umberto bossi e matteo salvini

“BOSSI HA RACCOLTO UN'EREDITÀ NOBILE: QUELLA DI UN'ITALIA FEDERALE" - PAOLO GUZZANTI IN LODE DEL SENATÙR E DEI SUOI 80 ANNI: "È TUTT'ALTRO CHE CONVINTO DELLA LINEA DI MATTEO SALVINI CHE HA TRASFORMATO LA LEGA IN UN PARTITO NAZIONALISTA. IL SUO ERA UN DISEGNO PIÙ GRANDE CON RADICI NEL PENSIERO DI CATTANEO - OGGI RICEVE MOLTISSIMI MESSAGGI DI IMPRENDITORI LIGURI, LOMBARDI, PIEMONTESI E VENETI CHE RIMPIANGONO QUEL RAPPORTO DI RAPPRESENTANZA IN CRISI DA QUANDO LA LEGA (NON È PIÙ DEL NORD), HA TROVATO RAPPRESENTANTI DI ACCENTO CIOCIARO, CALABRESE, SICILIANO, LAZIALE, PUGLIESE"

gli 80 anni di umberto bossi

Paolo Guzzanti per “il Giornale”

 

Ho tre ricordi personali di Umberto Bossi e partirò da questi nel giorno in cui il fondatore della Lega Nord compie ottanta anni. Il più recente: camminavo qualche tempo fa in via degli Uffici del Vicario quando mi sentii chiamare da un vocione ed era lui, l'Umberto che dal tavolo della gelateria Giolitti si sbracciava e così ci abbracciammo con amicizia cosa mai accaduta perché non sono mai stato leghista. Per qualche motivo si era consolidata una forma di reciproco e affettuoso rispetto.

 

roberto maroni e umberto bossi

L'avevo detestato quando minacciava la secessione e io sarei stato fra quelli che avrebbero preso il fucile per l'unità di patria. Ma nel totale disaccordo sentivo come tutti che Bossi è stato uno degli ultimi rivoluzionari con un'idea: voleva una patria che confederasse la Padania con le altre regioni che producono ricchezza in Europa, mandando all'inferno l'Italia rappresentata dalla sventurata città di Roma, colpevole di tutte le ruberie, magnerie a spese del laborioso uomo del Nord.

umberto bossi con l ampolla per benedire la padania

 

L'altro episodio fu alla buvette del Senato il giorno prima che lo colpisse quel malannaccio che lo costrinse fuori dall'attività politica. Il terzo ricordo, il primo in ordine di tempo, fu venti anni fa durante la campagna elettorale quando fu eletto al Senato e andai a fare un comizio nel Bresciano con Umberto Bossi, il quale mi lanciò il microfono addosso dicendo: «Ecco, fai una parola». Quel «fai una parola» aveva un tono sbrigativo che per me era del tutto nuovo. Ottant' anni non è più un'età speciale perché la vita media si è allungata e quindi avremo di che celebrare anche in futuro.

umberto bossi dopo l ictus del 2004

 

Ma questo compleanno permette di ricordare la stagione in cui Silvio Berlusconi realizzò un piano geniale per mettere insieme la Lega di Bossi senza la quale non si sarebbe andati da nessuna parte con quel che restava del partito neofascista spoglio delle nostalgie del passato per presentarsi come destra moderna. Umberto Bossi era ed è accesamente antifascista e parlava con lo spirito di un partigiano con una postura tipicamente di sinistra.

 

umberto bossi e il figlio renzo

Sappiamo dai suoi studi di medicina abbandonati e la stagione bohème con Roberto Maroni che suonava il sassofono, di Castelli che oggi sarà l'introduttore della grande festa di Pontida sul prato dei riti assolutamente inventati ma proprio per questo ormai storici di un mondo celtico che o non esiste oppure non ha lasciato grandi tracce ma Umberto Bossi ebbe questa idea generale di creare l'identità laddove era possibile compiendo il miracolo di offrire a una parte laboriosa e privilegiata di italiani un nuovo passaporto politico.

 

matteo salvini e umberto bossi

Del resto, i grandi ideologi erano ancora uomini di alto profilo accademico e culturale come Gianfranco Miglio e gli studiosi del federalismo americano, tedesco e svizzero. Bossi ha raccolto un'eredità nobile e che fu a lungo in competizione con quella unitaria che alla fine del Risorgimento (un ideale, peraltro, soltanto nordico): quella di un'Italia federale. La storia ne fece un patchwork sotto le insegne di casa Savoia.

 

Bossi partì da quell'antico ideale abbandonato. Silvio Berlusconi, una volta realizzata l'alleanza con Bossi raccomandava ai suoi di far sentire ai leghisti la comunanza politica liberale, che non era affatto un'ipocrisia ma una necessità politica. Oggi quella determinazione ideale di Umberto Bossi nel legarsi al leader del mondo liberale accende spente nostalgie perché oggi quasi nulla ha ormai un valore ideale e a difendere i valori della politica liberale è rimasto quasi solo Berlusconi, benché nella Lega di oggi si colgano degli accenni, ma sotto forma di velato dissenso.

silvio berlusconi e umberto bossi

 

Tutti sappiamo che Umberto Bossi è tutt' altro che convinto della linea di Matteo Salvini che ha trasformato la Lega in un partito nazionalista, fondato prevalentemente sulla necessità del nemico permanente: l'immigrato clandestino o tutto ciò che fa saltare i nervi all'italiano medio incalzato dalla paura. Ma quello di Bossi era un disegno più grande con radici nel pensiero di Cattaneo e di federalisti non solo italiani.

 

L'idea originaria di questo leader che oggi compie ottant' anni e al quale facciamo gli auguri di lunga vita, volava molto alto, prova ne sia che tutto il mondo della piccola media impresa del Nord si sentiva ben rappresentata. Oggi Bossi riceve moltissimi messaggi di imprenditori liguri, lombardi, piemontesi e veneti che rimpiangono quel rapporto di rappresentanza in crisi da quando la Lega (non è più del Nord), ha trovato rappresentanti di accento ciociaro, calabrese, siciliano, laziale, pugliese distinti e distanti dall'idea di Umberto ai tempi eroici.

UMBERTO BOSSI

 

Chi gli sta vicino lo descrive insofferente e anche fa pesare il suo silenzio come dissenso. Certo, non farebbe nulla per sabotare il suo successore ma considera la sua linea se non un tradimento almeno un opportunistico abbandono del sogno che è stato idealmente in competizione col Partito comunista, trovando un partner perfetto in Silvio Berlusconi, il quale portava in dote le bandiere cadute dell'Italia liberale ostile a tutte le forme di odio e intolleranza.

letizia moratti con silvio berlusconi e umberto bossiumberto bossimarco formentini umberto bossi Umberto Bossi e Giancarlo Pagliariniumberto bossi con silvio berlusconiUMBERTO BOSSI DAVIDE E BRUNO CAPARINIumberto bossi 3DAVIDE CAPARINI UMBERTO BOSSIumberto bossi da giovane 2IL DITO MEDIO DI UMBERTO BOSSI AL CONGRESSO DELLA LEGAgad lerner saluta umberto bossi al congresso della lega 2umberto bossi marco formentini 4giuseppe leoni umberto bossi umberto bossi giuseppe leoni umberto bossi roberto maroni umberto bossi marco formentini UMBERTO BOSSI

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…