OBAMA-SPIA – CON L’ARIA CHE TIRA ALLA CIA DOPO IL CASO PETRAEUS, BARACK HA CAPITO CHE ERA ORA DI METTERE SU LA PROPRIA RETE DI SPIE - LA DIA, IL SERVIZIO SEGRETO DEL PENTAGONO, POTRÀ SCHIERARE 1600 AGENTI PER GARANTIRE LA PRESENZA AMERICANA IN MEDIO ORIENTE E NEL GOLFO PERSICO, CON UN OCCHIO A CINA E COREA DEL NORD - LO SCOPO È “RACCOGLIERE INFORMAZIONI” SUI NASCONDIGLI DEI TERRORISTI PER PERMETTERE ALL’ESERCITO DI COLPIRE…

Guido Olimpio per "Corriere della Sera"

Sotto George W. Bush fu la stagione delle Rambo-spie. I «cavernicoli», i paramilitari che agivano in appoggio all'intelligence civile. Sotto Barack Obama la musica non è mutata, perché il presidente è innamorato della guerra invisibile. Al punto che non gli bastano più le ombre della Cia, vuole anche che crescano quelle «in divisa». Gli 007 della Dia, il servizio segreto del Pentagono. In base ad un nuovo programma, rivelato dal Washington Post, gli Stati Uniti schiereranno all'estero 1.600 agenti militari, l'avanguardia «con i muscoli» di un apparato che ne conta quasi 17 mila.

Fino ad oggi la Dia ha potuto contare su un numero ridotto di uomini sparsi per il mondo. Le esigenze, però, variano in fretta. Il terrorismo qaedista si è polverizzato in realtà regionali. Poi c'è il traffico di armi e tecnologia. Globale. Con mercantili e aerei che trasportano di tutto. Ed ecco che il Pentagono si assume altre responsabilità. Non si tratta di una modifica marginale, ha osservato il direttore della Dia, Michael T. Flynn, bensì un cambiamento che riguarda la «sicurezza nazionale».

I suoi agenti saranno la seconda lancia contro jihadisti/regimi ostili/contrabbandieri di materiale bellico. Gigantesco il teatro. Alle solite aree, come il Medio Oriente, si aggiungono il Golfo, con le tensioni legate al nucleare iraniano, e la Corea del Nord, grande fornitrice di armi a Paesi non amici degli Usa. Per chiudere con la Cina. Parliamo di quadranti dove già operano gli 007 militari, solo che in base al progetto cresceranno in qualità e quantità.

Il Pentagono prevede due profili di missione gestiti da un nuovo comando, il Defense Clandestine Service (Dcs). Il primo tipo di intervento è «aperto». Lo svolgono gli addetti militari dislocati nelle ambasciate. Poi c'è quello «undercover», sotto copertura. E la Dia vuole ampliarlo affidando ai suoi team missioni ad alto rischio. Gli 007 andranno a caccia di segreti, agiranno in coordinamento con le Special Forces o con gli onnipresenti droni. I «mietitori di Obama».

L'agente sul terreno riceve la soffiata sulla presenza di una cellula terroristica (o di un carico di missili) e la «gira» al comando. Che deciderà se muovere una squadra elitrasportata, un sottomarino, un drone. Scenario visto a Aden o Mogadiscio. Lo stesso potrà avvenire nel teatro afghano dove, dopo il ritiro del 2014, molto del peso dovrebbe ricadere sul binomio spie-commandos. Più ravvicinata la domanda che arriva dall'Africa. Nei Paesi del Sahel operano da tempo 007 militari, unità d'élite e velivoli da sorveglianza elettronica. I loro target sono le formazioni qaediste.

Per ridurre le solite gelosie, è previsto un coordinamento - sulla carta - con la Cia che garantirà l'addestramento degli agenti alla «fattoria», il centro di training in Virginia, e che comunque conserverà un primato nella gerarchia. Il Pentagono assicura anche che non terrà al buio il Congresso sulle sue azioni. Un impegno per placare i timori diffusi. Rispetto alla Cia, la Dia non deve chiedere permessi anche se - in teoria - non è autorizzata ad atti che vadano oltre la raccolta di dati. Se però crei una struttura ad hoc difficile pensare che sia solo per monitorare l'avversario.

Poi ci sono i danni collaterali. I Predator hanno incenerito migliaia di militanti, costringendoli a nascondersi. E insieme a loro sono morti molti civili. Obama, durante il primo mandato, ha ascoltato le critiche, però ha lasciato fare alle «ombre» e ai velivoli senza pilota. Rapidamente la Cia, oltre a spiare, è diventata con i suoi droni una macchina per uccidere. Non cattura ma fa fuori. Una militarizzazione dell'intelligence che sembra fatta apposta per la nuova creatura.

 

Obama barak BARACK OBAMA A BOCCA APERTA David Petraeus petraeus kelley broadwell pentagono sat

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…