di maio salvini conte

PARALISI ITALIA - REGIONALI E BALLOTTAGGI HANNO SGONFIATO L’ALIBI DEL SOVRANISMO - MASSIMO FRANCO: “OLTRE ALLA “DESALVINIZZAZIONE” CI SI DEVE ASPETTARE ANCHE LA “DEGRILLIZZAZIONE” DI ALCUNI COMPORTAMENTI DEL GOVERNO - LA SCELTA DI CONTE - CHE IERI HA SALUTATO COME UN RITORNO ALLA CIVILTÀ LA CANCELLAZIONE DEL DECRETO SICUREZZA APPROVATO DAL GOVERNO PRECEDENTE, CHE PURE PRESIEDEVA - DI RITARDARE DECISIONI FONDAMENTALI SOLO PERCHÉ IL M5S RISCHIA DI SPACCARSI RISULTA ORMAI UN TATTICISMO INACCETTABILE’’

giuseppe conte salvini hamburger

Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

i ballottaggi hanno sgonfiato la «bolla della paura» per il sovranismo, e cancellato l'alibi sul quale si è retta la coalizione M5S-Pd. Finora, ogni forzatura nel segno dell'emergenza e ogni decisione non presa venivano tollerate per impedire le elezioni. Ma il ridimensionamento della «sindrome Salvini» significa di rimbalzo l'archiviazione dell'«alibi Salvini».

 

conte salvini

La maggioranza che ieri è stata bocciata alla Camera per mancanza del numero legale può imputare solo a se stessa, oltre che al Covid, le assenze dei parlamentari. E dopo i ballottaggi di lunedì, la tendenza del grillismo a scaricare sul governo le convulsioni interne diventa ingiustificabile.

 

SALVINI E CONTE

Lo schema cambia anche per il premier, Giuseppe Conte, che ieri ha salutato come un ritorno alla civiltà la cancellazione di alcune misure approvate dal governo precedente, che pure presiedeva. La scelta di ritardare decisioni fondamentali solo perché il M5S rischia di spaccarsi risulta ormai un tatticismo inaccettabile.

 

CONTE E SALVINI

La stabilizzazione dell'alleanza «giallorossa» decretata dalle urne locali aspetta dunque la sua traduzione a livello nazionale. E non perché Pd e Cinque Stelle siano predestinati a stare insieme, come alcuni cantori del governo cercano un po' goffamente di sostenere. La loro è un'alleanza di convenienza. Il problema è di renderla conveniente per il Paese in modo più chiaro di quanto sia stato fatto negli ultimi quattro mesi. E soprattutto, di accreditarla agli occhi di un'Europa che aspetta i nostri progetti per distribuire i 209 miliardi del Fondo per la Ripresa.

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

 

Di qui al 15 ottobre, data-limite flessibile per presentare i piani italiani, il governo non sarà pronto. Su questo ritardo pesano non le ipoteche di un'opposizione tutt' altro che potente, ma i fantasmi della vecchia coalizione tra M5S e Lega, che si riversano sulla maggioranza. Le sanzioni ridotte alle Ong, la revisione dei decreti sicurezza, la marcia verso l'abolizione di quota 100 sulle pensioni mostrano quanto quei fantasmi siano ormai caricature.

 

La revisione di alcune norme è la conferma semmai di quanto, nella fase che si è aperta ormai da tempo, vada assecondato il ruolo propulsivo dell'Europa. Sebbene in modo contraddittorio, pare che tra i grillini squassati da una crisi interna si stia facendo strada la rassegnazione ad accettare il prestito europeo del Mes per il sistema sanitario. Ma dev' essere chiaro che anche quel tabù appartiene alla fase degli alibi populisti. Oltre alla «desalvinizzazione» ci si deve aspettare anche la «degrillizzazione» di alcuni comportamenti del governo.

conte di maio

 

Altrimenti non se ne esce. O, peggio, l'Italia ne uscirà più indebolita, indebitata e screditata. In fondo, durante il coronavirus ha mostrato di essere all'altezza di una pandemia terribile. Ricadere nell'ideologia dell'assistenzialismo, approfittando di una fase nella quale lo Stato sarà obbligato a spendere più di quello che può, significherebbe compromettere quanto è stato fatto finora; e soprattutto quanto si potrà fare nei prossimi due anni.

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