il premier sloveno alenka bratusek

LA NOSTRA CIPRO SI CHIAMA SLOVENIA: ESPOSTI CON LUBIANA PER 7,6 MLD €

Vittorio Da Rold per il "Sole 24 Ore"

«La Slovenia non ha bisogno di aiuti internazionali per contrastare la crisi, e ce la farà da sola a risolvere i problemi del settore bancario». Lo ha affermato ieri in Parlamento il nuovo premier sloveno, Alenka Bratusek, rispondendo alle voci riprese dalla stampa internazionale che dopo Cipro, la Slovenia potrebbe essere il sesto Paese dell'Eurozona a rivolgersi alla troika.

«La Slovenia è capace di risolvere da sola questa situazione», ha detto Bratusek, affermando che il suo Governo, insediatosi la settimana scorsa «ha come primo obiettivo il risanamento del sistema bancario».

«Il ministro delle Finanze ci sta lavorando giorno e notte», ha aggiunto il premier, ricordano che il ministro Uros Cufer è esperto proprio di sistemi bancari.
«I depositi bancari in Slovenia sono sicuri e stabili, garantiti dallo Stato, e il panico è del tutto immotivato», ha concluso Bratusek, ribadendo che qualsiasi paragone con Cipro «è fuori luogo».

Ma i mercati credono che ci siano dei rischi simili a Cipro. Quali? «È vero che il settore bancario in Slovenia è molto più piccolo di quello cipriota, (le attività bancarie a Cipro sono pari al 710% del Pil, mentre in Slovenia sono il 145%) - dicono Peter Attard Montalto e James Burton, economisti di Nomura - ma la Slovenia ha un rapporto tra depositi e prestiti molto più elevato, pari al 153% rispetto al 105% di Cipro».

Fonti Bloomberg danno T-Bill sloveni pari un 1,503 miliardi di euro in scadenza nel 2013.
Ma c'è di piu. L'esposizione delle banche tedesche verso la Slovenia è molto più bassa rispetto a Cipro (7,6 miliardi di euro contro 3,1), ma per l'Austria e l'Italia le cose cambiano poiché hanno una maggiore esposizione verso Lubiana rispetto a Nicosia: per l'Austria sono 12,6 miliardi verso la Slovenia contro 0,9 miliardi di euro per Cipro, e per l'Italia si tratta di 7,6 miliardi di euro rispetto all'1,3 miliardi verso Cipro.

La richiesta di aiuti potrebbe arrivare dal rischio contagio e dalle difficoltà a finanziarsi che combinate con le difficoltà politiche potrebbero creare la tempesta perfetta e provocare una crisi che si autoavvera.

 

 

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