elly schlein giuseppe conte alessandra todde giorgia meloni matteo salvini paolo truzzu

NULLA SARÀ COME PRIMA – LE ELEZIONI REGIONALI IN SARDEGNA, COMUNQUE VADANO, TERREMOTERANNO I PARTITI: SE MELONI PERDE, SALVINI ALZERÀ LA POSTA E NON LASCERÀ MARGINE D’AZIONE ALLA DUCETTA. SE PERDE SCHLEIN, LA MINORANZA PD E I SINDACI SONO PRONTI A FARLE LO SCALPO – I VELENI LEGHISTI PER L’INDAGINE SU VANNACCI: “SE NON RIESCONO A INTIMIDIRLO CON ALTRI METODI CI PROVANO CON INCHIESTE E MINACCE…”

giorgia meloni comizio per paolo truzzu sardegna 6

Estratto dell’articolo di Daniela Preziosi per “Domani”

 

[…] i leader nazionali si giocano la prima lotteria delle urne per interposti candidati presidenti: Giorgia Meloni non può perdere perché ha umiliato Matteo Salvini detronizzandone il presidente uscente Christian Solinas (Psd’az) e imponendo al suo posto Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari.

 

PAOLO TRUZZU MOSTRA IL SUO TATUAGGIO TRUX

Elly Schlein non può perdere perché ha scommesso su Alessandra Todde, M5s, rompendo con l’ex presidente (e suo sostenitore) Renato Soru. Se Meloni perde, Salvini alzerà la posta nazionale. Se Schlein perde, la minoranza Pd ha già promesso di rompere l’armistizio interno: e sulla segretaria ricadranno i malumori sulle liste per le europee e sul no al terzo mandato di sindaci e governatori.

 

SALVINI AL COMIZIO PER TRUZZU

[…] Ma alla vigilia, nel sabato del capoluogo […], è il malumore leghista a tenere banco. La scorsa settimana Salvini ha battuto l’isola palmo palmo. Per sostenere Truzzu, naturalmente. Peccato che molti dei suoi non hanno messo il nome del candidato presidente nei manifesti e nei santini. Si ragiona di «voto disgiunto»: e cioè di un’indicazione all’orecchio, votate per un consigliere leghista, e poi per Soru presidente. Dal lato giallorosso il refrain è che «un voto a Soru è un voto a Truzzu».

 

Vero, ma non è del tutto. Spiega il progressista Massimo Zedda, altro ex sindaco di Cagliari e futuro ricandidato alle comunali che si terranno fra pochi mesi, spiega: «Ritengo che Soru può prendere anche il voto moderato di Forza Italia che non ha voglia di votare Truzzu».

 

ROBERTO VANNACCI SI TUFFA IL PRIMO GENNAIO A VIAREGGIO

Ma l’incognita è il voto leghista. Nella giornata di ieri, la voglia di rivalsa di Salvini è aumentata, e l’eco è arrivata fin qua. Le rivelazioni del Corriere della Sera sull’indagine sul generale Roberto Vannacci hanno la tempistica di un veleno della vigilia. L’ispezione ministeriale sui suoi rimborsi all’epoca in cui era a Mosca può sfociare in un’ipotesi di peculato e truffa.

 

E così l’uomo su cui Salvini contava per strappare a Fdi voti della destra-destra, si allontana dalle europee. Fonti della Lega lo difendono: «Vannacci è un persona di valore, amata dai cittadini ma scomoda per il palazzo, se non riescono a intimidirlo con altri metodi ci provano con inchieste e minacce, storia già vista tante volte. La nostra stima per quest’uomo non cambia».

 

GIUSEPPE CONTE ALESSANDRA TODDE

Ma chi vuole «intimidire» Vannacci? L’allusione, neanche velata, è al ministero della Difesa, retto da quel Guido Crosetto che per primo ha contestato le bestialità espresse nel suo primo libro.

 

Il conflitto fra Salvini e Meloni è a livelli di guardia: Matteo Renzi, a margine di un’intervista al “Forum in Masseria” di Bruno Vespa, dice quello che ormai sta sotto gli occhi di tutti: «Mai come in questo momento, Meloni e Salvini litigano su tutto. Dopo Blasi-Totti, Fedez-Ferragni, i Melonez sono la prossima coppia che esploderà». Dipende dal voto di oggi in Sardegna. Un milione e mezzo di elettori, seggi aperti un solo giorno (dalle 6.30 alle 22), spoglio a partire da domani alle 7.

 

SORU TODDE TRUZZU

[…] Per gli avversari, Solinas e Truzzu sono padella e brace. «Solinas, da presidente, ha fatto tante cose e tutte male», elenca Zedda, «Ha capitalizzato il maggior numero di leggi impugnate, ha devastato la sanità, trasformato i sardi da isolani a isolati per l’assenza di un sistema di trasporto che garantisca la mobilità».

 

[…] Quanto a Truzzu, «lascia una Cagliari ferma, che non cresce più. Ha aperto cantieri che hanno devastato la mobilità della città. Ha promesso opere irrealizzabili: in campagna elettorale ha promesso la funicolare sotterranea scavata sotto Castello.

 

MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

Lo so, fa ridere. Ha promesso un ponte su via Roma, così alto da consentire il transito delle navi da crociera. Poi gli hanno spiegato che questo ponte sarebbe dovuto partire a Elmas e finire a Flumini di Quartu.

 

O vogliamo parlare dell’abbellimento di via Roma fatta prima della metropolitana? Chi di noi a casa sua mette prima le mattonelle e poi le rompe per mettere i tubi? È candidato solo perché imposto da Meloni. Ma il primo dato da guardare sarà quello della sua città».

renato soruMASSIMO ZEDDA

ELLY SCHLEIN ALESSANDRA TODDE SORU TODDE TRUZZUpaolo truzzu 1paolo truzzu 4SORU TODDE TRUZZU

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME