fabio panetta bankitalia banca d italia

CHE BANKITALIA SARÀ CON PANETTA?– IL NUOVO GOVERNATORE DI PALAZZO KOCH, IN CARICA DA DOMANI, DARÀ UN PRIMO SEGNALE SUL SUO MANDATO CON LA NOMINA DEL SOSTITUTO DI CIPOLLONE (ANDATO A FRANCOFORTE) COME VICE DIRETTORE GENERALE: PUNTERÀ SULLA CONTINUITÀ O FARÀ UNA SCELTA DI “ROTTURA”? – DOPO AVER LOTTATO CONTRO I FALCHI NEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA BCE, ORA SUL “MES” POTREBBE DOVER PRENDERE LE DISTANZE DAL GOVERNO – L'ULTIMO INTERVENTO DI VISCO: “IL PIL RISTAGNA, LO SPREAD È SALITO PER FATTORI GLOBALI”

1 – VISCO, 'IL PIL RISTAGNA, I RISCHI SONO AL RIBASSO'

IGNAZIO VISCO FABIO PANETTA

(ANSA) – "La fase di sostanziale ristagno del prodotto è proseguita in Italia anche nell'estate". Lo ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco alla Giornata Mondiale del Risparmio sottolineando che "le nostre indagini e gli indicatori qualitativi continuano a segnalare una diffusa debolezza dell'attività manifatturiera; nonostante il buon andamento del turismo, nei servizi sembra essersi esaurito il forte recupero" post pandemia.

 

Visco ha avvertito che sulle stime economiche aleggiano rischi "orientati al ribasso, soprattutto per l'acuirsi delle tensioni geopolitiche e l'irrigidimento delle condizioni di finanziamento".

 

fabio panetta ignazio visco

Il governatore di Bankitalia ha sottolineato poi che lo spread dell'Italia sale "senza dubbio anche per fattori globali e non specifici del nostro Paese" ma "l'effetto sui titoli del debito pubblico è stato superiore a quello degli altri paesi probabilmente perché gli investitori temono per la capacità di sviluppo dell'Italia e percepiscono che, anche per questa ragione, il debito pubblico non è ancora in equilibrio".

 

La decisione della Bce di "mantenere i tassi sugli attuali livelli per un periodo sufficientemente lungo, a regolare cioè la persistenza della nostra azione più che la sua intensità, sia una decisione saggia", ha proseguito Visco. "Tale approccio - ha aggiunto - fornisce infatti in assenza di nuovi forti shock dal lato dell'offerta, il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo e quello di non fare abbastanza, riducendo allo stesso tempo le possibili ripercussioni sulla già debole attività economica e i rischi per la stabilità finanziaria".

 

ignazio visco fabio panetta

Il banchiere centrale ha quindi avvisato che il "consolidamento dei conti non deve, come in passato, compromettere la qualità della spesa pubblica e la sua capacità di sostenere la crescita" e chiede di compiere "scelte sulla base di priorità ben definite", indirizzano le risorse "verso quegli investimenti che il settore privato non potrebbe porre in atto". Visco ha ricordato a chi cita Keynes e agli effetti della spesa in disavanzo, le parole dello stesso economista: "la cosa importante per il governo non è fare ciò che gli individui fanno già, e farlo un po' meglio o un po' peggio, ma fare ciò che non si fa del tutto".

 

Nel prossimo triennio "la flessione del debito pubblico attesa nei programmi del Governo è marginale; nel 2026 il debito sarebbe pari a poco meno del 140 per cento del Pil. Successivamente, in assenza di interventi, il rapporto rischia di salire", ha concluso Visco osservando che "le famiglie italiane affidano allo Stato, sottoscrivendo titoli del debito pubblico, una quota non irrilevante della loro ricchezza. Come ogni buon debitore, anche l'emittente pubblico ha il dovere di farne buon uso e di restituirla nei modi e nei tempi promessi".

 

ignazio visco considerazioni finali 2023

Ma, a differenza dei prenditori privati, "il compito dello Stato non si esaurisce nella restituzione di quanto preso a prestito. La tutela del risparmio e il suo impiego efficiente richiedono politiche economiche che assicurino il mantenimento di condizioni finanziarie equilibrate, stabilizzino le fluttuazioni cicliche dell'economia e ne migliorino il potenziale di crescita".

 

E per i paesi ad alto debito, dice, "ridurne l'incidenza rispetto al prodotto è una priorità: un debito eccessivo rispetto alla capacità di crescita riduce gli spazi per le politiche anticicliche, espone l'economia a tensioni sui mercati e aumenta i costi per lo Stato, e in ultima analisi per le famiglie e le imprese".

 

2 – A BANKITALIA PARTE L'ERA PANETTA ESORDIO CON LA SCELTA DEL VICE DG

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

 

fabio panetta foto di bacco

Ci vuole tempo prima che un nuovo governatore, destinato a sei o dodici anni al vertice, lasci la sua impronta sulla Banca d'Italia. Ma una prima scelta di peso Fabio Panetta, che domani succederà a Ignazio Visco, la prenderà quasi subito. Il trasferimento di Piero Cipollone all'esecutivo della Bce, proprio il ruolo lasciato da Panetta, libera uno dei cinque posti nel direttore, l'organo di Via Nazionale che prende in modo collegiale le decisioni e di cui il governatore è “primo tra i pari”.

 

Indicare il nuovo vice direttore generale è sua prerogativa, Panetta lo dovrebbe fare già a novembre. In corsa ci sono una serie di alti funzionari con solido profilo da economista - e relativo passaggio nell'ufficio studi, sancta sanctorum della Banca – da sempre privilegiato nella scelta: Sergio Nicoletti, che guida proprio il dipartimento Economia e statistica, Luigi Cannari, a capo dei Sistemi di pagamento, Magda Bianco, che si occupa di Tutela della clientela e raddoppierebbe la presenza femminile al vertice, allineandola a standard internazionali. In vantaggio però, al momento, sarebbe un funzionario dal profilo diverso, cioè Gian Luca Trequattrini, a lungo capo di gabinetto del direttore. Un uomo di struttura, che per anni ha lavorato a contatto con Panetta e gli altri vertici.

 

FABIO PANETTA CHRISTINE LAGARDE

Alla nomina si guarda con attenzione, dentro e fuori Palazzo Koch, per capire quanta discontinuità vorrà imprimere Panetta. Dall'interno in questi giorni, per credenze e dottrina, si sottolinea soprattutto la continuità. Il fatto che il nuovo governatore è un economista cresciuto dentro la Banca. Che dopo essere stato stretto collaboratore di Antonio Fazio, il suo sherpa alle riunioni della Bce, lo è stato anche di Mario Draghi, nell'era di rifondazione dopo gli scandali. Che Visco lo ha scelto come numero due, e poi per l'esecutivo Bce, dove Panetta ha lottato con le “colombe” contro i “falchi” del Nord.

 

CHRISTINE LAGARDE FABIO PANETTA GIANCARLO GIORGETTI PIERRE GRAMEGNA

Ma è soprattutto il secondo aspetto – la discontinuità – che resta da definire e misurare. Un aspetto a cui lo stesso Visco ha fatto cenno, parlando di «scuole e caratteri diversi», in un «modo di essere» unico che è quello di Bankitalia.

 

[…] Visco è esperto di economia reale, Panetta di banche e finanza. Il primo ha attitudine da studioso, ossessionato dai dati, schivo e prudente; il secondo è estroverso e schietto. Il primo, nel comitato ai dirigenti, ha citato il Candido di Voltaire (“mi occuperò del mio giardino”), il secondo, parlando di politica monetaria, Emozioni di Battisti.

 

Ma la diversità di Panetta è soprattutto in un attributo che in Bankitalia si maneggia con prudenza: politico. Viene dalla sua storia familiare, dal padre sindaco della Democrazia cristiana. Si sviluppa nei negoziati di anni tra Bruxelles e Francoforte. Si sostanzia nell'apertura per ascoltare le ragioni della politica e dialogarci.

 

il banchiere fabio panetta

Attributo più alto e sfumato rispetto alla semplicistica etichetta di “Draghi di destra” che alcuni gli hanno appiccato, alimentato dall'ipotesi di un incarico come ministro dell'Economia. Ma che potrebbe portarlo a declinare in modo diverso due caratteristiche chiave di Bankitalia, nella tradizione che da Einaudi arriva a Visco, passando per Ciampi e Draghi, cioè la laicità e l'indipendenza. Così come uno dei compiti chiave della Banca, ora che politica monetaria e vigilanza sono diluite nell'Eurosistema, cioè quello di “consigliere autorevole”.

 

Voce indipendente di cui c'è bisogno, considerato lo stretto sentiero su cui sono avviati i conti italiani e le pulsioni antieuropeiste che attraversano la maggioranza, per esempio sul Mes, e che presto o tardi, ragiona un autorevole economista, potrebbe mettere Panetta di fronte alla necessità di marcare una distanza dal governo che lo ha scelto. […]

 

fabio panetta

Chi conosce Bankitalia e lo stesso Panetta si aspetta un approccio cauto, da grande pragmatico, qualità che tutti gli riconoscono sopra ogni altra. Cauto verso l'esterno, con parole riservate alle occasioni istituzionali. E cauto all'interno, per non scuotere la struttura e assicurare la compattezza del direttore, dove in passato i rapporti con l'attuale direttore generale Signorini sono stati dialettici. La scelta del vice direttore darà un primo segnale, dentro e fuori.

fabio panetta della bcefabio panetta e christine lagarde

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