere valutata non solo in relazione alla loro mancanza o insufficienza oggettiva, ma anche in relazione a quel che si è contribuito a realizzare».
Finalmente, dice Gassani, «si torna al magistrato che ragiona, senza la deriva di automatismi e prestampati». In Italia il 20% dei divorzi è tra gli over 65 e secondo gli esperti sarà proprio questa fetta della società a essere tutelata. Gli Ermellini, riflette l' avvocato Marco Meliti, «richiamano i principi costituzionali di pari dignità e di solidarietà che permeano l' unione matrimoniale, anche in relazione al principio di uguaglianza tra il lavoro casalingo e quello professionale».
VERONICA LARIO SPERA
Per il difensore di Silvio Berlusconi, Pier Filippo Giuggioli, «è un compromesso» che corregge «gli abusi derivanti dall' applicazione della sentenza Grilli, nel caso del coniuge che si trovi sprovvisto di mezzi economici e di possibilità reddituali per precise scelte familiari». Ora si riparte da qui e le sentenze future ne dovranno tenere conto.
A cominciare da quella, pendente in Cassazione, di divorzio tra l' ex premier e Veronica Lario. La corte d' Appello di Milano ha azzerato il maxi assegno da 1,4 milioni al mese della signora, che ha presentato ricorso rivendicando i benefici perduti e i sacrifici fatti: «Per Berlusconi ho rinunciato alla carriera di attrice, è anche merito mio se è diventato un manager di successo».
eleonora berlusconi e veronica lario
Abnegazione e una vita nel lusso, come elenca il ricorso: «crociere ai Caraibi per almeno quattro, cinque settimane all' anno», viaggi «alle Galapagos, in Polinesia, nelle Fiji, in Nuova Zelanda, Cambogia e Laos, a Parigi, New York, Londra», «estetiste, parrucchieri e personal trainer a domicilio», una dozzina di domestici in pianta stabile nella residenza di Macherio, «la frequentazione di Villa Certosa a Porto Rotondo».
Dopo che l' assegno è stato stracciato in Appello, adesso i giudici della Suprema saranno dalla sua parte? «Può darsi, però non si ragionerà più in termini di milioni di euro: se la signora dovesse avere ragione sul principio, non lo avrà sul quantum. La Cassazione infatti non ha reintrodotto il parametro del tenore di vita». Ha riconosciuto però che la sentenza Grilli «è rilevante ma incompleta», aprendo un varco alla difesa di Veronica Lario.