hofer

VIENNEXIT? - L’ULTRADESTRO NORBERT HOFER TORNA AL BALLOTTAGGIO DELLE PRESIDENZIALI AUSTRIACHE CON LE IDEE CHIARE: “SE FANNO ENTRARE I TURCHI NELL’UNIONE EUROPEA, USCIAMO NOI - QUESTA UE, È PALESEMENTE LONTANA DALLE PERSONE”

Federico Thoman per il “Corriere Della Sera”

VAN DER BELLEN E HOFERVAN DER BELLEN E HOFER

 

Con lui presidente, la Turchia nell'Unione Europea, o con nuove modifiche dei trattati comunitari tese a ridurre ulteriormente le competenze degli Stati membri, l' Austria potrebbe salutare Bruxelles e compagnia.

 

Atteggiamento deciso, volontà ferrea, ma il tutto avvolto in parole che puntano a infondere tranquillità. Norbert Hofer, leader del Freiheitliche Partei Österreichs , il partito austriaco della libertà, formazione ultranazionalista, ha vinto il suo ricorso. E può così ricominciare la rincorsa alla presidenza austriaca, che nel ballottaggio dello scorso 22 maggio aveva perso per soli 31 mila voti contro il verde Alexander Van der Bellen.

Herr Hofer, la sentenza della Corte costituzionale austriaca ha azzerato tutto.

Norbert Hofer  Norbert Hofer

 

Si torna al ballottaggio. Come ha vissuto questa cosa?

«Questa decisione, per me, in realtà non arriva come una sorpresa, viste le clamorose irregolarità che sono state riscontrate nel conteggio dei voti. Non era compito della Corte costituzionale dimostrare una truffa effettiva, ma soltanto constatarne una tale possibilità».

 

Per lei quindi ci sono stati dei brogli veri e propri? Con un presunto svolgimento regolare avrebbe vinto?

«Io dico solo che le irregolarità potrebbero aver in ogni caso condotto a delle manipolazioni: è proprio questo che il verdetto della Corte costituzionale afferma. Ogni cittadino austriaco deve essere certo che la sua voce sia tenuta in giusta considerazione. Io ritengo che denunciare un' infrazione delle regole sia innanzitutto un dovere democratico».

Norbert HoferNorbert Hofer

 

E ora che succede? Come cambierà la sua campana rispetto a quella precedente?

«Per me, per noi, non cambierà nulla. Come ho sempre detto, non fingerò di essere qualcun altro. Già dopo il primo turno delle scorse elezioni presidenziali, mi era stato domandato se la mia campagna, da quel momento in poi, sarebbe cambiata: una prospettiva che avevo negato decisamente.

 

Ho un credo politico profondo, e ho anche alcuni punti fermi su diversi temi, come la passione per la democrazia diretta e l' avversione al TTIP (sigla inglese del Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti , progetto di accordo commerciale liberoscambista tra Unione Europea e Stati Uniti i cui negoziati sono iniziati nel 2013, ndr), ma anche il problema della sicurezza interna.

 

Norbert HoferNorbert Hofer

I recentissimi sviluppi in Europa, col voto sulla Brexit in Gran Bretagna e la definizione del CETA (sempre dall' inglese, Accordo economico e commerciale globale , siglato tra Ue e Canada e in attesa di essere ratificato da parlamento europeo e singoli Stati, ndr), diventeranno naturalmente anche dei temi della prossima campagna elettorale».

 

A proposito di Brexit, democrazia diretta e volontà popolare: cosa pensa che dovrebbe fare adesso la Gran Bretagna? Dovrebbe lasciare subito l' Ue?

«Sono un grandissimo sostenitore della democrazia diretta. La decisione appartiene a chi è sovrano, cioè al popolo, e va quindi rispettata. Gli uomini non sbagliano mai, perciò non bisogna avere paura di loro. Il governo britannico deve soltanto rispettare il voto della popolazione britannica, nient' altro».

NORBERT HOFERNORBERT HOFER

 

Se in autunno diventasse presidente dell' Austria, proporrebbe un referendum per un' uscita del suo Paese dall' Unione Europea, per una «Austrexit»?

«Qualora la Turchia dovesse entrare nell' Unione Europea, ciò non sarebbe gestibile da parte dell' Europa, e ci sarebbe una ragione fondata per domandare alla popolazione austriaca la sua volontà sulla permanenza o meno in un simile contesto. Il caso della Gran Bretagna ha dimostrato che l' Unione Europea, questa Unione Europea, è palesemente lontana dalle persone. Per questo sono convinto che ci sia bisogno di un rinnovamento dell' Ue in un' unione che si ricordi dei suoi valori fondanti, rivolta più verso i cittadini. Un cambiamento dei trattati europei in direzione di un ulteriore riduzione delle competenze degli Stati membri, in Austria, porterebbe automaticamente a un referendum».

ERDOGANERDOGAN

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…