beppe grillo paolo villaggio con il figlio

‘PAPÀ ERA VICINO AI CINQUESTELLE, COME ME’. IL FIGLIO DI VILLAGGIO FA UN ENDORSEMENT POSTUMO, MA IL PADRE NON SI FACEVA INGABBIARE COSÌ, E DISSE A DIACO: ‘IO SOSTENITORE DI GRILLO? CREDO DI AVER BARATO. È STATO ABILE E GENIALE, MA SARÀ RICORDATO COME UN TRIBUNO DELLA PLEBE INVECE CHE COME UN COMICO’ - PER FORTUNA CI PENSA BEPPE A CHIARIRE: ‘PAOLO ERA UNA PERSONALITÀ LIBERA’

1. VILLAGGIO: ‘UN SOSTENITORE DI GRILLO? CREDO DI AVER BARATO’

Estratto dall’intervista di Pierluigi Diaco a Paolo Villaggio per ‘Oggi

 

Ma Fantozzi vota per Renzi?

 

“Sinceramente sì, perché non lo vedo impegnato né a destra né a sinistra. Lui è assolutamente rassegnato a subire, quindi quando ascolta Renzi e le sue promesse, si sente ingenuamente rassicurato”.

beppe grillo davide casaleggio e il figlio di paolo villaggiobeppe grillo davide casaleggio e il figlio di paolo villaggio

 

Villaggio invece il 18 Gennaio del 2013 ha dichiarato di essere un sostenitore di Grillo

 “Non me lo ricordo…”

 

Me lo ricordo io, però.

 “Credo di aver barato, perché avevo capito che l’onda di quel momento era quella della protesta a tutti e a tutto. Grillo è stato il comandante di quel tipo di protesta, è stato abile e furbo. Quando faceva il comico non faceva ridere e basta: funzionava nei suoi spettacoli perché parlava male dei politici. Negli anni ha messo a punto con una tecnica, provata per dieci anni nei teatri e nei palasport, le cose che piacevano di più alla gente che lo andava ad ascoltare.

 

Questo repertorio lo ha usato in politica e ha avuto un successo popolare ed inaspettato. Recentemente ho avvertito la sua stanchezza, il suo volersi fare da parte. Comunque una cosa gli va riconosciuta: lui sarà ricordato come un politico geniale. Il suo aspetto comico, al contrario, sarà ricordato meno: ha preferito diventare un tribuno della plebe e non uno di noi con il dono di far ridere”.

pierfrancesco e paolo villaggiopierfrancesco e paolo villaggio

 

E Renzi che repertorio ha usato per diventare Presidente del Consiglio?

“L’aspetto fisico, il giovanilismo e un po’ di simpatia. Ecco i suoi ingredienti: nienti anziani, nienti gobbi (anche se gli avrebbero portato fortuna), niente sordi e quindi ha messo in campo un aspetto apparentemente rassicurante.

 

Quindi vitale?

“Tanto vitale non direi, si comporta già come un vecchio politico. Sembra gioviale, ma sotto sotto deve essere una belva, altrimenti non si arriva a quei livelli”

 

(…)

 

 

 

 

2. «PAPÀ VI ERA VICINO» IL FIGLIO DI VILLAGGIO E L' ENDORSEMENT PER I CINQUESTELLE - IL LEADER SCHERZA: FANTOZZI VOTAVA DC

Tommaso Labate per il Corriere della Sera

 

Fosse stato un tutt' uno con Fantozzi, allora se ne dedurrebbe che le sue scelte elettorali sono sempre state espresse contro il «megadirettore» di turno. Comunista e poi demoproletario negli anni del Pentapartito trainato dalla Dc, pannelliano nel momento del trionfo di Berlusconi, grillino all' alba della grande coalizione Pd-Forza Italia, piddino tra i romani che eleggevano Virginia Raggi. Il suo voto di qua, il potere di là.

 

beppe grillo alla camera ardente di paolo villaggiobeppe grillo alla camera ardente di paolo villaggio

Trattandosi però di Paolo Villaggio, che non era un tutt' uno con la sua maschera più celebre, il caso rimane irrisolto. Agli atti restano l' antica fedeltà al Pci. Poi lo spot per la Democrazia Proletaria alle elezioni del 1987, che sancirono il virtuale divorzio politico dal geometra Filini alias Gigi Reder, che in quella stessa tornata prestava il volto alla campagna tv del Partito socialdemocratico italiano. Quindi la candidatura alle politiche del 1994 con la Lista Pannella, collegio Genova-San Fruttuoso, quarto su quattro con un dignitoso 6.5% di preferenze. Infine l' endorsement pro Grillo alle politiche del 2013, poi rovesciato in favore del Pd alle Comunali di Roma con un malinconico «voto Giachetti, lo voto a malincuore», pronunciato in diretta a Un giorno da pecora .

paolo fresco   maura albites   piero villaggiopaolo fresco maura albites piero villaggio

 

Il tema del posizionamento di Villaggio nello scacchiere politico si è riaperto ieri, alimentato dalle parole che il figlio Pierfrancesco ha consegnato a Beppe Grillo, presente alla camera ardente insieme a Davide Casaleggio. «Anche a papà ultimamente piacevano i M5S come piacciono a me...».

 

«Paolo? Non è che fosse così cinquestelle, era una personalità libera», ha replicato il comico genovese. Quando l' attenzione si è spostata da Villaggio a Fantozzi, Grillo è stato perentorio. «Fantozzi votava Dc, se c' era. Oppure Comunione e liberazione, che so...».

MAURA ALBITES E PAOLO VILLAGGIO     MAURA ALBITES E PAOLO VILLAGGIO

 

La filmografia fantozziana dà ragione al leader M5S.

Nella celebre scena del Ragioniere che si consegna a un' overdose di tribune politiche - il film è «Fantozzi subisce ancora» - dalla tv appaiono un (finto) Marco Pannella che lo incalza («Digiuna con me, compagno Fantozzi. Sarà una straordinaria di dimostrazione per questi truffaldini partitocratici»), un (finto) Giovanni Spadolini che lo sferza («Sono d' accordo per una volta con Pannella. Lei, Fantozzi, è condannato a digiunare»), un (finto) Berlinguer che lo chiama alla lotta («Compagno Fantozzi, tu sei lo sfruttato classico, il prototipo degli sfruttati. Li hai provati tutti ti chiedo di provare anche noi») e altri ancora.

MAURA ALBITES E PAOLO VILLAGGIO  MAURA ALBITES E PAOLO VILLAGGIO

 

Tra cui, in mezzo, un (finto) Ciriaco De Mita, allora leader della Dc, che risolve il rebus: «Caro Fantozzi, lei, dopo quasi quarant' anni di uso e abuso continuo democratico cristiano, è diventato un dc dipendente».

Poi, però tutto cambia.

 

Smaltita la sbornia di spot, nella scena successiva il Fantozzi si sarebbe trattenuto in cabina elettorale a compiere l' unica scelta che poteva sovrapporsi al rumore dello scarico di un water che s' avvertiva nel seggio.

 

Una chiara scelta a favore dell' antipolitica. Che esattamente 30 anni dopo quella scena avrebbe avuto, a rappresentarla, proprio il movimento di Grillo.

 

 

BERLUSCONI VILLAGGIOBERLUSCONI VILLAGGIO

 

 

ROBERTO DAGOSTINO DAGO E PAOLO VILLAGGIO FOTO MARCELLINO RADOGNAROBERTO DAGOSTINO DAGO E PAOLO VILLAGGIO FOTO MARCELLINO RADOGNA

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...