PALLE O PANELLE? - MACALUSO RISPONDE DURAMENTE A CHI GLI AVEVA DETTO DI ESSERE IL ‘’VENTRILOQUO’’ DI BELLA NAPOLI - “UNO CHE HA AVUTO GLI INCARICHI DI MANCINO NON PUÒ PARLARE CON IL CAPO DELLO STATO E DIRE: CI SONO TRE PROCURE CHE NON SI METTONO D'ACCORDO? E PERCHÉ NON DOVREBBE ESSERE ASCOLTATO? NON È UNO CHE VENDE PANELLE” - “MACCHÉ TRATTATIVE STATO MAFIA, I FATTI VANNO NELLA DIREZIONE OPPOSTA”...

V. Pic. per il "Corriere della Sera"

«Io non posso essere ventriloquo di nessuno. Né Napolitano un dettatore. E penso che Nicola Mancino si sia lasciato un po' andare al panico, ma che un uomo che ha avuto i suoi incarichi non possa chiamare il capo dello Stato mi sembra ridicolo». Emanuele Macaluso, storico esponente del Pci ed ex direttore del Riformista, sorride e si infuria per essere stato definito «ventriloquo» del Colle, in una telefonata dell'inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia tra i generali Mario Redditi e Mario Mori.

«Grande amico del presidente Napolitano» lo è?
«Sì, ma che significa? Ci siamo conosciuti nei primi anni 50 quando era militare a Palermo. E ci frequentiamo da quando ero segretario Cgil e lui nel comitato per il Mezzogiorno a Napoli. Siamo stati insieme nel Pci, ma abbiamo avuto grandi discussioni anche quando lui era presidente del gruppo parlamentare e io direttore dell'Unità, che faceva valere una sua autonomia».

Cosa aveva detto a quella presentazione del libro di Mori?
«Avevo criticato ferocemente Mori per aver creduto di poter avere informazioni utili da Ciancimino che era organico al sistema dei Corleonesi e secondo me mandante di omicidi politici. E che il processo sulla trattativa non aveva basi perché fondato sulle dichiarazioni di Ciancimino figlio, più bugiardo e "tragediatore" del padre. Ma non è che prima di parlare chiamo Napolitano e chiedo se va bene. Né viceversa. Solo un militare imbecille può pensarlo».

Esclude ancora l'ipotesi di trattativa Stato-mafia?
«Sì, perché i fatti vanno in direzione opposta. Alla mafia è stato inferto un duro colpo tant'è che ha tentato di tornare dallo stragismo agli affari».

Non la sorprendono le telefonate di Mancino?
«Perché? Lui si è agitato troppo, secondo me sbagliando. Ma un uomo che è stato presidente del Senato, ministro dell'Interno, vicepresidente del Csm, non può parlare con il capo dello Stato e dire: ci sono tre Procure che non si mettono d'accordo? E perché non dovrebbe essere ascoltato? Non è uno che vende "panelle"».

C'è chi nota proprio il trattamento diverso rispetto a un cittadino comune.
«Ma è una contraddizione. Prima si ipotizza la trattativa tra lo Stato e la mafia. Lui viene chiamato proprio perché era ai vertici dello Stato e poi non dovrebbe comportarsi come tale? Ma cos'è, l'opera dei Pupi?».

 

Giorgio NapolitanoEMANUELE MACALUSO FOTO AGF REPUBBLICA jpegMARIO MORINICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANOMassimo Cianciminogiuseppe vita

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