marcella panucci

"NON C'È SALUTE SENZA LAVORO" - MARCELLA PANUCCI, DIRETTORE GENERALE DI CONFINDUSTRIA, SI DICE PREOCCUPATA PER LA “TENUTA SOCIALE” DEL PAESE: “DOBBIAMO RIPRENDERE LE ATTIVITÀ CONVIVENDO CON IL VIRUS. CON UN LOCKDOWN PROLUNGATO, SI RISCHIA DI DANNEGGIARE L’INTERA INDUSTRIA EUROPEA - IL MES? CHI FA POLEMICA VUOL DIRE CHE NON VUOLE BENE AL PAESE. LA PATRIMONIALE? ASSOLUTAMENTE NO…”

Edoardo Dallari per https://fondazioneleonardo-cdm.com/

 

 

marcella panucci

Una cosa è la salute, un altro fatto importante è però il benessere. “Il diritto alla salute va chiaramente tutelato, ma c’è anche il lavoro che è a fondamento della Repubblica. Il lavoro senza salute non è possibile, ma non c’è salute senza lavoro”. Marcella Panucci, dal 2012 Direttore Generale di Confindustria, analizzando la crisi coronavirus, si dice preoccupata per la “tenuta sociale” del Paese e ragiona su come si debba riaprire l’Italia in sicurezza, ma in fretta.

 

Direttore Panucci, siamo davvero pronti per la Fase 2?

Dobbiamo riprendere le attività convivendo con il virus perché non sappiamo quanto durerà l’epidemia né quando avremo il vaccino. Già oggi circa il 40% delle imprese italiane sta lavorando. I nostri imprenditori sono tenuti ad applicare le regole del Protocollo siglato con i sindacati il 14 marzo e, dai controlli effettuati sui territori, per esempio in Veneto, non sono emerse irregolarità in nessuna impresa. Il luogo di lavoro consente di attuare una serie di prescrizioni molto rigorose che preservano la salute dei lavoratori.

 

Il governo vi ha ascoltato in queste settimane?

marcella panucci

Ci siamo sempre confrontati con il governo. La settimana scorsa, quando è stata decisa la proroga delle chiusure al 3 maggio, ci hanno informati e abbiamo preso atto della cosa, ma bisogna lavorare per una riapertura graduale già dal 20 aprile. I nostri colleghi tedeschi ci hanno scritto chiedendoci di sostenere il riavvio delle attività economiche perché, con un lockdown prolungato, si rischia di danneggiare l’intera industria europea. I tedeschi, peraltro, stanno lavorando, quindi noi non possiamo aspettare oltre.

 

Come si stanno comportando i sindacati in questa crisi?

In una prima fase c’è stato un dialogo costruttivo che ha portato alla sottoscrizione del Protocollo. Sono poi seguite frizioni sulla necessità di chiudere gran parte delle imprese. Mi auguro che si torni a collaborare per essere compatti verso un unico obiettivo: alla fine dell’emergenza le persone devono avere ancora un lavoro.

 

Il decreto “Cura Italia” e quello “liquidità” vi hanno soddisfatto?

marcella panucci

Le risorse stanziate sono importanti e il Governo ha assicurato che ne seguiranno altre. I capitoli affrontati sono quelli giusti: liquidità, sospensioni fiscali, cassa integrazione. Quello che purtroppo non ha funzionato sono i tempi con cui questa liquidità deve affluire alle imprese e ai lavoratori. Altrimenti annulliamo l’effetto positivo dei provvedimenti.

 

Di cosa hanno bisogno le imprese?

Io penso che la via principale debba essere quella di credito e garanzie, quindi quella che è stata seguita, perché l’effetto leva consente di massimizzare l’uso delle risorse. Il tema vero però è garantire tempi di restituzione dei prestiti lunghi e congrui: 6 anni sono assolutamente insufficienti. Ne servirebbero almeno 15, se non di più. In questa fase le imprese si stanno indebitando per sostenere la mancanza di fatturato dovuta alle chiusure.

E in futuro?

Usciremo dalla crisi con un sistema economico sfibrato. L’emergenza è la liquidità ma bisogna anche guardare all’equity. Servono provvedimenti che consentano alle imprese di rivalutare gli asset di bilancio e favorire apporti di capitale eventualmente anche mediante la trasformazione di parte del debito in equity.

CONTE MERKEL SANCHEZ MACRON

 

La risposta europea le sembra soddisfacente?

La Commissione Europea ha usato gli strumenti di cui dispone: ha messo sul campo la possibilità di utilizzare i residui dei fondi strutturali senza cofinanziamento, ha modificato le norme sugli aiuti di stato, ha messo in campo il fondo “SURE” e ha sospeso il Patto di stabilità. Il Consiglio Europeo invece è stato lento e conflittuale. Gli Stati membri faticano a riconoscere questa come una crisi simmetrica che toccherà tutti e che quindi va affrontata con strumenti comuni.

 

Al centro del dibattito politico c’è il Mes.

merkel macron conte

Lo trovo surreale. Abbiamo fatto una battaglia per avere uno strumento a disposizione e ora ci rifiutiamo di utilizzarne le risorse per ragioni ideologiche e prive di ragionevolezza economica. Chi fa polemica sul Mes vuol dire che non vuole bene al Paese. Poi è ovvio che serve di più. Come gli Eurobond, che servono a finanziare piani di investimento a partire da infrastrutture e ricerca. Ma ora dobbiamo essere pragmatici.

 

Quindi l’Eurogruppo della settimana scorsa ha preso le giuste decisioni?

Si, perché è stata tolta la condizionalità ai prestiti destinati alla spesa sanitaria. Se noi per le spese sanitarie prendiamo 36 miliardi dal Mes, possiamo evitare di spendere le risorse nazionali per i capitoli sanitari e destinarle all’economia. Sono risorse aggiuntive.

 

Si parla molto della patrimoniale. È d’accordo?

Assolutamente no. È il momento di mettere i bilanci pubblici a disposizione dell’economia reale e non viceversa.

Come possiamo rilanciare l’export che sarà in fortissima crisi nei mesi a venire?

CONTE MERKEL

Un terzo del nostro Pil è in esportazioni. Bisogna poter tornare a produrre. Se stiamo chiusi anche là dove possiamo esportare, come nella meccanica o nella moda, rischiamo di perdere i mercati di destinazione perché troveranno altri partner con cui lavorare. Occorre poi rafforzare il piano per il Made in Italy e i fondi a sostegno dell’export guardando quei mercati che riaprono a livello globale.

 

Le modalità di lavoro sono radicalmente cambiate in questo mese e mezzo. Cosa ci aspetta in futuro?

Avremo una diversa organizzazione del lavoro. Lo smart working e l’uso della tecnologia sarà molto diffuso. Strutturalmente questa crisi accelera tendenze già in atto da tempo: avremo una maggiore automazione del lavoro. La storia ci insegna che con le rivoluzioni industriali aumentano la competitività delle imprese e la relativa ricchezza diffusa nella società. Avremo bisogno di più investimenti e meno assistenza.

marcella panucci 2marcella panucci 1PANUCCI BOCCIA

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…