papa francesco arcivescovo parigi aupetit

“LE DIMISSIONI DELL’ARCIVESCOVO DI PARIGI? ACCETTATE, MA IL PECCATO DELLA CARNE NON È DEI PIÙ GRAVI" – PAPA FRANCESCO SCATENATO SUL VOLO DI RITORNO DOPO IL VIAGGIO A CIPRO E IN GRECIA: "IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA CHE SUGGERIVA DI NON UTILIZZARE LA PAROLA NATALE? UN ANACRONISMO, LA MODA DI UNA LAICITA’ ANNACQUATA" - "CONTRO LA DEMOCRAZIA VEDO DUE PERICOLI". ECCO QUALI

Gian Guido Vecchi per corriere.it

 

 

papa francesco tra i profughi di lesbo 2

Il volo A34994 da Atene è decollato da poco più di mezz’ora quando Papa Francesco raggiunge in fondo all’aereo i giornalisti che lo hanno seguito nei cinque giorni di viaggio a Cipro e in Grecia .

 

Santità, cosa pensa del documento (poi ritirato) che suggeriva ai funzionari della Commissione europea di non utilizzare la parola Natale perché divisiva e di optare invece per un termine neutro?

«È un anacronismo. Nella storia tante dittature hanno cercato di fare così… Napoleone, la dittatura nazista, quella comunista… è una moda di una laicità annacquata, acqua distillata, ma è una cosa che non ha funzionato nella storia. Credo sia necessario che l’Ue prenda in mano gli ideali dei padri fondatori, ideali di unità e di grandezza e stia attenta a non fare la strada delle colonizzazioni ideologiche.

papa francesco tra i profughi di lesbo 3

 

Perché tutto ciò potrebbe portare a dividere i Paesi e a far fallire l’Unione europea. L’Ue deve rispettare un Paese per come è strutturato dentro, la sua varietà e non uniformare. Credo che non lo faranno, ma devono stare attenti. Alle volte buttano lì dei progetti come questo e non sanno come fare. Ogni Paese ha le sue peculiarità, la sua sovranità, ma il tutto in una unità che rispetta le singolarità. Per questo dico: attenti a non fare colonizzazioni ideologiche. Comunque l’uscita sul Natale è un anacronismo».

ARCIVESCOVO PARIGI AUPETIT

 

Lei ha parlato della democrazia che si «arretra» in Europa. A quali Paesi si riferiva?

«La democrazia è un tesoro di civiltà e va custodita, non solo da una entità superiore ma anche negli stessi Paese. Contro la democrazia oggi vedo due pericoli. Il primo è quello dei populismi che stanno qui e là e incominciano a mostrare le unghie. Penso a un grande populismo del secolo scorso, il nazismo, un populismo che difendendo i valori nazionali, così diceva, è riuscito ad annientare la vita democratica e a diventare una dittatura, con la morte della gente. Stiamo attenti che i governi - non dico di sinistra o di destra - non scivolino su questa strada dei populismi che non hanno niente a che vedere con il popolarismo che è l’espressone dei popoli liberi, popoli con la propria identità, folklore, arte.

 

arcivescovo di parigi michel aupetit 9

Un secondo pericolo si ha quando si sacrificano i valori nazionali, li si annacquano in un “impero”, una specie di governo sovranazionale. Quindi, né cadere nei populismi né in un annacquamento della propria identità all’interno di un governo sovranazionale. C’è un romanzo scritto nel 1903 da Robert Hug Benson, “Il padrone del mondo”, che sogna il futuro in un governo internazionale che con misure economiche e politiche governa tutti gli altri Paesi. Quando si dà questo tipo di governo si prende la libertà e si cerca di fare un’uguaglianza fra tutti. -il pericolo si ha quando c’è il populismo e quando c’è una superpotenza che detta i comportamenti culturali, economici e sociali».

 

In Francia la Commissione indipendente abusi sessuali su minori ha parlato di responsabilità istituzionale della Chiesa, di dimensione sistemica. Che opinione ha di questa dichiarazione? Che significato ha per Chiesa universale?

arcivescovo di parigi michel aupetit 7

«Quando si fanno questi studi, dobbiamo stare attenti alle interpretazioni. Quando si considera un tempo così lungo, si rischia di confondere il modo di sentire di un problema. Una situazione storica va interpretata con ermeneutica dell’epoca, non di ora. Ad esempio la schiavitù, oggi diciamo che è brutalità ma un tempo c’era un’altra ermeneutica. Così le coperture. Non ho letto la relazione ma ho ascoltato i commenti dei vescovi , ora verranno a Roma e domanderò loro che mi spieghino la cosa».

 

 

papa francesco tra i profughi di lesbo 8

Perché ha accettato la rinuncia dell’arcivescovo di Parigi Aupetit?

«Lei mi domanda: cosa ha fatto di così grave da dover dare le dimissioni? Non lo sa? Prima di rispondere dirò: fate un’indagine. È stato condannato? E chi lo ha condannato? L’opinione pubblica. Se voi sapete perché, ditelo. È stata una sua mancanza, contro il sesto comandamento, ma non totale. Le piccole carezze, i massaggi che faceva alla segretaria, così sta la cosa. E questo è un peccato, ma non è un peccato grave. I peccati della carne non sono i più gravi.

 

ursula von der leyen 2

Così Aupetit è un peccatore come lo sono io, come è stato Pietro il vescovo su cui Gesù ha fondato la Chiesa e che lo aveva rinnegato. Come mai la comunità del tempo aveva accettato un vescovo peccatore? Era una chiesa normale, nella quale si era abituati a sentirci tutti peccatori, umili. Si vede che la nostra Chiesa non è abituata a dire vescovo peccatore, siamo a abituati a dire che è un santo, il vescovo. Il chiacchiericcio cresce e toglie la fama di una persona. Il suo peccato è peccato, come quello di Pietro, il mio, il tuo. Ma per il chiacchiericcio, un uomo al quale hanno tolto la fama così non può governare. Questa è una ingiustizia. Per questo ho accettato la rinuncia di Aupetit: non sull’altare della verità, sull’altare dell’ipocrisia».

 

papa francesco tra i profughi di lesbo 10

La migrazione è un tema centrale in molti Paesi d’Europa, soprattutto nell’Europa dell’est, ad esempio nella crisi bielorussa e con fili spinati al confine con l’Europa. Cosa si aspetta dalla Polonia e dalla Russia e da altri Paesi come ad esempio la Germania con il suo nuovo governo?

«Se avessi davanti un governante che impedisce l’immigrazione con la chiusura delle frontiere e con i fili spinati gli direi: pensa al tempo in cui tu fosti migrante e non ti lasciarono entrare, volevi scappare…

 

Chi costruisce muri perde il senso della propria storia, di quando lui stesso era schiavo in un altro Paese. Coloro che costruisco muri hanno questa esperienza dell’essere stati schiavi. Ma i governi devono governare e se arriva un’ondata migratoria non si governa più? Ogni governo deve dire chiaramente quanti migranti può ricevere, è un suo diritto, ma nello stesso tempo i migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati. Se un governo non può fare questo deve entrare in dialogo con altri Paesi.

 

papa francesco tra i profughi di lesbo 4

La Ue deve fare armonia per la distribuzione dei migranti. In Europa non c’è una linea comune, un’armonia generale. I migranti vanno accolti e integrati: perché se non integri il migrante, questo maturerà una cittadinanza di ghetto. L’esempio che mi colpisce di più sono gli attentati, la tragedia in Belgio, ed erano belgi ma figli di migranti ghettizzati. Certo, non è facile accoglierli. Ma se non risolviamo il problema rischiamo di far naufragare la civiltà in Europa. Non solo il Mediterraneo ma anche la nostra civiltà. I rappresentanti dei governi europei devono mettersi d’accordo.

 

Un modello è stata la Svezia che ha accolto migranti latino-americani di dittature militari e li ha integrati. Oggi sono stato in un collegio ad Atene e ho detto al responsabile che mi sembrava di stare davanti a una macedonia di culture. E lui mi ha detto: questo è il futuro della Grecia. Ma se un Paese manda indietro un migrante nel suo Paese allora deve integrarlo anche lì, non lasciarlo sulla cosa libica. C’è un filmato di Open Arms che fa vedere la realtà di ciò che accade».

 

Quando ci sarà il suo prossimo incontro con il patriarca di Mosca Kirill? Quali progetti comuni avete con la Chiesa di Russia e quali difficoltà?

papa francesco tra i profughi di lesbo 11

«E all’orizzonte l’incontro con Kirill. Credo che la prossima settimana verrà da me Hilarion per concordare un possibile incontro. Il patriarca deve viaggiare, va in Finlandia, non sono sicuro, e io sono disposto sempre, sono disposto ad andare a Mosca per incontrarlo. Per dialogare con un fratello non ci sono protocolli, si chiami Kirill o Crisostomo o Ieronimo. Siamo fratelli e ci diciamo le cose in faccia.

 

I fratelli è anche bello vederli litigare perché appartengono alla stessa madre Chiesa. Dobbiamo lavorare in unità e per l’unità. Il grande teologo ortodosso Zizoulas disse che l’unità la troveremo nell’eschaton… È un modo di dire ma non vuol dire che dobbiamo stare fermi aspettando che i teologi si mettano d’accordo. I teologi continuino a studiare, ma intanto noi andiamo avanti insieme, preghiamo insieme, facciamo la carità insieme».

 

Per cosa ha chiesto scusa ai patriarchi ortodossi?

«Ho chiesto scusa davanti al mio fratello di tutte le divisioni che ci sono tra i cristiani, soprattutto per quelle che noi cattolici abbiamo provocato. Ho voluto chiedere scusa, in particolare, guardando alla guerra di indipendenza della Grecia: una parte dei cattolici si schierò con i governi europei perché non si facesse indipendenza greca. E invece cattolici delle isole hanno sostenuto l’indipendenza.

 

papa francesco tra i profughi di lesbo 1

Ma il “centro”, diciamo così, in quel momento era schierato con l’Europa. Ho chiesto scusa per lo scandalo della divisione tra cristiani, almeno per quello di cui abbiamo la colpa. Lo spirito di autosufficienza ci tace la bocca quando sentiamo che dobbiamo chiedere scusa. Sempre mi fa bene pensare che Dio non si stanca mai perdonare, mai, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono, e quando non chiediamo perdono a Dio difficilmente lo chiederemo ai fratelli.

 

È più difficile chiedere perdono a un fratello che a Dio. Coi fratelli c’è la vergogna, l’umiliazione…Ho chiesto scusa per le divisioni che noi abbiamo provocato e per le divisioni provocate quando ci siamo schierati per l’Unione europea. E poi un’ultima scusa dal cuore: scusa per lo scandalo del dramma dei migranti, per lo scandalo di tante vite annegate in mare».

 

papa francesco tra i profughi di lesbo 5

Con i patriarchi ha parlato anche della sinodalità. Cosa ha inteso dire?

«Che siamo un unico gregge. La dinamica che regola le differenze dentro la Chiesa è la sinodalità, l’ascoltarsi gli uni con gli altri, l’andare insieme: “syn-odós” andare, camminare insieme lungo la stessa strada. Le Chiese ortodosse orientali e le chiese cattoliche orientali hanno conservato tutto questo. La Chiesa latina si era invece dimenticata del Sinodo. Paolo VI ha restaurato il cammino sinodale e stiamo facendo questo cammini per avere l’abitudine del camminare insieme».

papa francesco tra i profughi di lesbo 13

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…