di pillo raggi

OSTIA SCONSACRATA - DI PILLO DEL M5S VINCE COL 60%, CENTRODESTRA RIDIMENSIONATO, ASTENSIONE ULTRARECORD: HA VOTATO SOLO IL 33%, AI SEGGI BLINDATISSIMI NON SI È PRESENTATO QUASI NESSUNO - LA SCONFITTA MONICA PICCA: ‘HANNO VINTO CON I VOTI DI CASAPOUND E DEGLI SPADA’, MA PURE NEI FORTINI DELLA DESTRA DI CASAL PALOCCO, TRA VILLE E CALCIATORI

 

Lorenzo De Cicco per www.ilmessaggero.it

 

Questa strana campagna elettorale di Ostia, di cui gli ostiensi si sono in larga parte infischiati, finisce come era cominciata: con l'ombra lunga delle cosche che guadagna la ribalta dei comizi e sembra fagocitare tutto il resto. «I grillini hanno vinto con i voti degli Spada», urla a tarda notte, davanti a fedelissimi e telecamere, la candidata del centrodestra, Monica Picca, quando la debacle temuta e tutto sommato pronosticata diventa certezza.

raggi di pillo

 

«Guardate i numeri - dice la sconfitta - Il M5S guadagna voti a Nuova Ostia, la terra di Casapound e dei clan». Certo è che il Movimento vince con quasi 20 punti di scarto e la spunta anche nelle roccaforti tradizionali della destra, come a Casal Palocco, il quartiere con i villoni di calciatori e vip.

 

Giuliana Di Pillo

Nel X Municipio di Roma finisce 59,6% a 40,4%. Il prossimo minisindaco, dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni criminali, sarà la pentastellata Giuliana Di Pillo, ex insegnante di sostegno di una scuola media diventata poi delegata al Litorale di Virginia Raggi. È soprattutto lei, la sindaca di Roma, a tirare un sospiro di sollievo, perché in qualche modo supera il primo test elettorale a un anno e mezzo dalla scalata del Campidoglio. Certo, il M5S crolla di 17 punti, rispetto al ballottaggio del 2016, ma Raggi cinguetta soddisfazione: «I romani sono con noi e per il cambiamento», il messaggio su Twitter.

 

Monica Picca candidata centro destra

Vincono i Cinquestelle, dunque, ma stravince l'astensionismo. E stavolta non si può neanche dare la colpa al maltempo, come al primo turno di due settimane fa. Si sgretola, quindi, anche l'ultimo alibi per nascondere la fuga dalle urne. C'era un bel sole ieri sul lungomare di Ostia, eppure ai seggi blindatissimi da polizia e carabinieri (schierati 400 uomini in più) non si è presentato quasi nessuno. A scegliere il presidente di questa città nella città - 230mila abitanti, come Messina - è un pugno di elettori. Davanti alle cabine nere montate dagli scrutatori si presenta un abitante su tre di quelli che hanno diritto al voto, il 33,6%, poco più di 60mila residenti.

 

IL CROLLO

monica picca

Un fiasco perfino peggiore di quello del 5 novembre, quando infilò la scheda negli scatoloni del Viminale solo il 36% degli elettori potenziali. Lo sconforto degli scrutatori diventa grottesco in una sezione di Tor de' Cenci, in via Santi Savarino, dove hanno votato appena in 2 su 998 aventi diritto. Qualche raffronto: alle comunali del 2016, a Ostia la partecipazione aveva superato il 56%. E nel 2013, alle ultime municipali, l'affluenza aveva sfiorato il 53%; significa che in quattro anni si sono persi oltre 20 punti percentuali.

 

spada

Nel Movimento si guarda al bicchiere mezzo pieno. Per il candidato premier dei Cinquestelle, Luigi Di Maio, «l'effetto Raggi esiste ed è positivo». Dall'altro lato della contesa, Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia (il partito della Picca), spulcia i dati grezzi dello spoglio: «Il M5S in un anno è crollato di quasi 20 punti, io non festeggerei». Nel centrodestra si apre ora la resa dei conti interna, con un occhio al prossimo traguardo, le regionali del Lazio tra pochi mesi. «Con un candidato moderato avremmo preso più voti al centro, si poteva fare meglio», confida a caldo Davide Bordoni, capogruppo di Forza Italia in Campidoglio. Scena muta per il Pd, spazzato via dal secondo turno, costretto a leccarsi le ferite e a «ripartire» - così dicono almeno i dirigenti locali - da un bottino magrissimo, il 14 per cento scarso.

DOMENICO SPADA

 

L'ULTRADESTRA

Nel nuovo consiglio municipale mette un piede l'ultradestra, sotto le insegne di Casapound, capace di costruire un radicamento nei quartieri che hanno sofferto di più la crisi della politica tradizionale. Tra le case popolari di Nuova Ostia, i fascisti del Terzo Millennio due settimane fa hanno scavallato il 20 per cento. «Era il primo passo, un giorno conquisteremo Roma», dicevano ieri davanti alla serranda di via Pucci Boncambi, il quartier generale di Cp, a pochi isolati dalla palestra dove Roberto Spada, dieci giorni fa, ha assalito una troupe della Rai.

CASAPOUND jpegROBERTO SPADA

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…