SMORZA ITALIA, ARRIVA ITALIA VIVA - IL PARTITO DI BERLUSCONI È SULLA VIA DEL CIMITERO MA C’È ANCORA TEMPO PER NOMINARE AI VERTICI UN “MANIPOLO DI BOLLITI E DI RAGAZZOTTI” - L’ESASPERAZIONE VERSO TAJANI E LA RONZULLI È TALE CHE DEPUTATI E SENATORI SONO DISPOSTI AD ANDARE OVUNQUE, PERSINO CON RENZI, CHE NEI SONDAGGI HA LA METÀ DEI VOTI DI FORZA ITALIA
DAGOREPORT
silvio berlusconi licia ronzulli francesca pascale
Forza Italia è una polveriera in cui ormai sotto la cenere, arde un rogo da ‘’Inferno di Cristallo’. Il vicepresidente (per mancanza di prove) Antonio Tajani è scatenato e, malgrado ogni sondaggio dica il contrario, è convinto di essere erede del Fu-Banana e dunque padrone unico del partito. Conta sull’appoggio dell’ubiquo Gianni Letta, detesta Salvini e Meloni, e tenta di gestire l’ectoplasma del Cavaliere, ormai espatriato e in modalità sequestro alla Silvia Romano come nemmeno nei migliori sogni di Marco Travaglio.
Mentre i suoi parlamentari si chiedono semmai verrà liberato dal lockdown della Costa Azzurra, le nomine partorite due giorni fa hanno scatenato i malumori di un partito, ormai ex e allo sbando, dove tutti trattano con tutti come nemmeno a Porta Portese.
maria stella gelmini annamaria bernini silvio berlusconi antonio tajani
L’esasperazione verso Tajani e la Ronzulli è tale che deputati e senatori, alcuni persino impensabili fino a ieri, sono disposti ad andare ovunque, persino con Renzi, che nei sondaggi ha la metà dei voti di Forza Italia. “In questa gabbia di matti non ci sto più”, è la frase più gentile che ci si sente dire.
SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI
Lo sparo di Sarajevo si è sentito l’altro ieri, quando Berlusconi ha allargato il board nato dopo l’addio di Carfagna e Toti, e fino a oggi composto dalle due capogruppo, la parrucchinata Bernini e la povera “Cosetta” Gelmini, e Tajani (“Quello è nato monarchico e non convincerebbe nemmeno sua mamma” è il commento più gentile verso l’ex Presidente del Parlamento).
maurizio gasparri renato brunetta
Le new entry sono un “manipolo di bolliti e ragazzotti privi di qualunque personalità, che rendono inutile lo stesso organismo, pletorico e utile solo a scroccare una cena ogni tanto a Berlusconi”, racconta un deputato del sud: dentro Brunetta e Pianetta in quota vecchie glorie, dentro anche Gasparri, ma solo al 90esimo e dopo piagnisteo telefonico, e poi Mandelli, Mulè, Cattaneo e il rampantello milanese Bestetti, capo dei giovani ma soprattutto protagonista di una barzelletta evergreen del Pompetta. Apriti cielo.
In Forza Italia c’è chi ride per non piangere e chi piange per non ridere. Tutti ricordano i risultati fallimentari di Catia Polidori (5% alle ultime elezioni regionali) e gli acuti della amazzone Biancofiore (1% in Trentino, lo scorso anno, in tandem col suo cagnolino Paggy), che in qualunque partito sarebbero valsi la decapitazione, o dello stesso Cattaneo, trombato dopo un solo mandato da sindaco a Pavia, contestatore della leadership di Berlusconi e organizzatore fino a due mesi fa, nei giorni dispari di cene carbonare per dire addio a Forza Italia e fare gruppi autonomi, e nei giorni pari di drappelli da offrire a Renzi, senza nemmeno farsi mai imbarcare.
Ma ormai quello che resta del Cav, in totale balia di controllori che gli raccontano un mondo totalmente diverso dal reale, è indeciso a tutto. Sì al Mes ma ok alla sfiducia di centrodestra per Bonafede, sì all’opposizione ma che sia garbata, sì alla Fascina, sponsorizzata dalla duciona Marina, ma con dieci telefonate a settimana alla Pascale.
Intanto a Roma, Tajani che ormai si crede erede, sfila a Camera e Senato, dove sogna di sostituire le capogruppo azzurre, e addirittura bulleggia: “A Berlusconi diamo una prospettiva, altrimenti quello ci molla e si fa più dura. Lo proporremo Presidente della Repubblica, così avremo pagato il fìo. Tanto gli dicono di no e si va oltre”. Forza Italia è un mondo alla rovescia sulla via del cimitero ma c’è ancora tempo per fare casino.
berlusconi biancofiore a milano 2Marco Bestettimarta antonia fascina mara carfagna