SEVERINO LOBBISTA PER CONFINDUSTRIA - L'EX GUARDASIGILLI DEL GOVERNO MONTI INGAGGIATA PER SEGUIRE L'ITER DEL DISEGNO DI LEGGE SUI REATI AMBIENTALI - LA PARTITA RIGUARDA PURE L'ILVA DI TARANTO E VALE UNA VALANGA DI QUATTRINI

Stefano Sansonetti per "LaNotiziaGiornale.it"

 

Paola Severino Paola Severino

La questione va facendosi di giorno in giorno più delicata. A tal punto che i gruppi esteri hanno deciso di seguirla alzando al massimo il livello di attenzione. Anche per questo è stata messa in campo una lobbista d’eccezione, Paola Severino, ex ministro della giustizia nel governo Monti. Cosa bolle esattamente in pentola? Le commissioni riunite giustizia e ambiente del Senato stanno per affrontare momenti decisivi nell’esame del disegno di legge sui reati ambientali.

 

Argomento sin troppo caldo, che può avere ripercussioni sull’Ilva e su tutti i casi simili presenti sul territorio italiano. Il ddl in questione, presentato da una folta pattuglia di parlamentari del Pd (tra cui Ermete Realacci), del M5S e di Sel, introduce e dettaglia tutta una serie di delitti come inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale di alta radioattività e impedimento al controllo.

ERMETE REALACCI PIER LUIGI BERSANI ERMETE REALACCI PIER LUIGI BERSANI

 

Il fatto è che sul ddl è già scontro tra i magistrati, che vorrebbero rafforzarne i contenuti per reprimere gli illeciti, e la lobby delle grande aziende, che invece vorrebbero alleggerirne l’impalcatura. In mezzo si estende un terreno sdrucciolevole sul quale sta cercando di destreggiarsi la Severino. Certo, l’ex ministro della giustizia vanta contatti privilegiati con l’ambiente confindustriale, se solo si considera che è tutt’ora prorettore della Luiss, l’ateneo presieduto dall’ex numero uno di viale dell’Astronomia, Emma Marcegaglia.

 

IMPIANTO ILVA A TARANTO IMPIANTO ILVA A TARANTO

Ma il nome della Severino è uscito fuori anche tra i possibili candidati al Quirinale, per i quali è imprescindibile coltivare buoni rapporti con la magistratura. Sta di fatto che sotto traccia l’ex Guardasigilli si sta occupando molto da vicino degli sviluppi del disegno di legge. Del resto che le posizioni in campo rischino l’attrito è confermato dai documenti depositati nelle commissioni di palazzo Madama in occasione delle audizioni svolte lo scorso 11 settembre.

 

Secondo il procuratore capo di Civitavecchia, Giancarlo Amendola, le maggiori perplessità del testo derivano dal fatto che i delitti di inquinamento e disastro ambientale richiedono una “violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificamente poste a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sé illecito amministrativo o penale”. Per Amendola è sbagliato far dipendere la punibilità “dall’osservanza o meno delle pessime e carenti norme regolamentari oggi esistenti”.

ILVA DI TARANTO ILVA DI TARANTO

 

Così come parrebbero troppo benevole le nuove norme sul ravvedimento operoso, che nel testo consentono di diminuire dalla metà a due terzi le pene nei confronti di chi collabora con l’autorità giudiziaria. Su questo punto, però, è di avviso diverso il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, che tra l’altro è stata capo della segreteria tecnica della Severino a via Arenula.

 

EMMA MARCEGAGLIA A BAGNAIA EMMA MARCEGAGLIA A BAGNAIA

Per la Panucci nel caso del ravvedimento operoso “si ritiene opportuno disporre le sospensione del procedimento penale e della prescrizione per l’intera durata degli interventi di risanamento”. Senza contare che per Confindustria è necessario perimetrare meglio il reato di inquinamento ambientale e limitare la punibilità a titolo di colpa dei nuovi delitti di inquinamento e disastro ambientale.

 

Naturalmente per la lobby confindustriale norme troppo stringenti avrebbero l’effetto di spaventare investitori esteri. E in questo caso il primo pensiero non può che andare alla situazione dell’Ilva di Taranto, dove i potenziali acquirenti, ovvero i franco-indiani di ArcelorMittal (in cordata con il gruppo Marcegaglia) e gli altri indiani di Jindal, vogliono garanzie di una certa “elasticità” normativa prima di scendere in campo. Insomma, il ddl sui reati ambientali sta diventando argomento sensibile.

 

sorgenia LOGOsorgenia LOGO

Della materia, peraltro, la Severino è assolutamente esperta, se si considera che l’ex ministro difende la Tirreno Power, ovvero la centrale a carbone (controllata dai francesi di Gdf Suez e dalla disastrata Sorgenia della famiglia De Benedetti) coinvolta in un’inchiesta proprio per questioni ambientali. Gli emendamenti al ddl dovranno essere presentati in commissione entro il prossimo 19 novembre. Ma le lobby sono già in movimento.

Ultimi Dagoreport

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE DI TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE -NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATA, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO