pd piazza del popolo

CAFONALINO PIDDINO - IL PD VA IN PIAZZA MA E’ NEL RETRO-PALCO CHE SI GIOCA LA PARTITA VERA: QUELLA PER IL CONGRESSO - RENZI VUOLE CONVINCERE GENTILONI A CANDIDARSI PER SPINGERE ZINGARETTI A FARE UN PASSO INDIETRO - IN ALTERNATIVA, MATTEUCCIO PENSA A DELRIO E MINNITI, E SE GLI VA MALE C'E' SEMPRE UN SEGGIO AL PARLAMENTO EUROPEO - A BREVE LA DISCESA IN CAMPO DI BOCCIA

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

1 - DAGOREPORT 

zingaretti intervistato

Marco Antonellis per Dagospia 

 

"Il miracolo di Piazza del Popolo; dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci abbiamo avuto anche quella dei partecipanti" spiegano divertite alcune fonti di opposizione che sanno bene come si organizzano le manifestazioni; qualche transenna più in là, qualche bandiera in più di qua e il gioco è fatto. Venti-trentamila persone se sapientemente gestite e organizzate possono sembre anche 50 mila (che era la prima cifra ufficiale comunicata dagli organizzatori) o 70 mila (quanto comunicato dagli organizzatori in seconda battuta).

una foto con martina

 

In realtà ieri più che il palco ha contato il retropalco perché è li che si sono fatti i 'giochi', quelli veri: Matteo Renzi ha tentato invano di riallacciare i rapporti con Paolo Gentiloni ma non c'è riuscito (il Conte Paolo tiene duro e tifa Zingaretti). I bene informati ieri giuravano e spergiuravano che "il sogno di Matteo è quello di convincere Gentiloni a scendere in campo in modo da costringere Zingaretti a fare un passo indietro". Ma nessuno dei due intende fare retromarcia. Ormai il dado è tratto. 

 

renzi intervistato (1)

E allora che farà Renzi da grande? Per quanto riguarda la corsa alla segreteria Pd Matteo Renzi può mettersi l'anima in pace: sondaggi riservati in possesso dei capi bastone del Partito Democratico rivelano che Nicola Zingaretti è in netto vantaggio per la vittoria finale mentre sia Matteo Renzi che Maria Elena Boschi, per restare in tema di Giglio Magico, sono in forte calo rispetto ai fasti del passato.

 

Detto questo, a Firenze si dice che il toscano non abbia del tutto rinunciato a candidarsi in prima persona al Congresso così come insisterà fino all'ultimo giorno possibile per convincere Graziano Delrio a farlo in sua vece. Ma se nulla di tutto ciò dovesse accadere, il “Piano b” del machiavellico toscano prevederebbe di sondare addirittura l'ex Ministro degli Interni Marco Minniti: "I due non si sono mai particolarmente amati" spiegano fonti di vertice del Nazareno "ma Renzi dovrà fare buon viso a cattivo gioco se non vorrà rimanere con il cerino in mano".

militanti pd

 

Intanto, tra le indiscrezioni più gettonate che ieri circolavano alla manifestazione Pd c'era quella che voleva Renzi capolista alle prossime europee. Insomma, se il toscano perdesse il Congresso proverà a rifarsi subito dopo facendo il pieno di voti alle europee di Maggio.

 

Ma Zingaretti (probabilissimo prossimo segretario Pd e che quindi gestirà la partita delle candidature per le europee) sarà d'accordo? Nel frattempo, siamo in grado di rivelare che per la sfida alla segreteria Pd sta per scendere in campo Francesco Boccia. Indiscrezioni sempre più insistenti ne parlano come di 'imminente'.

 

 

2 - FRAGILI APPLAUSI E SLOGAN SPAVENTATI: ECCO LA PIAZZA INCERTA DEL PD

militanti pd (5)

Fulvio Abbate per https://www.linkiesta.it

 

Ieri pomeriggio, domenica, piazza del Popolo avrebbe potuto chiamarsi anche piazza dell’Incertezza, nel senso politico di una sorta di seconda scelta rispetto all’esclusa, oceanica, piazza San Giovanni. Certo, ci sarebbe da citare anche piazza Santissimi Apostoli, ma al Pd hanno calcolato che quest’ultima scelta sarebbe stata davvero troppo, quasi dichiarare un possibile forfait. Alla fine il risultato è stato comunque soddisfacente per gli scommettitori dem.

 

Ma ora, intanto che mi avvio verso la piazza, ecco che mi si presenta una domanda assoluta, forse addirittura pasoliniana, nel senso del destino: come è fatto, nell’anno di grazia e di macerie 2018, il volto del simpatizzante del Pd o comunque di chi abbia scelto di rispondere all’appello pubblico di una forza politica che si reputi e dichiari progressista?

 

militanti pd (4)

Lungo le direttrici del Tridente, le stesse che portano dritto dritto a piazza del Popolo, le facce sono soprattutto di turisti o degli ormai radi residenti del centro storico, prendi il caso di via della Scrofa, dietro alla quale si nasconde via Leccosa, proprio dove, perdonate la citazione neorealistica, Umberto D. immagina di abbandonare in una pensione da straccioni il suo amato cane Flike, un riferimento doveroso se bisogna pur pensare e immaginare le radici, gli antenati, di chi si dissocia dal populismo sovranista, forse anche fascistoide, e infatti ha scelto di mostrarsi in piazza.

militanti pd (3)

 

Il primo esatto momento in cui la massa dello struscio viene contraddetta dai convenuti alla manifestazione tuttavia non c’è ancora all’altezza di dov’era la leggendaria sede del Partito socialista di Nenni e poi del Garofano. Non una faccia che possa già far supporre “l’invasione pacifica” da parte del popolo del Pd, la Roma dei comizi. Già, la prima bandiera, europea, sventola, più o meno, all’altezza di dove era il negozio di “Piero il Fichissimo”, leggendaria bottega di jeans e giubbotti di pelle, anch’esso ormai sprangato.

 

militanti pd (2)

Il regista Wim Wenders in un suo film ha mostrato le persone smarrite del mattino sui mezzi pubblici e nei bar, provando a indovinarne i pensieri, sovrapponendo le voci di ciò che presumibilmente stessero in quel momento immaginando, gli affanni, le attese, le paure. Sarebbe interessante, al di là d’ogni espressione, dei gesti e dei vessilli sottobraccio, provare a sondare cosa pensino le creature, adulti e ragazzi, che adesso si mostrano in una piazza per intero gremita, quasi impenetrabile.

 

militanti pd (1)

Ma noi lo sappiamo che non sono la piazze, questo genere di piazze della risposta emotiva al vuoto, un indicatore esatto dei reali umori di chi, in questo caso, vorrebbe rispondere a ben altri rumori, cioè un sentimento razzista, xenofobo, semplificatorio, il precipitato ultimo di un sentimento reazionario endemico nella società, tutta roba che Salvini e Di Maio ben rappresentano. Tutto ciò al di là di ciò che suggeriva Pietro Nenni: "Piazza piene, urne vuote”. Ma c’è intanto un dettaglio per nulla secondario che serve a far riflettere sul dopo, sulla Caduta, ed è quello delle divise del “servizio d’ordine” preposto a rendere fluida e sicura la piazza, non più semplici militanti con la fascia al braccio, ma una ditta di servizi preposta alla sicurezza, “National service”.

 

michele anzaldi

Ogni tanto, rivolto al palco, si solleva un applauso né impetuoso né corposo, un applauso crescente eppure fragile, un applauso crepato, crepato al suo interno dall’incertezza, dai dubbi, segno che non è chiaro quanto questo partito odierno possa essere il Bostik delle macerie sotto gli occhi di tutti.

 

Anche gli slogan: “Più cultura e meno paura”; “Per l’Italia che non ha paura” parlano di un gioco in difesa. È noto, quando si invoca la paura si è già nella zona che anticipa il panico, ossia la sensazione d’essere comunque inermi rispetto a ogni emergenza, sia esso un fascismo sempre insorgente in questo paese sia esso ciò che dovrà essere, quali passi, quale fisionomia politica? Ma per far questo bisognerebbe averne coscienza, e contezza, della storia, e non memoria da pesci rossi. Molti giungono dalla Toscana, e Renzi è ancora nel loro cuore, reputano che si debba lasciarlo lavorare.

michele anzaldi sandro gozi graziano delrio

 

Dal palco si solleva un applauso né impetuoso né corposo, un applauso fragile, crepato, crepato al suo interno, segno che non è chiaro quanto questi possa essere il Bostik delle macerie sotto gli occhi di tutti. Gli slogan: “Più cultura è meno paura”; “Per l’Italia che non ha paura”. Forse quando si invoca la paura siamo già in zona che precede il panico

Sul palco si succedono i gioielli spettacolari di famiglia, ecco, metti, l’ironia di Paolo Hendel, ecco il sorriso sarcastico di chi lo ascolta e sembra dire a se stesso: “Siamo noi i più intelligenti, i più ironici”, ma è tuttavia un riso trattenuto, amaro, forse anche fuori tempo massimo.

maurizio martina parla al popolo del pd (8)

 

E le bandiere dell’Europa meriterebbero una trattazione a parte, le trovi inframmezzate a quelle quasi scadute del Pd, all’immancabile bandiera dei Sardi, a un’altra della pace, all’arancione dei Giovani Democratici; sarà capace il Pd di convincere che si tratti di quella sognata a Ventotene da Altiero Spinelli e non di coloro, “i burocrati infami di Bruxelles”, la cui semplice presenza suggerisce l’immagine dei vampiri che minacciano i nostri risparmi? Nuovo fantoccio che sembra avere sostituito ciò in altri tempi era il rimando alla demo-plutocrazia giudaica di Wall Street?

matteo ricci (1)

 

Passione e ideologia, diceva qualcuno, ma qui forse neppure un palombaro saprebbe con esattezza scorgere queste categorie dell’essere e dell’emozione politici, tutt’al più qui si scorge smarrimento, che sembra riassumersi in una sola locuzione: “E adesso?” e non certo il “Che fare” di secoli addietro. E intanto il paese cosiddetto reale, dedito allo struscio che dal fondo di via del Corso getta un occhio distratto sull’orizzonte imbiancato dalle bandiere a cosa penserà? Forse a nulla, giusto mezzo sguardo e poi rieccolo che si precipita verso le vetrine di “Original marines” o del merchandising ufficiale della A.S. Roma. Addio ciò che accennava a “un paese pulito in un paese sporco, un paese umanista in un paese consumista” pensando all’opposizione.

marco minniti

 

Forse, gli unici che qui dormono sonni tranquilli sono i garantiti, un gruppo dirigente sordo ad ogni sollecitazione, certo che l’obiettivo della salvezza della democrazia passi per la salvaguardia delle proprie rendita di posizione. Stupidi noi, abbiamo detto che dopo l’ultima disfatta elettorale si sarebbe dovuta mettere in campo “la primavera“ come avvenne col Grande Torino

 

L’applauso che risponde alle parole nette di Martina affinché la Lega di Salvini restituisca i 49 milioni di euro non sembra essere convinto all'inizio, ma infine cresce, cresce, quasi a decretare l’attuale reggente come possibile leader. Quali parole occorrerebbero per avere coscienza di esserci, quali parole esatte in questa battaglia tutta in difesa, posto che, sempre come diceva qualcuno, il sentimento reazionario sempre rassicura e riscalda in tempi di crisi economica, ed è la semplificazione che la subcultura sovranista porge come fosse un vermouth ristoratore, anzi, l’apericena.

ivan scalfarotto

 

Forse, gli unici che qui dormono sonni tranquilli sono i garantiti, il gruppo dirigente sordo ad ogni sollecitazione, convinto che l’obiettivo della salvezza della democrazia passi per la salvaguardia delle proprie rendita di posizione. E allora stupido chi, dopo l’ultima disfatta elettorale, ha suggerito che si sarebbe dovuta mettere in campo “la primavera”, come avvenne col Grande Torino dopo la tragedia di Superga.

Alla fine la folla sciama lontano dalla piazza con le note di “Born To Run” di Springsteen.

 

P.S. Al momento di andare via ritrovo Filippo Sensi, deputato del PD, @nompuf su Twitter, uomo colto e di mondo, e subito non posso fare a meno di esprimergli la mia assoluta stima per le vignette attraverso cui ci restituisce la miseria del presente politico, ma basterà la sua puntuta ironia a salvarci dalla sensazione del grado zero?

graziano delrio

 

Quanto a Martina, è davvero piaciuto. Lo capisco dalla battuta crudele che mi porge poco dopo Franco Trevisi, già tra i protagonisti de “La piovra 3” nei panni del perfido trafficante d’armi Kemal Yfter, si avvicina e, euforico per aver trovato nel reggente Maurizio un tribuno dalla voce possente, mi fa: “Ma che gli hai portato la cocaina a Martina?”, e così se ne va, rassicurato ed euforico pensando che forse non tutto sia paura, non tutto sia autunno di un’opposizione fragile, perduta

gianni cuperlograziano delrio in diretta televisivafrancesco bonifazi fotografa la piazzafederico romeo presidente del municipio di genova valpoceverafrancesco bocciafrancesco bonifaziettore rosato (2)ettore rosato (1)emanuele fianoedoardo fanucci con i militanti toscanicesare damianomaurizio martina parla al popolo del pd (1)matteo renzi (1)alessia moraniandrea gnassi sindaco di riminiandrea orlandocarlo calenda (2)maurizio martina parla al popolo del pd (4)carlo calenda in diretta televisivamichele anzaldi (2)paolo hendelpaolo virzinicola zingarettisilvia costarenzi intervistato (2)sandro gozi enrico gasbarrasandro gozi simona bonafepaolo virzi carlo calendanicola zingaretti in diretta televisivamaurizio martina parla al popolo del pd (7)maurizio martina parla al popolo del pd (9)maurizio martina parla al popolo del pd (6)simona malpezzisimona bonafemaurizio martina parla al popolo del pd (2)maurizio martina parla al popolo del pd (5)sandro gozimaurizio martina parla al popolo del pd (3)maurizio martina parla al popolo del pd (10)matteo renzi (2)matteo ricci (2)matteo renzi (3)umberto marronivaleria fedeliun selfie con zingarettimartina saluta il popolo del pd (2)martina saluta il popolo del pd (1)in ricordo di genova

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!