OBAMA RADUNA I CAPI DELLA SILICON VALLEY E GLI CHIEDE AIUTO PER IL FLOP INFORMATICO DELLA RIFORMA SANITARIA. MA LORO VOGLIONO PARLARE SOLO DI NSA E SPIONAGGIO - GAG: BARACK CHIEDE AL CAPO DI NETFLIX “MI HAI PORTATO UNA COPIA IN ANTEPRIMA DI ‘HOUSE OF CARDS’? (VIDEO)
1. VIDEO: OBAMA CHE CHIEDE A REED HASTINGS, CAPO DI NETFLIX: "MI HAI PORTATO UNA COPIA IN ANTEPRIMA DELLA NUOVA STAGIONE DI âHOUSE OF CARDS'?"
2. PATTO DI OBAMA COI GIGANTI DEL WEB - IL PRESIDENTE PROMETTE UNA RIFORMA INCISIVA DELL'NSA E CHIEDE AIUTO PER LA RIFORMA SANITARIA
Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
Il presidente Obama cerca di fare la pace con le aziende della Silicon Valley, dopo lo scandalo dello spionaggio da parte della National Security Agency. In cambio riceve il loro appoggio per far funzionare i siti su cui si basa la riforma sanitaria, che da oggi saranno supervisionati dall'ex alto dirigente della Microsoft Kurt DelBene.
Ieri mattina Obama ha ricevuto alla Casa Bianca una dozzina di chief executive officer delle più importanti aziende tecnologiche e digitali americane. Tra di loro, il leader di Apple Tim Cook, quello di Google Eric Schnidt, Marissa Mayer di Yahoo!, Sheryl Sandberg di Facebook, Dick Costolo di Twitter. L'obiettivo, secondo la nota pubblicata poi dalla stessa Casa Bianca, era discutere gli aspetti tecnici della riforma sanitaria, ma anche «la sicurezza nazionale e l'impatto economico dell'intelligence non autorizzata».
Proprio lunedì un giudice ha dichiarato inconstituzionale lo spionaggio interno della Nsa.
Obama ha bisogno del sostegno delle aziende digitali per far funzionare la principale iniziativa politica del suo primo mandato. I siti su cui gli americani dovevano acquistare le nuove polizze si sono inceppati fin dall'esordio, e solo adesso cominciano a funzionare, dopo l'intervento di Jeffrey Zients che è stato chiamato a ricostruirli. Dal primo febbraio, però, Zientes diventerà direttore del National Economic Council di Obama. Al suo posto subentrerà Kurt DelBene, manager della Microsoft che aveva guidato la divisione Office dell'azienda di Bill Gates.
La Silicon Valley, quindi, interviene a sostegno della riforma sanitaria, ma in cambio chiede la rivoluzione delle pratiche di sorveglianza della Nsa, perché lo scandalo provocato dalle rivelazioni dell'ex agente Snowden ha intaccato anche la sua credibilità . Molte aziende che ieri erano al tavolo con Obama sono state coinvolte nelle operazioni di spionaggio, spesso contro la propria volontà , costrette a fornire le informazioni private sulle attività dei loro clienti.
Questo rischia di costare molto alle compagnie tecnologiche, che hanno mandato una lettera al presidente con i cambiamenti desiderati: codificare i limiti entro cui il governo può chiedere notizie sugli utenti, aumentare la supervisione sulle attività delle agenzie di intelligence, consentire alle aziende interpellate di pubblicare quali e quante richieste di collaborazione hanno ricevuto dalle autorità .
Questi punti sono stati ribaditi con forza nel vertice di ieri, in cui i ceo hanno chiesto ad Obama di «muoversi in maniera aggressiva» per riformare la Nsa. La Casa Bianca ha risposto che «il presidente ha chiarito di credere a un internet aperto, libero e innovativo. Ha ascoltato le raccomandazioni degli ospiti, e ha affermato che terrà in considerazione i loro input per finalizzare la revisione dei programmi di signals intelligence».
Obama ha già sul tavolo un rapporto con quaranta raccomandazioni, ricevute da una commissione incaricata di rivedere le attività della Nsa. Fra le altre opzioni, si discute anche la possibilità di togliere il comando dell'agenzia ai militari, e il presidente farà un annuncio formale a gennaio.
Nel frattempo si negozia il futuro di Snowden, che secondo alcuni specialisti avrebbe portato via «le chiavi« dell'intero apparato di sorveglianza. La Casa Bianca per ora ha rifiutato l'amnistia, in cambio della restituzione delle informazioni, e l'ex agente sta cercando nuove vie di fuga, come dimostra la richiesta di asilo al Brasile. Gli uomini dell'intelligence però insistono che le operazioni condotte sono necessarie per la sicurezza del paese, e avrebbero già detto ad alleati come la Germania che escludono di fermarle.
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