giorgia meloni carlo nordio

NORDIO, IL MINISTRO “DIMEZZATO”: "DI POLITICA NON SA NULLA, SI MUOVE COME UN ELEFANTE NELLA CRISTALLIERA" - GIORGIA MELONI HA COMMISSARIATO IL GUARDASIGILLI, DI CUI I FRATELLI D’ITALIA DICONO PESTE E CORNA - IL NUOVO “PATTO” CON GLI ALLEATI: LEI SI PRENDE IL PREMIERATO, FORZA ITALIA LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E LA LEGA LA DIVISIONE DEL CSM – LO SCAZZO PER LA COMMISSIONE SUL DOSSIERAGGIO E IL CLAMOROSO ATTACCO DI NORDIO SUI FINANZIAMENTI...

1 - SEPARAZIONE DI CARRIERE E CSM, MA MELONI COMMISSARIA NORDIO

Estratto dell’articolo di Liana Milella e Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

CARLO NORDIO GIORGIA MELONI

Guardasigilli sì, ma “dimezzato”, come il visconte di Calvino. Resta ministro della Giustizia Carlo Nordio, perché Giorgia Meloni non può smentire sé stessa. Ma da due settimane lui è sotto “tutela stretta”. Sulla giustizia comanda Chigi. Perché «quello di politica non sa nulla e si muove come un elefante nella cristalliera ». Eh già, come dimostra l’ultima pièce. Che non si celebra in via Arenula, ma nelle stanze della premier. Com’è già avvenuto 15 giorni fa per il primo vertice sulla giustizia.

 

E lì Meloni, lunedì dopo il Cdm, rafforza il patto di governo in vista del voto europeo sulla testa dei giudici. Aggiungendo un capitolo nella strategia delle riforme. Una a me, una a te, una a lui, avrebbe detto Davigo. Ai meloniani il premierato, a Forza Italia la separazione delle carriere, cioè da sempre il sogno di Berlusconi. Alla Lega non solo l’autonomia differenziata, ma anche la divisione in due del Csm, uno per i giudici e uno per i pm.

giulia bongiorno matteo salvini - processo open arms

 

Quest’ultimo capitolo affidato alle mani della leghista Giulia Bongiorno, che la chiede da vent’anni. In asse con il forzista Pierantonio Zanettin, proprio lei ha già messo sul tavolo, per ingabbiare le correnti, il sorteggio come futura legge elettorale per il Csm.

 

Inutilmente, Nordio e i suoi, cercano di vendere come una propria vittoria la loro débâcle.

Da via Arenula esce la notizia che il ministro lavorerà alla separazione delle carriere, che piazzerà l’abuso d’ufficio per il voto definitivo alla Camera il 25 marzo (impossibile, perché non è ancora partito l’iter in commissione).

 

giorgia meloni chiara colosimo

Ma la versione delle “fonti” di Chigi è tutt’altra. Anche perché Nordio ha commesso l’ennesima mossa falsa, parlando a piazzale Clodio. Gliela rimproverano, chiedendone conto a Meloni, Pd e M5S, che citano le sue parole “molto gravi”: «Le risorse sono limitate perché vi è scarsa attenzione finanziaria, è un ministero importante nella forma e non gradito nella sostanza». Parla del “suo” dicastero. Nordio “deve” smentire - «Sono indignato dal grave e strumentale travisamento » - ma la frittata è fatta.

 

CARLO NORDIO

[…] nelle stesse ore il Csm lo boccia per via dell’app che dovrebbe garantire l’evoluzione telematica del processo penale e che i procuratori delle sei più grandi città […] criticano perché si sta rivelando un disastro.

 

Senza licenziarlo, la premier lo ha commissariato. Lui non parla più della commissione d’inchiesta, ormai archiviata perché tutto è in mano all’Antimafia di Chiara Colosimo. La premier vuole gestire da sola il dossier sulla giustizia. Assieme ad Alfredo Mantovano. La separazione delle carriere avrà un timing strettissimo, il testo andrebbe già al primo Consiglio dei ministri dopo Pasqua. La mossa dà ad Antonio Tajani una bandiera da sventolare in campagna elettorale. Ed è nota la volontà di Meloni di rafforzare Forza Italia a scapito di Matteo Salvini, dando però alla Lega la partita del futuro Csm. Almeno sulla carta la premier assicura al Carroccio l’accelerazione sull’autonomia, arenata da tempo. Ma sarà lei a gestire tutto. E non Nordio. […]

 

meloni mantovano

2 - NORDIO-MELONI, SCONTRO CONTINUO "LA GIUSTIZIA LASCIATA SENZA FONDI" LE TAPPE DELLA VICENDA

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti e Francesco Olivo per “la Stampa”

 

[…] I rapporti tra Giorgia Meloni e Carlo Nordio restano gelidi come non mai.

Sull'orlo di una rottura totale. Ieri i due erano in prima fila al convegno del governo sul fisco a Montecitorio, e all'uscita la premier ha cercato di attenuare le notizie sulla freddezza dei loro rapporti, in seguito alla proposta di istituire una commissione d'inchiesta sui presunti dossieraggi, avanzata dal Guardasigilli e ostacolata con durezza da Palazzo Chigi: «Abbiamo fatto una riunione tre giorni fa...». Mentre Nordio senza troppa convinzione aggiungeva, «ma quale lontananza?». Ma siamo solo al mattino e la giornata ha ancora molto da offrire.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

La presidente del Consiglio fa riferimento a una riunione che si è svolta lunedì sera a Palazzo Chigi. Al tavolo oltre a Meloni e Nordio, c'erano i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, i tre sottosegretari di via Arenula e i presidenti delle commissione Giustizia di Camera e Senato.

 

Il vertice è rapido, quaranta minuti in tutto, si discute delle riforme da portare avanti, a cominciare dalla separazione delle carriere tra pubblica accusa e giudici. È una delle storiche bandiere di Nordio, ma il ministro viene descritto come silenzioso e ombroso […].

antonio tajani carlo nordio

 

[…] Ieri si è riaccesa una polemica sul ministro della Giustizia. Poco dopo l'evento pubblico alla Camera, […] si sposta alla Corte d'Appello di Roma e da lì lancia messaggi di chiaro malumore: «La Giustizia non dà un riscontro. Non dà un rientro politico favorevole. Se un ministro costruisce un ospedale gli dicono "bravo", se io costruisco un carcere mi dicono "utilizzi soldi per far stare bene chi spaccia droga"». In sostanza, per Nordio il suo è «un ministero ancillare». Così, Nordio trae delle conseguenze: «Le risorse sono dunque limitate perché vi è scarsa attenzione finanziaria, è un ministero importante nella forma e non gradito nella sostanza».

 

ALFREDO MANTOVANO ORAZIO SCHILLACI GIORGIA MELONI CARLO NORDIO MATTEO PIANTEDOSI

Parole durissime, lette a Palazzo Chigi come una risposta allo stop alla commissione d'inchiesta e in ogni caso come l'ennesima prova della tendenza a non trattenere le proprie considerazioni.

 

Sull'ultima uscita di Nordio cala il silenzio della maggioranza, ma in compenso interviene l'opposizione: «Il ministro denuncia un fatto di estrema gravità: per il governo Meloni le risorse per la giustizia sono limitate perché il ministero è visto dall'attuale esecutivo importante nella forma ma "non gradito" nella sostanza» dice Debora Serracchiani responsabile Giustizia del Pd.

 

CARLO NORDIO

[…] La bufera è tale che Nordio è costretto a chiarire: «Sono indignato dal grave e strumentale travisamento - dice -. I dati parlano da soli sul tema degli investimenti e delle risorse previste in bilancio per il funzionamento del sistema giudiziario, penitenziario, minorile e di comunità- Rispetto al 2021, sono aumentati, anche grazie al Pnrr, di circa 2,25 miliardi di euro». Per finire con un omaggio che in molti hanno ritenuto riparatorio: «Ringrazio ancora una volta Meloni per la grande attenzione che pone alla priorità delle riforme della giustizia, confermata anche nell'ultimo incontro di lunedì durante il quale è stato definito il cronoprogramma delle riforme». A sera una fonte vicina alla premier chiarisce: «Oggi ha chiarito. Vediamo cosa dirà domani».

alfredo mantovano giorgia meloni giorgia meloni alfredo mantovano PATRIZIA SCURTI E ALFREDO MANTOVANO ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO DI GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

elon musk steve bannon village people donald trump

KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP COI VILLAGE PEOPLE: FARSA O TRAGEDIA? - VINCENZO SUSCA: ‘’LA CIFRA ESTETICA DELLA TECNOCRAZIA È IL KITSCH PIÙ SFOLGORANTE, LOGORO E OSCENO, IN QUANTO SPETTACOLARIZZAZIONE BECERA E GIOCOSA DEL MALE IN POLITICA - MAI COME OGGI, LA STORIA SI FONDA SULL’IMMAGINARIO. POCO IMPORTANO I PROGRAMMI POLITICI, I CALCOLI ECONOMICI, LE QUESTIONI MORALI. CIÒ CHE IMPORTA E PORTA VOTI, PER L’ELETTORE DELUSO DALLA DEMOCRAZIA, TRASCURATO DALL’INTELLIGHÈNZIA, GETTATO NELLE BRACCIA DI TIK TOK, X, FOX NEWS, È EVOCARE NEL MODO PIÙ BRUTALE POSSIBILE LA MORTE DEL SISTEMA CHE L'HA INGANNATO”

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CHI HA CAPITO L’ARIA NUOVA CHE TIRA, E' QUEL “GENIO” DI FAZZOLARI: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO,  QUINDI PERICOLOSO, DI SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA FDI, C’È MARETTA. IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI EDMONDO CIRIELLI HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?