MO' SO' CAZZI PER IL PD DI ROMA - “DISGRAZIO” MARINO VA DA FLORIS E ANNUNCIA IL RITORNO IN CAMPO: “COSTRUIREMO UNA LISTA CIVICA CON I DELUSI DEL PD” - A DESTRA BORDATE CONTRO BERTO-LISO - FUGA DA 'BORGIA' MELONI A FAVORE DI STORACE
Giovanna Vitale per “la Repubblica”
La tempesta perfetta scatenata dalla investitura di Guido Bertolaso come candidato unico del centrodestra ufficiale, quello espresso da triade Berlusconi-Salvini-Meloni, rischia di affondare ogni speranza di approdo al ballottaggio. Fra partiti che deflagrano (Fratelli d’Italia), accordi sottobanco segnalati sul fronte forzista e pure leghista, rimescolamenti vari, quel che fu il Pdl è ormai al tutti contro tutti.
Ma il centrosinistra non sembra essere da meno, aggredito oltre che all’estrema sinistra dai Fassina boys, anche dall’ex sindaco Marino. Che ieri sera, a DiMartedì su La7, ha fatto chiaramente intendere che sarà della partita: «È tempo di costruire un progetto e una lista. E’ chiaro che io ci sono e ci sarò», ha risposto a Giovanni Floris.
«C’è un tempo per ogni cosa: prima dobbiamo costruire una lista civica così come ha detto Walter Tocci e cioè rinunciando al simbolo e facendo un passo indietro e ultimando un processo di cambiamento che dobbiamo alle romane e ai romani», ha proseguito. «Dobbiamo costruire non un progetto sulla persona o sui personalismi ma lavorare per far davvero di questa nostra città che amo tanto, una Capitale d’Europa. Possiamo farlo con un progetto che coinvolga i delusi del Pd».
L’unico che in tutto questo trambusto non sembra aver perso (ancora) la calma, sfidando anzi la pazienza degli alleati, è proprio Bertolaso. Tornato ieri a strizzare l’occhio al centrosinistra: «Se dovessi scegliere fra Marchini, Storace e Giachetti voterei il meno peggio che è Giachetti», ha sentenziato a sera. Dopo aver declinato, per tutto il giorno, la sua proverbiale sicumera: «Io non sono abituato a perdere», ha tagliato corto. «Roma è stata completamente commissariata da un presidente del Consiglio che sta facendo il sindaco. I romani si devono riappropriare della loro città».
Parole che scaldano la campagna elettorale, ma non risolvono le beghe tra i partiti che lo sostengono. A cominciare da Fratelli d’Italia: ieri 21 dirigenti romani hanno infatti annunciato che alle comunali non sosterranno l’ex capo della Protezione civile bensì Francesco Storace. Il quale si è detto subito «soddisfatto» anche per le «adesioni » alla sua candidatura provenienti «dal Movimento di Salvini».
Si tratta dell’ex coordinatore leghista del XII municipio, Roberto D’Ambrogi, già passato armi e bagagli con lui insieme ad altri 200 iscritti. «Spero ha subito attaccato l’ex governatore - che ci sia la volontà di ragionare e di riflettere sul fatto che hanno sbagliato il candidato che ogni giorno fa e dice peggio del giorno prima. Mi auguro che si dia a Bertolaso la possibilità di una ritirata onorevole».
Ma da Fratelli d’Italia arriva subito una smentita: «Quei 21 sedicenti “dirigenti”, su una platea di 500, sono gli stessi che, di fatto, dal giorno dell’assemblea dei soci della Fondazione An, si sono posti contro e fuori del partito», tuona il portavoce Marco Marsilio. Sono cioè i seguaci di Gianni Alemanno, da tempo ormai in rotta con FdI e ormai solido alleato di Storace.
Ma se il centrodestra cade a pezzi, il centrosinistra non sta certo meglio. Preoccupato che Marino possa di nuovo scendere in campo e annullare tutte le chanche di vittoria. L’ex sindaco, ieri sera, è stato chiaro: «Io continuerò ad andare da quella parte che Renzi considera sbagliata perché il Pd è delle persone che eleggono con il voto, lui non se l’è comprato». Da qui il realismo di Giachetti, sfidante di Morassut alle primarie, che pur senza citarlo ammette: «Certamente la presenza di un candidato di sinistra mette a rischio la possibilità che il candidato di centrosinistra ce la faccia ».