draghi padoan

PADOAN PROVA A FARE IL PARAGURU CON BRUXELLES – NELLA LETTERINA DI RISPOSTA ALLA RICHIESTA UE DI MANOVRA PRENDE TEMPO E RINVIA GLI INTERVENTI AD APRILE – MONTA L’INCAZZATURA NELLA COMMISSIONE: VUOLE SUBITO UN DECRETO, L’ITALIA HA GIA’ AVUTO UN BONUS DI 19 MILIARDI SUL DEFICIT (ARRIVA LA TROIKA?)

 

Alberto D’Argenio per la Repubblica

 

padoan moscovicipadoan moscovici

C’è un margine di ambiguità nelle lettera che il governo ha recapitato ieri sera a Bruxelles che potrebbe costare caro all’Italia. Anche la procedura d’infrazione europea per il mancato rispetto della regola del debito. Un restringimento della sovranità in campo economico e un rischio sui mercati che potrebbero penalizzare il Paese in termini di spread e interessi sul debito ben oltre i 3,4 miliardi della manovra richiesta dall’Unione. È questo lo scenario che ora si spalanca di fronte a Palazzo Chigi e al Tesoro, con la Commissione europea che sebbene con riluttanza è ormai pronta a commissariare Roma. Ma la decisione finale a Bruxelles non è ancora stata presa, sarà drammatica, tutta politica e arriverà a breve.

 

gentiloni padoan1gentiloni padoan1

Le ultime ore del negoziato di ieri sono state convulse, con la triangolazione tra lo staff del responsabile Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, gli esperti di Piercarlo Padoan e Palazzo Chigi, dove il premier Paolo Gentiloni ha seguito le trattative sulla stesura delle lettera. Una dialettica basata su due diversi approcci, con Padoan determinato a dare all’Europa quelle risposte puntuali, misurabili e immediate per evitare la procedura mentre il premier insisteva per essere più evasivo e spostare al Def di metà aprile l’attuazione delle misure, senza mettere in campo una vera manovra bis.

RENZI PADOANRENZI PADOAN

 

Dopo avere concesso, stirando le regole, 19 miliardi di flessibilità negli ultimi due anni ai quali si sommano altri 7 per il 2017, la Commissione ha chiesto a Roma di rientrare almeno di 3,4 miliardi in modo da salvare le apparenze e invertire la dinamica del debito, vero tallone d’Achille italiano lievitato intorno al 133% del Pil. Ma con il Paese che potrebbe andare a elezioni anticipate i leader dei partiti di maggioranza, Renzi in testa, hanno spinto per evitare una impopolare manovra bis. Fino all’ultimo si è negoziato sui tempi dell’intervento, al centro la formula usata dal governo: «Le misure saranno prese all’interno dell’arco temporale del Def».

JUNCKERJUNCKER

 

Al Tesoro spiegano che potrebbero arrivare subito oppure ad aprile, insieme al Def. Una scelta che quindi lascia spazio al negoziato interno al governo e con Bruxelles e sulla quale incideranno anche i dati macroeconomici del quarto trimestre 2016 di metà mese. Ma l’ambiguità della formulazione, la possibilità che gli interventi vengano annunciati solo ad aprile e attuati dopo, mette in difficoltà la Commissione, dove in molti non vogliono trattare oltre.

 

Le fonti ufficiali della Commissione ieri non hanno commentato la lettera, giunta in tarda serata, ma prima di leggere il testo definitivo ammonivano che se fosse rimasta ambiguità sui tempi e impatto delle misure la partita si sarebbe complicata e i margini per salvare Roma si sarebbero ridotti drasticamente. La decisione ora spetta al presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, da sempre impegnato ad aiutare l’Italia.

 

PADOANPADOAN

Fondamentale potrebbe essere un faccia a faccia con Gentiloni al summit europeo di domani a Malta. Per Juncker si profila una decisione politicamente difficile, specialmente se l’Italia andrà a elezioni anticipate e non ci sarà un Parlamento in grado di approvare le misure: graziare ancora Roma, rinviare la decisione a dopo il voto con il rischio di andare allo scontro con il nuovo governo che difficilmente come primo atto farebbe una manovra correttiva (che comunque potrebbe rivelarsi tardiva) e perdere la faccia, oppure intervenire subito mettendo l’Italia in procedura con il pericolo di subire una campagna elettorale tutta contro l’Europa?

 

Il 13 febbraio Bruxelles pubblicherà le previsioni economiche d’inverno nelle quali probabilmente dirà che Roma resta a rischio di deviazione significativa sui conti. Poi a fine mese potrebbe passare alle vie di fatto pubblicando insieme ai “country report” il rapporto sul debito italiano, avviando le pratiche per la procedura.

 

JIRKY 
KATAINEN 
JIRKY KATAINEN

Una decisione considerata politicamente difficile anche perché sarebbe la prima volta che un paese con il deficit sotto al 3% verrebbe commissariato per il debito. Ma con il rischio elezioni e di fronte alla rinvigorita ala popolare della Commissione capitanata dai vicepresidenti Dombrovskis e Katainen, appoggiati dai governi rigoristi, questa volta gli sforzi di Juncker e Moscovici potrebbero non bastare.

 

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...