adolfo urso francesco paolo bello

PAURA E DELIRIO AL MINISTERO DEL MADE IN ITALY – LA PROCURA DI ROMA HA APERTO UN’INCHIESTA SULLE RIUNIONI RISERVATE CHE HANNO PORTATO AL SILURAMENTO DELLA TERNA DI COMMISSARI STRAORDINARI DELLA SOCIETÀ "CONDOTTE”, DA PARTE DEL MINISTRO ADOLFO URSO - IL RIBALTONE PORTÒ ALL’ARRIVO DI UN NUOVO TRIO COMMISSARIALE, E TRA LORO C’È ANCHE UNA VECCHIA CONOSCENZA DEL MINISTRO MELONIANO: L’AVVOCATO FRANCESCO PAOLO BELLO, GIÀ  PARTNER D’AFFARI DI URSO E SUO EX COLLABORATORE NELLA SRL, "ITALIAN WORLD SERVICES" – LE REGISTRAZIONI PUBBLICATE DA “DOMANI” E I NOMI GIÀ ISCRITTI NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI…

Estratto dell’articolo di Enrica Riera per www.editorialedomani.it

 

adolfo urso - ministero del made in italy

A palazzo Piacentini c’è tensione. L’aria che si respira nella sede di via Veneto del ministero delle Imprese e del Made in Italy non è delle migliori. E il motivo non riguarda tanto i delicati dossier, da Stellantis fino al Sulcis, presenti sul tavolo del capo del dicastero Adolfo Urso.

 

È piuttosto un altro: ha a che fare con un’indagine dei magistrati capitolini nata da un esposto ricco di dettagli su riunioni riservate che hanno portato al siluramento di una terna di commissari straordinari di una delle società di costruzioni più importanti del Paese.

 

I pubblici ministeri romani hanno infatti aperto un fascicolo che potrebbe rappresentare un grosso problema per i vertici del ministero.

 

Federico Eichberg

L’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Stefano Pesci e dal sostituto Alessia Natale, prende le mosse da un fatto che questo giornale ha già raccontato: la revoca da parte del ministro Urso dei tre commissari straordinari che per sei anni hanno gestito Condotte d’acqua, la società colosso delle costruzioni.

 

Un ribaltone amministrativo che ha messo alla porta la terna di professionisti costituita da Giovanni Bruno, Gianluca Piredda e Matteo Uggetti e ha al contempo visto l’arrivo di un nuovo trio commissariale, tra loro anche una vecchia conoscenza del ministro meloniano: l’avvocato Francesco Paolo Bello, che, come ha scoperto Domani, è stato partner d’affari di Urso e suo ex collaboratore in una srl, la Italian World Services.

 

Francesco Paolo Bello

Il fascicolo in questione ha già degli iscritti nel registro degli indagati. Sui nomi la procura di piazzale Clodio tiene il massimo riserbo. A questo giornale risultano almeno due persone sotto inchiesta. La genesi del procedimento è, appunto, l’esposto arrivato sulle scrivanie dei magistrati romani e presentato da uno dei tre ex commissari di Condotte, Giovanni Bruno, il quale per la vicenda si era anche appellato alla giustizia amministrativa.

 

Il primo grado aveva dato ragione ai commissari, il Consiglio di Stato ha invece sospeso la decisione del Tar in favore del ministero, in attesa della decisione nel merito. Nelle carte consegnate ai pm, però, a essere denunciato è il metodo con cui sono stati fatti fuori i professionisti sgraditi. Con la denuncia di quanto avvenuto […] nel corso di una riunione dell’8 gennaio 2024 al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

 

adolfo urso foto di bacco (2)

Riunione […] dove erano presenti i vertici del Mimit. Da Urso al capo di gabinetto del ministro, il fedelissimo Federico Eichberg, che, solo qualche mese dopo, a giugno, avrebbe profilato ai commissari una soluzione ben precisa: dimettersi prima di ogni eventuale revoca per ottenere una rapida liquidazione delle rispettive parcelle. Una soluzione, o meglio una promessa, che per qualcuno dei commissari sarebbe suonata più o meno come una minaccia. Eichberg bollò la ricostruzione come «distorta e con fini denigratori».

 

[…]

 

Classe 1971, già direttore della fondazione Farefuturo di Urso, legato all’Opus Dei e grande tifoso della Lazio, Eichberg è quindi colui che annuncia ai tre commissari la decisione del ministro fedelissimo di Giorgia Meloni di revocarli. Le registrazioni della riunione, alcune delle quali già pubblicate in esclusiva da Domani, sembrano inequivocabili.

 

«Il ministro ha manifestato un forte disagio quindi diciamo ci ha chiesto di avviare un procedimento diretto alla vostra revoca (…)», dice Eichberg, che parla anche di «difformità di vedute» tra il ministro e i commissari. I professionisti, ascoltando le parole del capo di gabinetto durante quella seduta, sono increduli.

 

Lo sono soprattutto quando Eichberg sembra avanzare una sorta di via di fuga ai professionisti. «Noi vorremmo perseguire una strada la più smooth possibile diciamo… la più leggera possibile, primo. Secondo, vorremmo anche, diciamo ragionare con voi su un qualcosa che mantenga integro l’eccellente lavoro che voi avete fatto sul 90, 95, 97 per cento della procedura (…) voi siete in attesa da un po’ che vi venga riconosciuto il compenso…dovuto». Ecco, dunque, la proposta. Che […] vorrebbe significare: o date le dimissioni e avrete le parcelle alla svelta, oppure vi silura il ministero e chissà quando vi pagherà.

 

[…]

 

Ma perché il ministro di Fratelli d’Italia, per mezzo del suo braccio destro, silura i commissari dopo sei anni di lavoro definito dallo stesso Eichberg «altamente meritorio»? La spiegazione starebbe tutta nell’esposto già citato. Lo scontro si sarebbe consumato soprattutto sulla cessione della quota del 15 per cento controllata da Condotte nella società Eurolink, il consorzio che dovrà realizzare il ponte sullo Stretto, vessillo di questo governo.

 

federico eichberg, capo di gabinetto del ministro del made in italy

Ad aggiudicarsi quel 15 per cento è il gruppo Tiberine controllato dall’immobiliarista romano Walter Mainetti. Il collegio commissariale di Condotte, con Bruno in testa, segue, all’epoca, una procedura condivisa, almeno fino a un certo punto, con il ministero, che il 29 marzo del 2023 autorizza la vendita della partecipazione in Eurolink.

 

Da qui il “malcontento” del capo del Mimit. […] Così la decisione di revocare i professionisti. E a giugno la scelta, dapprima solo paventata, si fa più concreta.

 

Lo diventa con Eichberg che, appunto a giugno scorso, «rappresenta ai commissari»  […] «che se avessero rassegnato le dimissioni spontaneamente ci sarebbe stato adeguato riconoscimento al lavoro svolto attraverso una tempestiva liquidazione dei compensi».

adolfo urso giorgia meloni question time alla camera

 

«Stiamo cercando di trovare una soluzione avendovi rappresentato qual è diciamo ad oggi la determinazione del ministro», chiosa Federico Eichberg in base a quanto emerge dalle registrazioni.

 

È così che Uggetti si dimette. Bruno e Piredda, al contrario, non lo fanno e vengono quindi revocati con decreto il 6 settembre. Nelle registrazioni, poi, Eichberg sottolinea che la mancanza di fiducia è alla base della decisione del ministro. «Come sappiamo il rapporto fiduciario è sostanziale per l’amministrazione straordinaria», dice il capo di gabinetto. Che continua il suo discorso davanti ai tre commissari parlando di «momenti di maggiore o minore comprensione mettiamola così che magari si è riverberata presso la struttura facendo venire meno il rapporto fiduciario».

 

Federico Eichberg

Per i professionisti però chi è nominato in procedure fallimentari può essere rimosso solo per giusta causa. E, per quanto Urso lamenti «scarsa diligenza» degli ex commissari, la terna sembrerebbe riuscita a perseguire l’obiettivo di salvaguardare i complessi produttivi e tutto il comparto occupazionale.

 

Nell’esposto si legge: «Il valore complessivo delle cessioni ha superato 250 milioni e il numero dei lavoratori salvaguardati è stato superiore a 1.300 lavoratori, in misura cioè pari al 100 per cento del personale in essere all’atto della ammissione di Condotte d’acqua spa alla procedura di amministrazione straordinaria».

 

adolfo urso foto di bacco (3)

Nell’esposto Bruno lamenta inoltre di non aver ricevuto ancora quanto gli spetta per il lavoro svolto. Intanto c’è una nuova terna, che, oltre che dalla vecchia conoscenza di Urso, Bello, era composta da Michele Onorato e Alfonso Di Carlo, quest’ultimo ha già dato le dimissioni per incompatibilità. Intanto l’inchiesta, appena iniziata, prosegue.

Francesco Paolo Bello

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…