raggi virginia topi sorci ratti

MA LA CANDIDATURA DI RAGGI A SINDACO E’ REGOLARE? DOPO IL SERVIZIO DELLE "IENE" IL PD VA IN PROCURA A PRESENTARE UNA DENUNCIA PER FALSO IN ATTO PUBBLICO - NEL MIRINO LA LISTA DI SOSTEGNO M5S: LE UNICHE DUE FIRME ERANO DI DUE DELEGATI CHE SI SAREBBERO "AUTODELEGATI" – PARLA VINCENZO CERULLI IRELLI, TOTEM DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO - VIDEO

 

http://www.iene.mediaset.it/puntate/2017/04/23/roma-la-candidatura-del-sindaco-raggi-e-regolare-_11131.shtml

 

Ilario Lombardo per la Stampa

 

Ma la candidatura del sindaco Virginia Raggi è regolare? La domanda è stata posta dagli inviati del programma tv Le Iene a uno dei massimi docenti di diritto amministrativo d' Italia Vincenzo Cerulli Irelli e adesso è diventata il cuore di una denuncia penale che il Pd depositerà in procura domani.

 

 

Prima di sentire la risposta del professore bisogna fare un minimo di sunto delle puntate precedenti della tormentata storia della burocrazia elettorale in casa 5 Stelle.

 

RAGGI IENERAGGI IENE

Dopo le firme false di Palermo (tre deputati nazionali sospesi dal M5S dopo la richiesta di rinvio a giudizio), le Iene scoprono che sull' atto di presentazione della candidatura di Virginia Raggi i delegati di lista dichiarano, il 20 aprile 2016, di aver raccolto 1.352 firme. Peccato però che quelle firme vengano materialmente raccolte tre giorni dopo, il 23 aprile. Preveggenza? No, rispondono i delegati di lista, gli avvocati Alessandro Canali e Paolo Morricone, semplicemente una possibilità concessa da una sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia che è l' ancora a cui si aggrappano i grillini per confermare la validità dell' atto. Qualche giorno dopo il blog di Beppe Grillo dichiara che la «candidatura di Raggi è pienamente legittima» ma, nello stesso testo, evoca «l' ipotesi di un errore formale» che però «non inficia la regolarità della lista».

 

Le Iene insistono e si recano da Vincenzo Cerulli Irelli, un totem nel diritto amministrativo in Italia. La sua sentenza sull'«errore» sembra essere senza appello: «Si dichiara una cosa che né i firmatari né il pubblico ufficiale potevano sapere. Se è un atto pubblico siamo di fronte a un falso, altrimenti l' atto è di carattere inesistente». L' avvocato però guardando le carte nota un particolare in più: nell' atto principale della candidatura di Raggi, datato 20 aprile, le uniche firme di sottoscrittori della lista sarebbero solo quelle di Canali e Morricone. Cioè i due delegati, che quindi si sarebbero autodelegati «E' una cosa che non sta né in cielo né in terra.

 

RAGGIRAGGI

Tutti gli studenti, anche del primo anno, sanno che delegatus non potest delegare, quindi che il delegato non può delegare se stesso». Canali e Morricone, sono due vecchi attivisti grillini ora in forze all' ufficio legislativo del gruppo regionale del M5S Lazio, e hanno mandato una diffida al programma intimando di mandare in onda il servizio. Una diffida firmata dall' avvocato Ervin Rupnik, e condivisa su Facebook dalla deputata Roberta Lombardi e dal suo principale alleato dentro il M5S romano, cioè Marcello De Vito, presidente dell' Assemblea capitolina.

 

È un particolare non irrilevante perché nel' infinita faida romana, Canali e Morricone sono legati a Lombardi e De Vito, avversari interni di Raggi. Da fonti del M5S risulta che i due avvocati sarebbero già stati scaricati e il Movimento vorrebbe liquidarli al più presto.

iene raggiiene raggi

 

Ma già nel servizio delle Iene sembra che la stessa Raggi voglia addossare su di loro l' intera responsabilità di quanto accaduto: «Andate a parlare con i miei delegati, così vi chiarite una volta per tutte». La sindaca, avvocato a sua volta, si dice serena perché sa che i tempi per un ricorso amministrativo contro la legittimità della sua elezione sono scaduti.

 

Ma, in attesa di sapere come andrà a finire l' inchiesta sulle nomine in Campidoglio che ha falciato il suo cerchio magico, potrebbe comunque ripiombare in un incubo giudiziario. Il Pd, su spinta della segreteria nazionale, domani dovrebbe presentare una denuncia penale e civile alla procura di Roma.

 

L' ipotesi di reato dovrebbe essere quella di falso in atto pubblico. Se un giudice ne confermasse l' esistenza, potrebbe essere dichiarata nulla la candidatura. E dunque l' elezione che ha portato Raggi in Campidoglio con il 70% dei voti dei romani.

 

LE IENE FILIPPO ROMA VIRGINIA RAGGI LE IENE FILIPPO ROMA VIRGINIA RAGGI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…