graziano delrio

IL PD È UNA CERTEZZA: NEL MOMENTO SBAGLIATO CI SARÀ SEMPRE QUALCUNO CHE PROPONE LA PATRIMONIALE! - NEL PIENO DELLA CRISI E CON ZERO ITALIANI CHE HANNO RICEVUTO I ''PODEROSI'' CONTRIBUTI, DELRIO LANCIA LA ''COVID TAX'' PER CHI DICHIARA PIÙ DI 80MILA EURO LORDI - A PARTE L'EFFETTO PSICOLOGICO DISASTROSO DI QUESTE MISURE (LE PATRIMONIALI SI FANNO, NON SI ANNUNCIANO), MA CHI NEL 2019 HA GUADAGNATO 80MILA EURO QUEST'ANNO POTREBBE AVERNE INCASSATI LA METÀ (O PEGGIO), SE AUTONOMO. QUINDI OLTRE AL DANNO, L'ESPROPRIO

 

1. DAL PD L'IDEA DI UNA «COVID TAX» CORO DI NO, ANCHE IL PREMIER LA BOCCIA

Maria Teresa Meli per il ''Corriere della Sera''

 

L' hanno già ribattezzata «Covid tax». È un contribuito di solidarietà che il gruppo del Pd alla Camera propone di far versare, nel 2020 e nel 2021, ai cittadini con redditi superiori agli 80.000 euro annui. Lo hanno annunciato ieri il presidente dei deputati dem Graziano Delrio e il capogruppo del Pd in commissione Bilancio Fabio Melilli, precisando che in questo modo si avrà un gettito di un miliardo e 25o milioni l' anno.

carola orfini delrio

«La somma versata - hanno spiegato i due esponenti del Pd - rispetterà i criteri di progressività, sarà deducibile e partirà da alcune centinaia di euro fino ad arrivare a decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione».

 

Delrio e Melilli intendono trasformare la proposta in un emendamento al decreto Cura Italia. Così, a loro giudizio, si verrà incontro a quelle famiglie «che non hanno risorse sufficienti nemmeno per provvedere all' acquisto di beni di prima necessità». Secondo questo schema, che riguarda una platea di ottocentomila cittadini, il contributo andrebbe da 110 a 54.000 euro l' anno.

 

GRAZIANO DELRIO RIPASSA DESTRA E SINISTRA DI BOBBIO PRIMA DELL'INCONTRO CON CONTE

Ma la misura è stata bocciata sia dall' opposizione che dalla maggioranza. «Non la vedo all' orizzonte», dice il premier. Il reggente del Movimento Cinque Stelle Vito Crimi è stato netto: «Siamo contrari a ogni forma di patrimoniale». Il viceministro grillino Stefano Buffagni ha lanciato provocatoriamente una controproposta: «I parlamentari dem si taglino il loro di stipendio». I deputati di Italia viva Ettore Rosato, Luciano Nobili e Silvia Fregolent hanno bollato la proposta come «una follia».

 

Dal fronte del centrodestra è partito un attacco al «Pd, partito delle tasse». «Sono matti, ma li fermeremo», ha dichiarato Matteo Salvini. Anche Silvio Berlusconi è stato durissimo: «In un momento come questo nessuno pensi di mettere le mani nelle tasche degli italiani. Adesso bisognerebbe diminuirle le tasse, non aumentarle». Insomma, ha sintetizzato il leader di Forza Italia, «no patrimoniale, sì flat tax». E Giorgia Meloni ha annunciato di essere pronta a «fare di tutto contro questo scempio di patrimoniale».

 

andrea marcucci e graziano delrio arrivano al quirinale 1

In serata Delrio ha voluto replicare a tutte le accuse: «Definire la nostra proposta una patrimoniale è una fake news . Una misura simile venne pensata anche dal governo del centrodestra nel 2010».

 

 

2. ZINGARETTI (E L'ESECUTIVO) SPIAZZATI DALL'EX MINISTRO MA IL GRUPPO DEM È CON LUI

Maria Teresa Meli per il ''Corriere della Sera''

 

La decisione di Graziano Delrio di presentare un emendamento al Cura Italia proponendo un contributo di solidarietà ha spiazzato il Nazareno ma anche il governo. Non che non si sapesse che l' ufficio di presidenza del gruppo del Pd stesse valutando questa ipotesi. E nella chat dei deputati dem la discussione sull' argomento era avviata da giorni, ma l' accelerazione impressa da Delrio quella sì che era inaspettata.

 

graziano delrio in diretta televisiva

Eppure il capogruppo dem a Montecitorio mordeva il freno da tempo. «Non si può pensare che il Parlamento sia solo il luogo della ratifica dei procedimenti del governo», andava dicendo in questi giorni. E i deputati del Pd, stufi di non toccare palla, erano dello stesso avviso. «Ci arrivano i provvedimenti del governo, magari anche pasticciati, i grillini al Senato ci infilano quello che vogliono, e noi dobbiamo ratificare tutto senza metter bocca», era la lamentela più ricorrente nella chat dem. Questo spiega l' accelerazione, che Nicola Zingaretti, però, non si aspettava proprio.

 

Ma nel comunicato stampa di Delrio e del capogruppo pd in commissione Bilancio Fabio Melilli c' è scritto che il gruppo ha agito in «piena sintonia con il partito». E quindi?

renzi zingaretti

La verità è che il segretario, come è ovvio, era stato avvisato che i deputati stavano studiando una proposta del genere. E, fedele al suo stile, ha rispettato l' autonomia del gruppo. «Ma non sapevo che la proposta sarebbe stata formalizzata in questi termini e tempi», ha confidato ai collaboratori quando è arrivata la notizia dell' emendamento.

 

Ormai, però, la polemica si era scatenata. Matteo Renzi sbottava con un «roba da matti» e spingeva i suoi a uscire allo scoperto. I 5 Stelle opponevano un fuoco di sbarramento. «Bisogna dare agli italiani, non togliere», era l' obiezione di Luigi Di Maio.

Dal ministero dell' Economia non arrivava nessun segnale ufficiale. Roberto Gualtieri è coinvolto nell' impegnativo braccio di ferro con alcuni partner europei. E ha sempre l' occhio rivolto ai conti nostrani e alla stabilità del sistema Italia. Perciò vuole evitare che «si alimentino confusioni e polemiche in questa fase delicatissima».

 

Per questo, e per rispetto dell' autonomia del Parlamento, ha scelto il silenzio. Ma dal Mef filtra questa considerazione sulla proposta del gruppo dem: «È un contributo alla discussione». Un modo diplomatico per far capire che il governo non sta prendendo in considerazione questa misura.

 

luigi di maio vito crimi

Morale della favola, questa proposta non ha i voti né il sostegno per passare. Eppure i deputati del Pd non demordono. La maggioranza del gruppo è su questa linea, pur sapendo bene che il contributo di solidarietà è destinato a essere archiviato: «Comunque abbiamo dimostrato che anche noi possiamo dire la nostra».

 

E il rischio di far passare il Pd per il partito delle tasse, per giunta con una proposta che non vedrà mai la luce? I deputati dem respingono questa accusa. Spiega Melilli: «Noi non ci stiamo a passare per i tartassatori. Questa è una bugia bella e buona. Tra l' altro, quando siamo andati a vedere quello che hanno fatto in materia i precedenti governi, abbiamo trovato la proposta fatta da Tremonti, molto simile alla nostra, e su quella falsariga ci siamo mossi. Perciò questi attacchi sono pretestuosi».

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”