PARLA BARBARA B.: “C’È UNA LOBBY CHE VUOLE ELIMINARE MIO PADRE PER FARE I SUOI INTERESSI. È QUELLA CHE BLOCCA IL PAESE”

Maria Latella per "Il Messaggero"

È sempre stata quella che provava a tenergli testa. L'unica a dare interviste con messaggi non sempre concilianti. Dopo la separazione dei genitori, per esempio, aveva fatto sapere: «Se mio padre è un uomo giusto ed equo non ci saranno problemi sull'eredità». E qualche anno prima: «Io a Murdoch le tv le avrei vendute».

Ma la Barbara Berlusconi che a Cernobbio cerca di schivare i giornalisti e affronta la prima giornata del seminario Ambrosetti, è una Barbara del tutto diversa. All'attacco di chi attacca suo padre. «Dire che siamo amareggiati è dire poco - scandisce durante una pausa del workshop di villa d'Este - La storia di mio padre e della mia famiglia non è quella di un pugno di evasori fiscali. E' quella di un gruppo che dà lavoro a migliaia di persone. Mio padre l'ha creato con fatica. Non con comportamenti criminali».

VULNERABILE
Per Barbara, come per gli altri figli di Berlusconi, è difficile vedere il padre piegato dalla prima grande e vera sconfitta. Il padre che ha sempre tutto risolto, l'uomo forte, è apparso, quest'estate, improvvisamente vulnerabile. E Barbara la ribelle, stavolta, si è schierata al suo fianco. La storia di Silvio Berlusconi non può finire nella vergogna, dice. Suo padre può aver commesso errori, ma criminale no, non possono definirlo così.

Perciò ribalta il punto di vista di quanti sostengono che per colpa di Berlusconi questo Paese è bloccato, anzi, mese dopo mese, retrocede, come certifica la classifica Ocse. Eh no, si infiamma Barbara lasciando intravvedere uno scenario diverso, dire che Silvio Berlusconi paralizza il Parlamento per la sua situazione personale è manipolare la realtà, usare un copione di comodo. «C'è chi vuole cacciare mio padre dalla politica per fare i propri interessi. C'è la volontà di eliminare il leader di una coalizione. E' questa lobby, non mio padre, a bloccare l'Italia».

PAESE IN SCACCO
In questo momento, la primogenita di Silvio e Veronica se ne è convinta, la lobby sta decidendo tutto. Un sistema che non è, o non è solo, costituito da avversari politici. E' un gruppo di influenza più ampio della sola politica e mosso non soltanto da questioni ideologiche. «Non è mio padre a tenere in scacco il Paese - ripete a chi ogni tanto le parla - E' un certo sistema di potere che lo sta facendo».

TOGHE POLITICIZZATE
Per lei e' in gioco il futuro di un genitore molto amato. Per molti osservatori, italiani e internazionali, invece, siamo semplicemente alla fine del berlusconismo. Di fronte a scenari futuri, Barbara non si ritrae: usa un lessico forte che include anche la parola paura. Inquieta per suo padre, certo, ma, anche, per un Paese che considera a rischio. Anche lei, come Berlusconi, teme che «la magistratura si sostituisca ai cittadini».

«Lotterò per restare in Italia, ma ho paura perche sento che non c'è certezza del diritto», ha confidato Barbara agli amici. «Abbiamo fatto tanto per uscire dal totalitarismo e adesso? Anche nelle dittature si cerca di distruggere l'avversario per via giudiziaria». Ne parla spesso con il gruppo di coetanei che frequenta, semi-trentenni di famiglie normali, non miliardarie. Molti tra loro votano a sinistra, Barbara, notoriamente, ha amicizie trasversali. Lei assicura che, almeno tra i suoi amici di sinistra, nessuno pensa a suo padre come a un delinquente.

FALCHI E COLOMBE
In queste settimane molto è stato scritto sulle continue riunioni di famiglia durante le quali i cinque figli cercano di consigliare Berlusconi. Molto si è strologato su falchi e colombe. Barbara Berlusconi non ha partecipato a riunioni con i politici, non c'entra, fa sapere, con quel mondo. Epperò qualche commento affiora, limitatamente ad alcune scelte di politici Pdl. In particolare, sembra di capire, non ha condiviso il concentrarsi su «tecnicismi giudiziari».

Per Barbara tutti quei sofismi hanno fatto solo perdere tempo, oscurando la questione centrale: «Mio padre non rappresenta solo se stesso, rappresenta una parte del Paese». Sistemate le colombe, ce n'è anche per quella parte del Pdl che lo stesso Cavaliere ha creato e alimentato, i cosiddetti falchi.

Qualcuno approfitta di Berlusconi? Barbara è giovane, d'accordo, ma non ingenua. Le fragilità richiamano i profittatori e dunque: «In questi casi qualcuno pronto a strumentalizzare non manca mai». E mentre le cronache riferiscono di un incontro tra Fedele Confalonieri, Gianni Letta e Napolitano, Barbara preferisce non commentare. Nessun commento neppure su ipotetiche richieste di grazia a Napolitano.

TASSE, UN DOVERE MORALE
Per ora, la dirigente del Milan passa e ripassa il film dell'agosto paterno. Ha letto le carte, raccontano, e considera anomala la velocità con la quale sono state emesse la sentenza e le sue valutazioni. Una condanna pesante, pensa Barbara, soprattutto se rapportata a certe altre gigantesche evasioni fiscali. E poi, è il suo pensiero, il gruppo ha sempre pagato, e giustamente, imposte ingenti.

Sulle tasse la primogenita di Veronica, l'allieva di Cacciari e di Roberta de Monticelli all'università del San Raffaele, non ha cambiato idea. Pagarle è non solo giusto ma moralmente vincolante. Però quei quattro anni inflitti a suo padre per frode fiscale continuano a non convincerla.

Per carità, lo ripete con martellante costanza, lei non è una tecnica e non si impanca a giurista ma «da figlia e da cittadina mi chiedo: la storia di mio padre è una storia criminale o una storia politica? Per come la vedo io, quel che stiamo vivendo è l'effetto dell'azione di un gruppo di potere, di un sistema molto influente, con interessi molto forti e non solo economici. Silvio Berlusconi è una degli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dei loro obiettivi».

Barbara lo sa, sono tanti gli italiani che non vogliono più vincolare un Paese alle sorti di Silvio Berlusconi, ma allora, pensa lei, lo mandino a casa con il voto. Meglio votare, anche se i sondaggi, ultimo quello di Tecnè per Skytg24, danno il Cavaliere sconfitto in un eventuale duello con Matteo Renzi e sconfitto anche con Enrico Letta. La coalizione Pdl-Lega, invece, sarebbe in lieve vantaggio su quella di centrosinistra.

LE URNE
Se mai si tornasse alle urne, per chi voterebbe, Barbara? Per il padre? Voterebbe per chi la rappresenta e in questa attuale confusione come si fa a sapere chi ci sarà, da qui a qualche mese o qualche anno? Al settimanale "A", tempo fa, aveva confermato una simpatia per Matteo Renzi. Chissà se oggi vale ancora. E se il candidato del Pdl fosse la sorella Marina? Barbara sembra non crederci, talmente tante e nette sono state le smentite della presidente di Mondadori: «Marina è una manager, lei è molto legata alle aziende e le aziende hanno molto bisogno di lei. Nelle riunioni di famiglia non mi pare si sia mai parlato di un suo progetto politico. E poi, vogliamo che facciano a mia sorella quello che hanno fatto a mio padre?».

FRATELLI UNITI
I cinque figli di Berlusconi sono, in questo momento, più che mai uniti conferma Barbara: «Siamo insieme nel sostenere nostro padre: ha subito una forte ingiustizia ed è molto scosso». Cercano di aiutarlo, ognuno a suo modo. Barbara porta a villa San Martino i suoi due bambini, Alessandro ed Edoardo. E cerca di parlare di lavoro, «con i miei fratelli vogliamo fargli capire che ci sentiamo più che mai responsabili nei confronti di tutte le persone che lavorano nel gruppo». Giorni fa l'ha fatto sorridere, raccontandogli di Kakà e di come, secondo lei, l'arrivo di un giocatore maturo potrà far bene a tutta la squadra. «Vederci al lavoro come sempre è qualcosa che lo rincuora».

FATTORE KAKÀ
Certo Kakà da solo è un po' poco per tirarsi su. Berlusconi e i figli sanno che altre sentenze, dopo quella della Cassazione, potrebbero inchiodare il Cavaliere e confermare nell'opinione pubblica l'immagine negativa che indigna Barbara.

L'IRRETROATTIVITÀ DELLA LEGGE
«Non ho idea di quanto accadrà - dice lei sollevando gli occhi al cielo - Non lo so. Dopo il caso Mondadori e la sentenza Mediaset non mi aspetto molto dalle prossime decisioni. Dicono che la legge e' uguale per tutti ma non mi pare che Berlusconi sia trattato come gli altri». Nelle conversazioni private Barbara ricorda che con la legge Severino si torna alla retroattività, «principio che i miei amici di giurisprudenza imparavano al primo anno: la legge non è mai retroattiva. Per Berlusconi, evidentemente, sì».

A confortarla, in questi giorni, è quello che le ricerche di mercato definirebbero «sentiment». Anni fa, quando ancora andava a scuola, le è capitato di confrontarsi con chi non apprezzava il Cavaliere. Adesso, per ora almeno, nessuno le dice niente.

IL SOSTEGNO DEI TIFOSI
A Milanello i tifosi trattano con delicatezza la questione, al massimo azzardano un: «Ci saluti tanto suo padre». «Non credo lo facciano solo per gentilezza, io cerco di essere normale, i dolori personali li tengo per me». Barbara pensa che, la gente, semplicemente, distingue. «Possono considerare Berlusconi un politico discutibile. Non una persona da liquidare per via giudiziaria».

 

VIDEO MESSAGGIO DI BERLUSCONI DOPO LA CONDANNA DELLA CASSAZIONE barbara berlusconi a cernobbio barbara berlusconi a cernobbio BARBARA BERLUSCONI AL MARE BARBARA BERLU b ee c b df a bf c bbc cecc BARBARA BERLUSCONI E PIETRO A VILLA CERTOSA barbara berlusconi da vanity fair x barbara berlusconi album privato x BARBARA BERLUSCONI BARBARA BERLUSCONI barbara berlusconi data di nascita Barbara Berlusconi sexy su Vanity Fair Barbara Berlusconi PATO E BARBARA BERLUSCONI A COURMAYEUR jpegBarbara BerlusconiBARBARA BERLUSCONI A CERNOBBIO jpegGERONIMO LA RUSSA E BARBARA BERLUSCONI SUL GATTO DELLE NEVI barbara berlusconi foto mezzelani gmt

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)