
QUANTE OMBRE SULLA MORTE DI CARMINE GALLO! IL CAPO DI EQUALIZE AI DOMICILIARI E' SCOMPARSO A 66 ANNI, UFFICIALMENTE PER UN INFARTO FULMINANTE: ERA IN BUONA SALUTE E STAVA PREPARANDO UN MEMORIALE - UN DECESSO CHE DEVE AVER FATTO TIRARE UN SOSPIRO DI SOLLIEVO A TANTI: SE PARLAVA LUI, IN MOLTI SAREBBERO FINITI NEI GUAI - GLI INQUIRENTI HANNO DISPOSTO L’AUTOPSIA, SEQUESTRATO I FARMACI IN CASA, GLI AVANZI DELLA CENA DI SABATO SERA E IL CELLULARE DELLA MOGLIE - DOPO UNA CARRIERA DA SUPERPOLIZIOTTO, GALLO ERA PASSATO A GUIDARE L’AGENZIA INVESTIGATIVA EQUALIZE, AL CENTRO DI UN’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO: PER I PM ERA LUI “IL DOMINUS” DELLA SOCIETÀ DI PRODUZIONE DI DOSSIERAGGI ILLEGALI, ASSIEME A ENRICO PAZZALI – NELL’ARCHIVIO SEGRETO DELL’EX SUPER POLIZIOTTO CARMINE GALLO C’ERA DI TUTTO: INFORMAZIONI SU MAFIOSI, SU BERLUSCONI, INCLUSO UN PRESUNTO “VIDEO DI RUBY”, DESCRITTO COME UN “POTENTE STRUMENTO DI RICATTO”. MA ANCHE “PARTI DELL’ARCHIVIO DI ANDREOTTI”
Ilaria Carra per repubblica.it - Estratti
L’ipotesi finora senza ombre è che sia stata una morte naturale. Un infarto fulminante, pare. Ma visto lo spessore, passato e attuale, dell’uomo, la linea degli inquirenti è di non lasciar nulla di inesplorato nel chiarire la fine di Carmine Gallo, l’ex superpoliziotto di 66 anni che ieri mattina non si è più rialzato dal letto nella sua casa a Garbagnate Milanese dove dal 25 ottobre scorso scontava gli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici e altri reati.
Dopo una carriera al servizio dello Stato, era passato a guidare l’agenzia investigativa Equalize, al centro di un’inchiesta della procura di Milano: per i pm era lui “il dominus” della società di produzione di dossieraggi illegali, assieme a Enrico Pazzali, autosospesosi da presidente della Fondazione Fiera Milano dopo l’inchiesta.
Era noto Gallo, anche nel quartiere. Sotto casa sua, in via Paolo Borsellino, per tutto il giorno ci sono parenti, amici ed ex colleghi di polizia, increduli davanti alla sua scomparsa, “uno che ha fatto tanti favori a tutti, sempre disponibile”.
Ad alcuni aveva confidato che stava preparando un libro con memorie e aneddoti della sua vita. Come, quello, tra i più leggeri, dell’impermeabile prestato a una Patrizia Reggiani infreddolita durante il caso Gucci, che non ha mai più riavuto. “Se parlava lui, in tanti dovevano avere paura...”, azzarda qualcuno.
La vicenda è seguita dal procuratore capo di Milano Marcello Viola, con la pm di turno Giancarla Serafini e il pm titolare dell’inchiesta sugli hacker Francesco De Tommasi. Oggi sarà aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato né indagati, funzionale a svolgere l’autopsia e altri esami, tra cui i tossicologici, per accertare le cause della morte. L’orientamento degli inquirenti è di raccogliere ogni elemento utile. Anche per questo sono stati sequestrati i farmaci in casa e del cibo, in particolare gli avanzi della cena di sabato sera. E il cellulare della moglie Lucrezia, per approfondire gli ultimi contatti.
Al lavoro ci sono il nucleo investigativo e il Ros dei carabinieri, che hanno chiesto alla moglie se avesse notato stranezze ultimamente, ma lo ha escluso. Chi ha avuto contatti con lei dice che non riesce nemmeno a parlare: ha vissuto sempre accanto al marito, ha cresciuto i tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno in polizia.
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samuele calamucci enrico pazzali carmine gallo foto today.it
Secondo famigliari e amici, Gallo era in buona salute. Tre settimane fa era stato operato di ernia ma, dicono, si fosse ripreso. Era uno sportivo, faceva il tapis roulant due volte al giorno, prima dei domiciliari faceva jogging, anche con un’associazione di atletica. “Troppa pressione negli ultimi mesi, si sentiva in gabbia”, si sfoga un parente sotto casa dove tiene banco l’inchiesta contro “un servitore dello Stato”.
Sarebbe stato libero ad aprile, Gallo, scaduti i termini della sua custodia cautelare. A meno che il 19 marzo il Tribunale del riesame non avesse accettato la richiesta della procura che per lui aveva chiesto il carcere. Invece ci sono un lutto e un’inchiesta senza più il principale indagato ma con i suoi verbali.
CARMINE GALLO
Fabrizio Gatti per today.it - Estratti
La morte improvvisa dell'ex poliziotto Carmine Gallo, 67 anni, non riguarda soltanto un uomo, un padre, un marito. Tocca anche tutti noi cittadini: sottrae infatti un testimone fondamentale ad almeno tre indagini sulla trasparenza della democrazia italiana.
La terza, soprattutto, è la più delicata: quella sull'omicidio dell'educatore del ministero della Giustizia, Umberto Mormile, in cui Gallo sarebbe potuto entrare come persona informata sui fatti (non come indagato). L'obiettivo: documentare le trattative nelle carceri tra boss della 'ndrangheta e agenti del Sisde, come si chiamava il servizio segreto interno fino al 2007. Incontri segreti che, secondo una sentenza diventata irrevocabile lo scorso anno, sono il motivo dell'omicidio del dipendente del ministero. Ed è un delitto fondamentale nella storia italiana: perché è il primo rivendicato con la sigla “Falange armata”. Ecco i dettagli.
Le domande che resteranno senza risposta
I primi due fascicoli giudiziari sono quelli di cui si parla di più: l'inchiesta di Milano sulla presunta agenzia di spionaggio Equalize, di cui Gallo era amministratore delegato e fino a oggi principale indagato agli arresti domiciliari; l'altra è l'indagine di Roma su Squadra Fiore, la presunta rete clandestina di dipendenti delle istituzioni rivelata a Today.it da Samuele Calamucci, indagato agli arresti domiciliari con Gallo e suo hacker di riferimento, nell'agenzia Equalize, per l'acquisizione di notizie riservate dalle banche dati dello Stato. Questo almeno secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dal pubblico ministero Francesco De Tommasi e dal procuratore milanese, Marcello Viola.
L'attività di queste due agenzie, Equalize e Squadra Fiore, avrebbe potuto condizionare l'economia italiana e quindi le quotazioni di Borsa attraverso la diffusione di dossier con notizie vere ma riservate, oppure false, oppure verosimili. Con il condimento, nelle relazioni degli indagati, di agenti israeliani del Mossad, americani della Cia, italianissimi di Aisi e Aise, le nostre due agenzie di intelligence che dipendono dalla Presidenza del consiglio.
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La terza inchiesta è invece molto più sensibile e sembra uscita dalle serie tv di Sky “1992” e “1993”. Riguarda l'omicidio dell'educatore del ministero della Giustizia in servizio al carcere di Opera, Umberto Mormile, assassinato a 37 anni l'11 aprile 1990 alle porte di Milano. Ed è in questo processo che Carmine Gallo (foto sopra) sarebbe potuto entrare come supertestimone. Non come indagato.
Proprio mercoledì 12 marzo 2025, ore 9.30, nell'aula della Corte d'assise d'appello, comincia il secondo grado del processo contro uno dei due imputati condannati per concorso nell'omicidio. Si chiama Salvatore Pace ed è un ex boss della 'ndrangheta in Lombardia: diventato poi collaboratore, a distanza di decenni dall'arresto, Carmine Gallo pur da ex poliziotto continuava a seguirlo personalmente. Lo rivela l'inchiesta sull'agenzia di spionaggio Equalize. A novembre 2023 Gallo contatta infatti un questore dell'Italia centrale “per ottenere la facile emissione del passaporto a Pace …, figlia di Pace Salvatore”.
Non solo. Anche l'avvocato che ha difeso l'ex boss nel processo di primo grado e lo difenderà in appello, Salvatore Verdoliva, è un professionista molto vicino a Carmine Gallo: tanto da eleggere domicilio legale per l'omicidio Mormile nell'ufficio di Gallo, essere l'avvocato di fiducia dell'agenzia di spionaggio Equalize ed essere il numero 3 nell'elenco dei 51 indagati.
Verdoliva è accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e interferenze illecite nella vita privata, in concorso con Carmine Gallo, Samuele Calamucci e altri presunti complici. I carabinieri hanno inoltre documentato che, almeno in un caso, l'attività professionale dell'avvocato Verdoliva, a favore di un poliziotto sotto processo, gli sarebbe stata pagata proprio da Gallo.
NUNZIO SAMUELE CALAMUCCI CON CARMINE GALLO E I 'RAGAZZI' AL LAVORO AL QUARTIER GENERALE DI EQUALIZE
Salvatore Pace, l'imputato per l'omicidio di Umberto Mormile, ha ammesso la sua partecipazione a distanza di anni dai fatti. Un primo processo aveva condannato i killer Antonio Schettini e Antonino Cuzzola, i boss Antonio Papalia e Franco Coco Trovato. Ma in quell'occasione Mormile venne ucciso una seconda volta: secondo la ricostruzione in aula, l'educatore del carcere di Opera sarebbe stato un corrotto, avrebbe incassato 30 milioni di lire, ma non avrebbe reso i favori promessi ai Papalia. E per punizione, stando a questa falsa versione, era stato assassinato.
CARMINE GALLO
SAMUELE CALAMUCCI E CARMINE GALLO
CARMINE GALLO
carmine gallo
CARMINE GALLO
CARMINE GALLO
carmine gallo
CARMINE GALLO
Carmine Gallo al tribunale di milano