BARRA DRITTA! - PEPPE BARRA CONTRO GLI IMMIGRATI: “DEVASTANO TUTTO E PORTANO SOLO CRIMINALITÀ E PROSTITUZIONE, A NAPOLI LA GENTE HA PAURA” - DE MAGISTRIS: “È RAZZISMO, CHIEDA SCUSA” - JAMES SENESE: “SBAGLIA LE PAROLE MA DICE UNA VERITÀ: NON C’È POSTO PER TUTTI” - ALFANO RIVENDICA IL “VU CUMPRÀ”: “IPOCRITA CHI NON LI CHIAMA COSÌ”
Antonio Di Costanzo per La Repubblica
«Stanno deturpando, lordando, svilendo Napoli. Questi immigrati sono maleducati, arroganti, cattivi». Fanno discutere le parole di Peppe Barra. L’attore-cantante, amico di Miriam Makeba, si è lasciato andare a uno sfogo contro le politiche di accoglienza degli stranieri che inevitabilmente ha scatenato dure polemiche.
«Non voglio dire più niente», afferma Barra dalla sua casa nella zona del Museo archeologico, cuore antico di Napoli, nello stesso palazzo nel quale vivono «stipati in 4 stanze almeno 50 cingalesi, che sono un popolo dolce, ma che nei week-end si ubriacano, diventano tremendi e accoltellano. Non ti dico i rumeni, i tunisini, i marocchini», come ha detto in una videointervista.
«Sono dispiaciuto per quanto avvenuto — si lascia sfuggire ancora — ma non ne voglio discutere. Tanto c’è poco da aggiungere. Chi mi conosce sa che persona sono e perché continuo a vivere a Napoli senza andare via al contrario di altri colleghi. Parlerò quando questo caos sarà passato e si potrà fare una riflessione più pacata».
Nella videointervista, ripresa dal “Corriere del Mezzogiorno”, Barra ha detto che il suo «non è razzismo ma paura. L’immigrazione — ha aggiunto — dovrebbe essere più controllata. C’è disagio per i napoletani che li ospitano». E, riferendosi ai migranti accolti al porto di Salerno sostiene: «Serve buon senso, uno smistamento. Sono troppi tutti e cinquemila qui. Perché devono venire in Campania? Noi italiani ci siamo comportati bene quando emigravamo. Questi che fanno? Stanno portando solo danni, prostituzione e droga. Tutto il mio rione è roba loro. Sono cattivi,
arroganti, scostumati. Non siamo più padroni della nostra città».
Secondo Luigi de Magistris l’attore dovrebbe chiedere scusa: «Dispiacciono le parole di Barra verso la cui attività artistica nutro ammirazione — dice il sindaco — parole offensive per i migranti e per quanti operano per l’accoglienza e che contrastano anche con la tradizione di Napoli. L’integrazione è la sfida di questo secolo alla quale non possiamo sottrarci, perciò Napoli ha deciso di riconoscere la cittadinanza onoraria ai figli dei migranti, aspettando che si colmi il vuoto legislativo».
CAMPAGNA PER CITTADINANZA AI FIGLI DEGLI IMMIGRATI
Invita, invece, a riflettere sulla situazione Don Guido Cumerlato, parroco di frontiera a Pescopagano, la striscia di terra tra Mondargone e Castel Volturno, teatro di scontri a luglio fra comunità bianca e nera: «Barra, probabilmente, parla di un malessere che vive in prima persona. Interpreto il suo sfogo in senso positivo, come una richiesta di aiuto per affrontare un problema. Dobbiamo promuovere soluzioni fattibili non a discapito degli stessi italiani che soffrono per mancanza di un tetto e sono stretti in situazioni di povertà. Lo straniero va educato e responsabilizzato, nel senso che entra in una cultura diversa e deve rispettare quei principi civili che trova, assumendo uno stile di vita che prima non gli era conforme. Non dobbiamo imparare solo noi l’inglese ma anche loro l’italiano. Bisogna darsi una mano reciproca».
L’uscita di Barra, invece, lascia esterrefatto il padre comboniano Alex Zanotelli, per anni missionario in Africa: «Mai mi sarei aspettato di sentire frasi del genere da lui. È uno choc. Il fenomeno del razzismo purtroppo sta crescendo, ma sentire un artista esprimersi così è gravissimo». Sorpreso anche Roberto Vecchioni: «Davvero ha pronunciato queste parole sugli immigrati? Stimo Peppe Barra, è un grandissimo, ma credo che questa volta si sia davvero sbagliato».
2. JAMES SENESE: “SBAGLIA LE PAROLE MA DICE UNA VERITÀ NON C’È POSTO PER TUTTI”
da Repubblica
«Capisco Peppe Barra. La verità è che non ci si può buttare alla cieca e trasferirsi a Napoli così, senza avere un talento su cui puntare». James Senese, il bluesman napoletano figlio di un soldato di colore arrivato in Italia durante la seconda guerra mondiale si schiera in difesa di Peppe Barra.
Non condivide le accuse di razzismo all’attore?
«Peppe ha sollevato un problema. Forse poteva usare parole diverse, ma in fondo non ha detto nulla di falso. È una persona nobile. Non è un razzista».
Lei è contro l’accoglienza di immigrati?
«Purtroppo vengono qui pensando di trovare l’oro, invece, non trovano niente».
Quindi bisogna chiudere le frontiere?
«Io dico che in qualsiasi posto del mondo si va occorre poter avere delle chance. Ma in Italia non ce ne sono. Non contiamo niente. È il sistema che fa in modo che quello che avviene sia colpa degli immigrati anche se loro di colpe in realtà non ne hanno. È il nostro sistema che ha creato questa situazione che schiaccia i più deboli».
E quale sarebbe la soluzione?
«Secondo me dovrebbero restare in Africa. Realizzarsi lì. Nelle loro città. Ricostruire la loro nazione. È chiaro che quando arrivano in Italia si trovano spaesati. Non sanno cosa fare, dove andare».
In molti mettono a rischio la vita pur di venire qui.
«Già, lo so. Partono in cento e arrivano in trenta. Questa è la tragedia da affrontare, ma non possiamo ospitare tutti».
Sarà criticato per queste parole.
IMMIGRATI NON LASCIATECI SOLI CON GLI ITALIANI FOTO DI UN LETTORE DI DAGOSPIA NEI VICOLI DI GENOVA
«Non credo. Siamo tutti fratelli e sorelle, ma non me la sento di scagliarmi contro Peppe Barra. Forse ha sbagliato i termini, ma non il pensiero».
( a. dicost.)
angelino alfano pennarello argento
3. ALFANO RIVENDICA IL “VU CUMPRÀ” “IPOCRITA CHI NON LI CHIAMA COSÌ”
Nessun razzismo, solo la difesa del “Made in Italy”. E chi ha voluto vederci del marcio era in malafede. Così ieri il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è tornato sulle polemiche scatenate dal suo riferimento ai «vu cumprà». «Nessun intento razzista — ha detto durante una visita a Lampedusa — È stata una grande tempesta in un bicchiere di ipocrisia. Ho sentito editoriali col sapore nauseante dell’ipocrisia. Noi difendiamo il made in Italy dalla contraffazione, altrimenti avremmo punito gli imprenditori italiani che pagano le tasse. Dovremmo allora dire venditori abusivi irregolari presso le spiagge?».