stefano bonaccini andrea orlando enrico letta

MENTRE LETTA SI E’ INCARTATO CON LA MINI-AMMUCCHIATA CON FRATOIANNI E DI MAIO, ORLANDO, FIUTANDO L’ARIA DA CONGRESSO PD, PRENDE LE DISTANZE DA ENRICHETTO E PARLA DI CAMPO LARGHISSIMO: "SE VINCIAMO UN GOVERNO CON M5S E TERZO POLO" - TRA I PARLAMENTARI DEM, CIRCOLA LA PREOCCUPAZIONE CHE IN CASO DI SCONFITTA LA SINISTRA PD POSSA MEDITARE DI STACCARSI DALLA CASA MADRE PER CREARE, MAGARI IN COMBUTTA CON CONTE, UNA "COSA ROSSA". NON È PASSATO INOSSERVATO IL "LIKE" DI NICOLA ZINGARETTI AD UN VIDEO DI CONTE…

Carlo Bertini per “La Stampa”

andrea orlando 2

 

«Enrico e tutti noi dobbiamo trasmettere l'idea che la partita è riaperta e che si può formare una maggioranza per governare alternativa a quella di centrodestra». Nei continui scambi di questi giorni tra i big del Pd e il segretario, il capo della sinistra interna Andrea Orlando va ripetendo che sarebbe il caso di indicare una prospettiva chiara agli elettori: che, malgrado tutto, «un campo largo, dal terzo polo ai 5stelle, si può realizzare in una maggioranza di governo dopo il voto».

 

Un segnale che andrebbe trasmesso ora, per dare ai cittadini un'alternativa concreta rispetto a quella di un governo Salvini-Meloni.

bettini orlando

Certo, nessuno sottovaluta le enormi distanze tra i vari antagonisti di centrosinistra, sancite in questa campagna elettorale: i colpi bassi tra Calenda e Conte, quelli di Conte verso Letta (e viceversa).

 

Il "voto utile" non decolla Ma il flop del messaggio del voto utile (quello al Pd) confermato dai gradimenti in crescita per il terzo polo e i 5stelle, è il segnale che gli elettori sono propensi a scegliere la forza in cui più si riconoscono. Un atteggiamento svincolato da altre considerazioni, «con uno spirito proporzionale e non maggioritario», come va dicendo Letta quando prova a convincere i suoi del pericolo di questo trend. Purtroppo per i dem, non passa il messaggio che per vincere quei 221 collegi uninominali bisogna votare solo per il Pd e non per altri partiti, altrimenti vincono i candidati di destra.

 

GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

Il ministro del Lavoro, nelle conversazioni con i suoi colleghi, ma anche in recenti interviste sul web, ha fissato due paletti: «Qualsiasi campo alternativo alla destra passa per la sconfitta della destra e per una vittoria netta del Pd». Con un rilancio delle parole d'ordine di questa campagna: «Il Pd vuole battersi per il salario minimo, per migliorare le condizioni salariali, per la transizione ecologica. E il voto al Pd è lo strumento per realizzare un'agenda progressista».

 

Non dare l'idea di aver perso Per Orlando, meglio andarci piano con le previsioni, «perché nell'ultima settimana cambieranno i numeri e il voto al Pd può essere una scelta fatta all'ultimo momento.

 

Ma non bisogna dare l'idea che la partita è persa, se no ognuno vota chi gli sta più simpatico». Messaggio simmetrico a quello lanciato da Letta a più riprese.

Ma nel caso si realizzasse la sconfitta annunciata dai sondaggi andati in onda fino al 9 settembre, Orlando - come anche Dario Franceschini - garantisce che non chiederà una defenestrazione di Letta. In realtà pensa più in grande: «Ma se ci troviamo con quelli al governo, ci mettiamo a fare le primarie per il segretario?», ha detto il ministro in una recente intervista.

andrea orlando al ristorante

 

E se un congresso sarà d'obbligo, «ci sarà da discutere su come farlo. A quel punto andrebbe organizzato un evento rifondativo del campo progressista. Non un congresso del Pd per scegliere un nuovo segretario, magari tra tesi contrapposte: tra chi vuole allearsi con Calenda e chi con i 5Stelle. Quella sarebbe una manifestazione di subalternità e sarebbe il modo per far estinguere il Pd. Bisognerebbe invece interrogarsi più a fondo su cosa fa e dove va la sinistra in Europa o nel mondo».

 

Il "like" di Zingaretti a Conte Non è solo Orlando a paventare una fine del Pd. Sono in molti a temere uno scontro esiziale se si celebrasse un congresso tra due fazioni contrapposte, tra la sinistra dem con Provenzano candidato e i riformisti con Bonaccini.

andrea orlando e chiara saraceno 7

 

Al Nazareno nessuno dà per scontato che Letta si dimetterà in caso di sconfitta e tantomeno un congresso anticipato. Ma tra i parlamentari dem, circola la preoccupazione che la sinistra del partito possa meditare di staccarsi dalla casa madre. Verso lidi più di sinistra, magari in combutta con Conte per una «cosa rossa» nel segno di Mélenchon, patrocinata magari da personalità come Goffredo Bettini e da Speranza, Bersani e compagni. Non è passato inosservato un «like» di Nicola Zingaretti ad un video di Conte su Instagram, seppur accompagnato subito dalla smentita del suo staff che «è stato un errore». Molti ricordano le parole del governatore, che ha ammesso giorni fa di «non aver gioito per la rottura con i 5stelle», pur definendo «inevitabile lo strappo con il Pd...». Segnali di fumo che fanno tremare chi è ostile alla ricucitura con i 5stelle... -

conte gualtieri orlando franceschini festa bettinidaniele franco mario draghi andrea orlando conferenza stampa sulla manovraenrico letta andrea orlando andrea orlando 3

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…