UN PAPA SI PUÒ FAR DIMETTERE MA NON SI PROCESSA: RESPINTA LA RICHIESTA DI PORTARE RATZINGER ALLA SBARRA

Maria Antonietta Calabrò per "Corriere.it"

La Corte penale internazionale (Cpi) ha respinto la richiesta del «Centro per i diritti costituzionali» di New York di indagare il papa emerito Benedetto XVI e altri funzionari del Vaticano in relazione ai casi di abusi sessuali commessi da preti.

La Cpi ha deciso che le affermazioni delle vittime degli abusi, che accusano la Chiesa di non aver fatto abbastanza per fermare le violenze, sono al di fuori della giurisdizione del tribunale. Il Centro per i diritti costituzionali aveva presentato la richiesta alla Corte due anni fa, dicendo che i casi di pedofilia da parte di preti avrebbero dovuto essere indagati come crimini contro l'umanità.

L'ISTRUTTORIA - Gli avvocati delle vittime sostenevano che Benedetto XVI e altri prelati del Vaticano avessero messo in atto politiche grazie alle quali gli abusi poterono continuare. Il 31 maggio scorso la Corte, che ha sede all' Aja, ha notificato una lettera al Survivors Network delle vittime degli abusi sessuali dei preti in cui afferma che «non ci sono le basi in questo stadio per procedere con un'ulteriore analisi». «Le materie descritte nella vostra denuncia - continua la lettera - non appaiono ricadere nella giurisdizione della Corte».

Jeff Lena legale della Santa Sede ha commentato che «l'argomentazione comune in tutti questi casi è l'idea errata che "ogni cosa è controllata da Roma" , ma essa non riflette l'attuale struttura della Chiesa o il principio guida della sussidiarietà. La Comunione gerarchica che unisce il Papa agli altri vescovi , non è un potere monarchico di comando, come invece le parti civili sostengono». Ma il Survivors Network ha fatto sapere che sta raccogliendo nuove prove in altre parti del mondo per chiedere alla Cpi di valutare nuovamente l'apertura di un'indagine.

 

 

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