LE PENE DI LE PEN E IL NANO GODE - A 10 GIORNI DALLE PRESIDENZIALI, MARINE LE PEN, DEL FRONTE NAZIONALE, AMMETTE IN TV CHE LE MANCANO 48 FIRME DI “PADRINI” PER CONVALIDARE LA SUA CANDIDATURA - IL SARKOFAGO VIETA AI SINDACI DI CENTRO-DESTRA DI DARLE SOSTEGNO - MA IL CAGNOLINO DI CARLÀ POTREBBE COMUNQUE PERDERE: IL SOCIALISTA HOLLANDE VIENE CONSIDERATO PIÙ AFFIDABILE DI LUI, E IERI IL SARKO È STATO BERSAGLIATO CON UN LANCIO DI UOVA DA UN GRUPPO DI NAZIONALISTI...

1 - UOVA E FISCHI: «PRESIDENTE DEI RICCHI»
Dal "Corriere della Sera" - Nicolas Sarkozy contestato a Bayonne, Paesi Baschi francesi. Dopo aver superato dei manifestanti che lo hanno attaccato al grido «presidente dei ricchi», Sarko si è rifugiato in un bar davanti al quale si è radunata una folla compatta. C'è stato un lancio di uova ed è intervenuta la polizia.

2 - LA FORTUNA DI SARKÃ’: LE PEN QUASI FUORI DALLA CORSA ALL'ELISEO
Alessandro Carlini per "Libero"

Si rischia un escluso eccellente alle elezioni presidenziali francesi di primavera. Ieri sera Marine Le Pen, leader del Fronte nazionale, ha ammesso, in diretta al telegiornale delle 20 su France 2, che non ha raggiunto le 500 firme di patrocinio da presentare per candidarsi all'Eliseo. Ne ha raccolte solo 452, ne mancano 48 e ha solo dieci giorni di tempo. Alcuni sindaci si sono impegnati a voce a sostenerla, ma poi all'atto pratico, al momento di formalizzare per iscritto il loro appoggio, non lo hanno fatto.

Si tratta soprattutto di personaggi legati all'Ump, la formazione di centro- destra del presidente Sarkozy, che sono stati «avvisati» dalla cupola del partito che non è più gradito che appoggino il Front National. Se lo faranno, ne pagheranno le conseguenze. L'esclusione di Marine potrebbe essere un vero e proprio terremoto nella campagna elettorale: molti voti del Fronte nazionale potrebbero andare, fin dal primo turno, al centrodestra, quindi verso il presidente in carica, Nicolas Sarkozy, anche se la vendetta dei Le Pen potrebbe alla lunga sfavorirlo.

Neppure per Nicolas però quella di ieri è stata una giornata facile. Ha subito una violenta contestazione, con tanto di lancio di uova e tentativo di aggressione da parte dei manifestanti. Il fatto è avvenuto a Bayonne, nella regione basca francese. La scarica di tuorli e albumi è stata opera di un gruppo di nazionalisti - contrariati dai numerosi arresti negli ultimi anni di terroristi dell'Eta in Francia - e, secondo lo staff del presidente, da sostenitori del rivale socialista, François Hollande. Sarkozy è stato costretto a trovare rifugio per un'ora in un bar, mentre gli agenti in assetto anti- sommossa hanno faticato non poco a riportare l'ordine.

Ma le critiche al presidente spaziano ormai sui fronti più diversi. A partire dal caso della giornalista francese Edith Bouvier, da giorni ferita e intrappolata nell'assedio della città siriana di Homs. Come è suo solito, Sarkozy aveva annunciato martedì scorso che tutto era pronto per il recupero della reporter che sul posto non può contare su un'adeguata assistenza medica.

Il presidente si è lanciato in questo azzardo perchè un colpo del genere gli avrebbe portato di sicuro punti di gradimento in campagna elettorale. E invece ha dovuto ammettere che l'evacuazione era ancora in alto mare. Ieri mattina il presidente del Consiglio nazionale siriano, Burhan Ghalioun, ha detto che la giornalista mercoledì era in un «posto sicuro» e in serata le Figaro ha riferito che Bouvier sarebbe riuscita a lasciare di Homs con l'aiuto dell'opposizione al regime di Damasco.

Negli anni alla presidenza sono state molte le promesse non mantenute da Sarkò. E ora il capo di Stato sta cercando, a volte goffamente, altre con successo, di porre rimedio. Ma secondo un sondaggio di BVA, le proposte del socialista Hollande in materia di economia e disoccupazione sono «più credibili» di quelle di Sarkozy: il 54% contro il 34%. Inoltre, il 66% degli intervistati considera anche che il candidato di sinistra potrà riunire i francesi molto più di quanto potrebbe fare l'attuale presidente.

Una giornata fra alti e bassi, insomma, ma nulla rispetto a quella vissuta il giorno della vittoria elettorale del 2007: secondo il libro "L'impetueux" di Catherine Nay, alcuni estratti del quale sono stati anticipati dal settimanale l'«Express», la sera del 6 maggio 2007 la seconda moglie Cecilia lasciò per sempre Sarkozy. «È stato il giorno più triste della mia vita», ha confidato poi il presidente a un'amica.

 

NICOLAS SARKOZY MARINE LE PENlepen jeanmarie 03SARKOZY CONTESTATO A BAYONNE CON LANCIO DI UOVAMARINE LE PEN

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO