PASSERA UCCELLA GIAVAZZI - MONTI CON LA NOMINA DELL’ECONOMISTA AVEVA COMMISSARIATO CORRADINO SULLA QUESTIONE DEI CONTRIBUTI PUBBLICI ALLE IMPRESE - IL “SUPERMINISTRO” E’ RIUSCITO A ISOLARE GIAVAZZI, CHE NON SI È MAI VISTO NEI PALAZZI ROMANI NÉ HA CONTRIBUITO AL DECRETO SUI CONTRIBUTI - DOPO QUESTO FLOP, SI VOCIFERA CHE ALL’EDITORIALISTA DEL “CORRIERE” SARÀ AFFIDATO UN ALTRO INCARICO…

Filippo Conti per www.lettera43.it


C'era quanto meno da aspettarselo. Nella guerra a bassa intensità tra Corrado Passera e Francesco Giavazzi il primo ha avuto la meglio sul secondo. Almeno per ora.

PASSERA PUNTA I PIEDI.
L'ex amministratore delegato di Banca Intesa, infatti, non si è fatto commissariare dall'economista-editorialista del Corriere della Sera chiamato circa un mese da Mario Monti come consulente del governo, a titolo gratuito, «per fornire al presidente del Consiglio, al ministero dell'Economia e a quello dello Sviluppo analisi e raccomandazioni sul tema dei contributi pubblici alle imprese».

I COMMISSARI DEL GOVERNO.
Insieme con Giavazzi, va detto, sono stati chiamati anche Giuliano Amato, per contribuire alla riforma del finanziamento pubblico ai partiti, ed Enrico Bondi, super commissario per la spending review, con il compito di organizzare i tagli alla politica e alla pubblica amministrazione.

L'INCARICO A GIAVAZZI, IL «FUSTIGATORE» DEL GOVERNO
L'incarico a Giavazzi, però, aveva destato un certo scalpore. Perché l'economista, assieme ad Alberto Alesina, sulle colonne del quotidiano di via Solferino in questi mesi non ha risparmiato critiche all'esecutivo del Professore, bacchettandolo spesso per la mancanza di coraggio sulle riforme e per l'aumento smisurato della pressione fiscale.

IL «NEMICO» ALLEATO.
Così quella nomina sembrava rispondere alla massima: se non puoi battere il tuo nemico, conviene fartelo alleato. E agli osservatori era sembrata una mossa per arruolare nell'esecutivo proprio uno dei maggiori critici. Tanto che qualcuno si è chiesto: ora cosa farà Giavazzi, smetterà di attaccare il governo?

L'ULTIMO AFFONDO DAL CORSERA.
Così non è stato. Basti vedere l'editoriale del 3 maggio fortemente critico nei confronti proprio della spending review dal titolo emblematico, Buone intenzioni e acqua fresca, dove Giavazzi e Alesina sostenevano che "l'analisi e revisione della spesa pubblica ha partorito un timido topolino, un risultato quasi imbarazzante per il governo"

POST SCRIPTUM DI PACE.
Monti, naturalmente, non l'ha presa bene. E, se arruolando Giavazzi sperava di ammansirlo, si può dire che la sua operazione si è rivelata buco nell'acqua. Nello stesso articolo, però, alla fine si poteva leggere un post scriptum: «A uno di noi (Giavazzi) il presidente del Consiglio ha chiesto di scrivere un rapporto su un aspetto emblematico della spesa: i trasferimenti dello Stato alle imprese. Poiché non abbiamo risparmiato critiche al suo governo, questo dimostra che Mario Monti è una persona pronta ad ascoltare anche chi lo critica, tratto non comune in Italia».

LA CONTROFFENSIVA DI PASSERA CONTRO L'ECONOMISTA
Una volta archiviata l'ascia di guerra con Monti, chi ha però iniziato subito una lotta sotterranea con l'economista è stato il ministro Passera, che ha vissuto la nomina come un commissariamento da parte di Monti.

E questo era forse il secondo obiettivo del premier: mettere sotto tutela un ministro che finora, sul tema della crescita, non ha prodotto granché.

SCINTILLE TRA IL BANCHIERE E IL PROF.
Così da quel momento i rapporti tra l'ex banchiere e il presidente del Consiglio si sono ulteriormente raffreddati, per non dire di peggio.

Il riordino degli incentivi pubblici alle imprese, infatti, è materia di Passera. Il quale non ha pensato nemmeno per un minuto di farsela scippare.

Così, come ha svelato anche il sito Il retroscena, il ministro si è dato da fare per isolare completamente l'economista e non fargli toccare palla. Il decreto sul riordino degli incentivi era già allo studio degli uffici di Passera: in questo mese è stato messo a punto e presentato a Monti e dovrebbe vedere presto la luce in Consiglio dei ministri, all'interno del decreto sviluppo.

GIAVAZZI, CHI L'HA VISTO?
Tutto senza che Giavazzi sia mai stato consultato. Nei palazzi romani, infatti, l'economista non si è mai visto. «Passera non ha affatto gradito quella nomina, tanto che subito dopo ha avuto una telefonata piuttosto tempestosa con il premier. Ma forse era quello che gli ci voleva, perché da quel momento, forse sentendosi sotto osservazione, si è dato molto da fare. Ora però toccherà a Monti gestire una situazione paradossale che vede Passera e Giavazzi convivere come separati in casa», racconta a Lettera43.it un autorevole esponente del governo.

VERSO LA ROTTAMAZIONE.
Ma, visto che il contributo dell'economista sui finanziamenti alle imprese è stato pressoché inesistente, a Palazzo Chigi si vocifera che ora a Giavazzi potrebbe essere affidato un altro incarico. Oppure, ipotesi preferita da Passera ma non da Monti, il rapporto di collaborazione tra il governo e il celebre economista potrebbe avviarsi alla conclusione.

 

 

GIAVAZZI E PASSERA jpegFRANCESCO GIAVAZZI CORRADO PASSERA E MARIO MONTI Francesco Giavazzi CORRADO PASSERA

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