ESTREMA UNZIONE A SINISTRA – ACHILLE OCCHETTO AVVERTE RENZIE: “FARAI LA MIA FINE” – E SUL PD UN’ALTRA BELLA LAPIDE: “HA FINITO PER SOMMARE IL PEGGIO DEL PCI E DELLA DC”

febbraio novantadue Occhetto Napolitano Petruccioli e Rodot febbraio novantadue Occhetto Napolitano Petruccioli e Rodot

Barbara Romano per “Libero Quotidiano

 

Compagno Occhetto, nel Pd c’è stata una rimozione nei suoi confronti?

 

«È così evidente…».

 

E perché, secondo lei?

 

«Perché io sono considerato, sia dai contrari alla svolta sia dai favorevoli, quello che aveva compiuto l’atto più empio. Come se il Papa si alzasse e dicesse che non esiste la verginità della Madonna. Nella vulgata sembra che si sia passati da Berlinguer a Renzi. Roba da psicanalisi di gruppo».

 

Si aspettava un incarico, magari onorifico, nel Pd?

 

«Anche molto meno».

 

LACRIME DI OCCHETTO LACRIME DI OCCHETTO

Cioè?

 

«Mi aspettavo che ogni tanto si ricordasse che io sono l’ultimo segretario del Pci e il primo del Pds e che quando si parla di Berlinguer si facesse qualche riferimento anche a me. In qualsiasi partito civile questo avverrebbe. Non c’è stata una celebrazione ufficiale, compreso il film di Veltroni, in cui io sia stato invitato ad esprimere la mia opinione su Berlinguer».

 

Quando si è trattato di eleggere il presidente della Repubblica si sono fatti i nomi di diversi ex Pci, il suo no.

Occhetto giovane Occhetto giovane

 

«Non posso stupirmi che non sia stato fatto il mio nome per il Quirinale quando non mi si è mai neanche proposto di fare il ministro né il sottosegretario. Quando dovetti lasciare la segreteria del Pds mi si chiese cosa volessi fare e io risposi: “Il presidente della Camera, se volete essere così gentili”. Lasciarono cadere la cosa ».

 

Le hanno fatto pagare la sconfitta del ’94?

 

«Guardi che avevamo molti più voti di quanti non ne abbia adesso Renzi. Eravamo in piedi. Al punto che dopo tre mesi Berlusconi entrò in crisi».

 

Non vorrà mica far credere che il Cav non abbia fermato la gioiosa macchina da guerra.

 

«Non nego la sconfitta, sarei un pazzo se lo facessi. Anzi, andai subito ai microfoni per dire che Berlusconi aveva vinto. Ma perdere una campagna elettorale capita a tutti. Invece si è considerato il ’94 come la colonna infame. E questo è vergognoso».

ACHILLE OCCHETTO ACHILLE OCCHETTO

 

Insomma, si sente tradito.

 

«Non io: la svolta è stata tradita».

 

Il Pd non è la continuazione della svolta della Bolognina?

 

«Sì e no. Sì, perché quando è caduto il Muro di Berlino quei partigiani comunisti, socialisti e del partito d’azione che sognavano tutti un’Italia diversa, iniziavano finalmente un cammino insieme. E una continuazione di quel cammino c’è nel Pd…».

 

Ma?

ACHILLE OCCHETTO LONTANO DALLA BOLOGNINA ACHILLE OCCHETTO LONTANO DALLA BOLOGNINA

 

«Ma dico “no”, perché invece di quella contaminazione tra i diversi riformismi si è avuta una fusione a freddo di apparati, che negli ultimi tempi ha determinato una continua tensione interna. Quindi non si è mai formata una vera coscienza unitaria, non c’è mai stata una capacità di presentarsi alla società con un messaggio innovativo. Così il Pd ha finito per essere la somma del peggio del Pci e della Dc ».

 

L’impressione diffusa invece è che lei si limitò a cambiare il nome della ditta e che sia stato Renzi a dare nuova ragione sociale alla sinistra.

 

berlusconi mentana occhettoberlusconi mentana occhetto

«Io non ho cambiato solo il nome. Dimentichiamo che io sono, scusi se lo dico con questo orgoglio, il comunista italiano che ha spostato il più grande partito comunista d’Occidente nell’Internazionale socialista. Mi basta solo questo per andarmene tranquillamente in pensione».

 

Sarà, ma è stato Renzi il primo a portare il partito nel Pse.

 

«Si dimentica che il Pse l’ho fondato io, assieme ai più grandi dirigenti socialisti d’Europa. E che noi siamo stati i fautori del passaggio al bipolarismo, non Berlusconi. A Segni che venne da me perché non aveva le firme sufficienti per il referendum dissi: “Le firme te le do io”,mettendomi contro la grande maggioranza del Pci, che era proporzionalista».

 

BERLUSCONI MENTANA OCCHETTOBERLUSCONI MENTANA OCCHETTO

Se l’aspettava che fosse un democristiano a rimettere in moto la gioiosa macchina da guerra?

 

 «Questo è ancora tutto da dimostrare. Bisogna distinguere un successo elettorale dall’effettiva,duratura capacità di dare una prospettiva alla sinistra e di tenuta del governo nel lungo periodo».

 

Che giudizio dà di Renzi?

occ42 occhetto nasoocc42 occhetto naso

 

«Con Renzi siamo passati da una fusione a freddo di apparati a una fusione a caldo a base leaderistica. Ma quella che io volevo era una contaminazione tra i diversi riformismi».

 

C’è qualcosa che le piace in lui?

 

«La sua volontà di rinnovamento della classe dirigente di derivazione comunista che negli ultimi anni aveva distrutto la sinistra italiana. Quando Renzi ha dato il via alla rottamazione, ho stappato bottiglie di vino».

 

matteo renzimatteo renzi

Ha brindato alla rottamazione di D’Alema…

 

«No, perché quando è arrivato Renzi, D’Alema era già praticamente rottamato. Per questo vorrei lanciare un avvertimento a Renzi».

 

Prego.

 

«Il termine “rottamazione” ha senso se si individuano con chiarezza nel passato gli errori che si sono commessi. Colpire nel mucchio tutta una generazione non ha nessun significato. Non a caso nel Pd permane una gran confusione sugli obiettivi da raggiungere».

MASSIMO D ALEMA IN SILENZIO FOTO ANDREA ARRIGA MASSIMO D ALEMA IN SILENZIO FOTO ANDREA ARRIGA

 

E quali sono gli errori che avete commesso?

 

«La sinistra italiana ha sbagliato innanzitutto nell’interpretazione di quella che doveva essere la prospettiva della svolta. Sin dall’inizio c’erano due teorie: la mia, che era quella di superare il crollo del comunismo per dar vita a una nuova sinistra democratica ma liberal, che ponesse cioè come punto di partenza non solo la democrazia di massa, ma anche la libertà dell’individuo».

 

La seconda teoria?

 

«Quella di chi ha considerato la svolta un fatto tattico, una scorciatoia per entrare nel salotto buono, che puntava al governo per il governo, ai compromessi più bassi.

Alessandro Natta
Alessandro Natta

Questo ha fatto spegnere la fiducia nella sinistra,ha fatto affievolire quella tensione morale che le permette di essere alternativa ».

 

Parla di bipolarismo e liberalismo, ma avete sempre cercato di rimuovere l’avversario con l'aiuto dei magistrati.

 

«Alcuni magistrati erano più vicini alla sinistra, non è un mistero. Ma è folle sostenere che ci fosse un rapporto organico. Io ho sempre difeso la magistratura e ho sempre ritenuto che Craxi avesse sbagliato ad aprire questo scontro bruttissimo tra poteri dello Stato. Ma sono convinto che Mani Pulite sia stato il primo grande guaio per la svolta della Bolognina».

 

Addirittura.

 

CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ANTONIO DI PIETRO CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ANTONIO DI PIETRO

«Io avevo spostato il Pci nell’Internazionale socialista.Benché Craxi fosse riottoso all’inizio, poi sarebbe stata naturale e persino obbligatoria l’unità tra comunisti e socialisti. Ma il terremoto di Mani Pulite compromise la svolta, favorendo i populismi e i giustizialismi ».

 

Ecco, a proposito di giustizialismi: l’ultima volta lei si è candidato alle Europee del 2004 assieme a Tonino Di Pietro. Prendeste il 2,1%. Lo rifarebbe?

 

«Lo feci perché aveva iniziato a rianimarsi la questione morale.Ma visto com’è andata,è l’unica cosa che in politica vorrei non aver fatto».

 

Qual è stata la sua ultima tessera di partito?

ANTONIO DI PIETRO - VIDEO PER LE ELEZIONI IN SARDEGNAANTONIO DI PIETRO - VIDEO PER LE ELEZIONI IN SARDEGNA

 

«Quella del Pds».

 

Lei ha scritto un libro, “La gioiosa macchina da guerra”, in cui dedica un capitolo a D’Alema, simpaticamente intitolato “Il male oscuro”. In questi anni avete mai avuto un chiarimento?

 

«Non possono esserci chiarimenti dopo quello che ha fatto».

 

Cos'è che non gli perdona?

 

«Quando era il mio vice nella segreteria si muoveva su una linea diversa dalla mia non in modo aperto, ma agendo alle mie spalle con la complicità degli apparati. È questo metodo il male oscuro della sinistra».

Antonio Di Pietro Antonio Di Pietro

 

Lei non ne è stato l’unica vittima, né l'ultima.

 

«È un male che imperversa anche oggi. Arriva fino ai 101 che in Parlamento hanno sabotato l’elezione di Prodi al Quirinale».

 

Lei usò lo stesso metodo nei confronti di Natta, per sostituirlo alla segreteria del Pci.

 

«Mi sbalordisce quest’accusa, perché io sono stato un sostenitore di Natta. Votai per lui quando ci furono le consultazioni dopo la morte di Berlinguer, nonostante già allora si facesse il mio nome per la segreteria. E fui un vicesegretario leale. Non ci sono tracce nei dibattiti pubblici di miei scontri con Natta, mentre D’Alema era continuamente in polemica con me».

 

foto di Enrico Berlinguer foto di Enrico Berlinguer

Ma lei fece fuori un segretario che era in un letto d’ospedale reduce da un infarto.

 

«I medici dicevano che era meglio che lui lasciasse la politica e una parte consistente del gruppo dirigente del Pci ritenne che ormai era troppo anziano. Gli fu consigliato di fare un passo indietro. E si fece il mio nome».

 

Renzi non s’è inventato niente: la successione per decapitazione è prassi dalle vostre parti.

 

«Non è paragonabile la mia successione a Natta al modo in cui Renzi ha fatto fuori Letta dopo avergli detto di stare sereno. Ma anche lui rischia di essere ingoiato dal male oscuro della sinistra…».

ENRICO BERLINGUER TRA LA FOLLA ENRICO BERLINGUER TRA LA FOLLA

 

Nel Pd c’è chi trama nell’ombra per far saltare la testa di Renzi?

 

«Renzi gioca tutto sulla vittoria continua. Non può perdere un colpo, perché non è amato nel Pd. Non vorrei trovarmi al suo posto quando la ruota comincerà a girare male…».

 

Intanto però gli va tutto benissimo. Come se lo spiega tanto consenso?

 

«Renzi incarna un fenomeno del tutto nuovo. A volte incontro vecchi compagni con le mutande e la canottiera rossa che dicono di votare Renzi. C’è uno zoccolo duro del vecchio elettorato comunista, sul quale fluttua, più che un partito, un’opinione liquida. A fondere questi due elementi sono il leaderismo e la terra promessa della vittoria. Questa è la grande forza di Renzi,ma potrebbe essere il suo tallone d’Achille».

ACHILLE OCCHETTO ENRICO BERLINGUER jpegACHILLE OCCHETTO ENRICO BERLINGUER jpeg

 

Ha mai parlato con lui?

 

«È stato il primo che ho invitato alla presentazione del mio libro. Gliel’ho mandato in pdf, gli ho telefonato dieci volte…».

 

E Renzi?

 

«Non mi ha mai risposto».

 

Moriremo renziani?

 

«Speriamo di non morire, per il momento. Lei sicuramente non morirà renziana. Ma credo neanche io…».

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!