E IL PD, CON PENATI NEL SEDERINO, SI SCOPRE GARANTISTA, COME UN QUALSIASI BERLUSCONE: “NON SI PUÒ COMBATTERE LA CORRUZIONE IMBARBARENDO IL SISTEMA DELLE TUTELE” - MARINO VOLEVA CACCIARLO, MA “PRIMA AVREMMO DOVUTO RIAMMETTERLO, DAL PARTITO È GIÀ FUORI” - CASSON E PARISI CHIEDONO LE DIMISSIONI DA CONSIGLIERE: “QUEL POSTO CE L’HA GRAZIE AGLI ELETTORI DEL PD”...
Paola Zanca per "il Fatto quotidiano"
"Un secondo, mi lasci ascoltare, parlano di noi". Prego. Luigi Berlinguer appena rientrato a casa dopo il giorno più lungo del Pd - quello in cui ha dovuto decidere che fare con Filippo Penati - accende il Tg1. La sospensione dal partito di uno dei "consiglieri più fidati" del segretario Bersani è tra i titoli di apertura. "Ah, c'è la difesa di Penati... ma è lunga". Lui, e i democratici tutti, se la sentono ripetere come un mantra da un mese.
E, travolti da una bufera giudiziaria che non pensavano sarebbe arrivata mai, quell'autodifesa non hanno potuto fare altro che ratificarla. Gli 8 commissari di garanzia (il nono, Andrea Manzella è rimasto bloccato a casa da un'operazione al menisco) sono usciti dopo più di tre ore di riunione con il verdetto che tutti si aspettavano: sospensione per Filippo Penati, che di fatto autosospeso lo era già .
"La nostra non è stata una ratifica - difende il lavoro della commissione il presidente Berlinguer - abbiamo spiegato che cos'è la sospensione". Che cos'è? "Una condizione temporanea: Penati non rappresenta più da nessuna parte il partito finché non verrà prosciolto con sentenza definitiva". Giura che i vertici del Pd (con cui è in "colloquio permanente") non hanno esercitato "la minima pressione". D'altronde, c'è chi (per esempio Ignazio Marino) aveva chiesto anche di più: l'espulsione.
"Ma per cacciarlo avremmo dovuto riammetterlo, lui dal partito è già fuori" spiegano i garanti. Eppure, anche ieri, l'unanimità è stata conquistata a fatica: "C'erano i più garantisti - ammette Berlinguer - e quelli che invece ritenevano che vista la situazione del Paese era necessario marcare una distinzione più netta.
Lo sforzo che abbiamo fatto è stato quello di tenere insieme da un lato le garanzie costituzionali come la presunzione di innocenza, perché non si può combattere la corruzione imbarbarendo il sistema delle tutele, dall'altro le esigenze della politica, che non può attendere i tempi giudiziari, che ha bisogno di tutelare il partito". Prima di arrivare al "compromesso", la discussione è stata accesa: tutti sono intervenuti più di una volta.
Alla fine, si sono appellati all'articolo 10 del Regolamento, quello che riguarda i procedimenti giudiziari. "Penati si è autosospeso senza che ci fosse nulla a suo carico, ha rinunciato alla prescrizione, ha dato l'esempio", dicono ancora dalla Commissione. Forse per questo non se la sono sentiti di andare oltre "il minimo che si poteva fare". A chiamarlo così, è Felice Casson, senatore del Pd ed ex magistrato. Che ci tiene a sollevare un problema: e adesso Penati continua a fare il consigliere regionale in Lombardia?
"Dovrebbe dimettersi - taglia corto Casson - La commissione non poteva fare di più, ma in prospettiva futura credo che il partito democratico debba adeguare i propri strumenti: deve poter fare in modo di convincere i propri eletti a dare le dimissioni in attesa di giudizio". Non è soddisfatto di come si avvia ad appannarsi il caso: "à il rapporto tra eletto ed elettore che deve essere rispettato. E quel ruolo in consiglio regionale Penati ce l'ha grazie al partito, grazie a chi ha votato Pd".
à perplesso anche Arturo Parisi: "Più che altro pongo un interrogativo: vorrei prima capire quali sono le motivazioni che hanno spinto Penati ad autosospendersi, a parte quella di mettere in difficoltà il partito. Solo così potrei capire quali sono le motivazioni che hanno portato a questa presa d'atto".
Ma Berlinguer è convinto che la delibera scritta oggi dalla commissione dei garanti non sia aria fritta. "Abbiamo scritto che un amministratore del Pd deve essere più integro di un normale cittadino. Perché non lo fanno anche gli altri partiti? Se lo facessero anche gli altri, la politica italiana sarebbe più matura. La sospensione - insiste il presidente - è una misura molto severa: Penati non può svolgere attività di partito". Il messaggio sembra essere arrivato. Sarà un caso, ma dal sito del consigliere regionale la sezione dell'agenda è già sparita.
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