L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - “IL DESTINO DELLE NAZIONI, VISTO CHE LA POLITICA NON HA PIÙ POTERE SULL’ECONOMIA, È IN MANO ALLE BANCHE CENTRALI - SI CELEBRANO ELEZIONI AMMINISTRATIVE O PRESIDENZIALI INSIGNIFICANTI, MENTRE CRESCE UN SISTEMA SPECULATIVO DI NON-CRESCITA, IN CUI LE BANCHE FRENANO LE IMPRESE PERCHÉ I SOLDI SERVONO A REMUNERARE IL CAPITALE DELLE STESSE BANCHE”…

Barbara Palombelli per "Il Foglio"

Di chi è la colpa? Dove andremo a finire? E, soprattutto, dove sono spariti i soldi? Intossicati dalle comunicazioni sull'apocalisse dell'euro e dal bombardamento anti casta h24, amici e parenti ti assalgono anche fuori orario. Sarebbe comodo rispondere che l'autista dell'auto blu, le rapine di Lusi, la pensione di Cicciolina e le passeggiate del Trota ci hanno portato sulla soglia del default mondiale. C'è già chi lo fa, e un giorno se ne pentirà (semplificare non sarebbe il compito del giornalista, non era almeno quello che ci hanno insegnato i grandi).

In privato, i grandi esperti del denaro internazionale, quelli che stanno accompagnando i ricchi del pianeta a fare shopping fra le nostre aziende pubbliche e private, stremate e sul mercato, ti raccontano un'altra storia. Cominciamo con il porre una domanda: a chi è affidato il destino delle nazioni, dal momento che la politica non ha più il potere sull'economia? Risposta: alle Banche centrali. Chi, se non loro, hanno deciso l'equilibrio fra le valute, gli interessi a cui le banche commerciali potevano prelevare somme da girare agli imprenditori e al mercato?

Un circolo vizioso tutto finanziario, in cui oggi non avrebbero un prestito nemmeno i grandi capitalisti del passato. I soldi producono soldi, comprano titoli che danno interessi più alti di quelli alla fonte, con il differenziale si tappano i buchi, e si attende. Gli imprenditori comprano pezzi di banche, corteggiano lo stato per avere concessioni sicure per i loro eredi, anche loro fanno finanza strasicura. E il mercato? Chiuso a tempo indeterminato. La causa di tutte le crisi è la manipolazione dell'offerta di moneta, realizzata attraverso una politica economica arbitraria (il livello di tasso di interesse) che non è il risultato dello scambio sul libero mercato del capitale.

Il sistema delle banche commerciali, legato alla Banca centrale, non fa altro che impiegare la liquidità a basso costo per remunerare il capitale delle stesse banche: nel fare questo sceglie progetti d'impresa a zero rischio e collocazioni di capitale non efficienti. Con l'effetto che vediamo ogni giorno. Ovunque, le Banche centrali creano un modello di non-sviluppo, di non-crescita. A seguire, gli istituti bancari frenano la scommessa sull'impresa, rallentano i fallimenti delle aziende decotte (vedi i casi italiani recenti), chiudono i rubinetti del credito spingendo lentamente ma inesorabilmente migliaia di piccoli commercianti e artigiani verso la rinuncia o i gesti estremi che vediamo ogni giorno.

Non è finita qui. Milioni di cittadini del pianeta, invogliati dai tassi accessibili - quasi costretti dai sorrisi e dalle promozioni pubblicitarie - hanno speso soldi che non avevano e non avrebbero mai avuto a disposizione, alimentando bolle di tutti i tipi in ogni paese. Milioni di case non avrebbero mai dovuto essere costruite e comprate, dagli Stati Uniti alla Spagna passando per l'Italia.

Oggi sono proprietà di chi? Delle banche, naturalmente. Siamo in una palude internazionale in cui la stanza dei bottoni reale non risiede più a Washington e neppure a Mosca, figuriamoci a Bruxelles (dove, vale la pena ricordarlo, la vera sconosciuta casta che non vide i conti della Grecia è ancora saldamente al potere). La politica forse non conosce neppure i meccanismi autentici del potere sovranazionale valutario, e non è un deficit di comprensione solo nostro.

Si celebrano elezioni amministrative o presidenziali insignificanti, si vincono e si perdono partite che altri - sconosciuti e non tenuti a rendere conto, se si esclude il geniale Dominique Strauss-Kahn, uno spirito libero certamente non gradito ai sacerdoti dell'occulto - giocano indisturbati. Ma come si fa a spiegare tutto questo agli zii che ti tampinano?

 

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