giuseppe conte enrico letta

UN VIS-CONTE ASFALTATO – PEPPINIELLO APPULO CONTINUA A METTERE I BASTONI TRA LE RUOTE DELL’ESECUTIVO DOPO IL TERZO DECRETO SULL'INVIO DI ARMI A KIEV: “L’ITALIA DEVE CONCENTRARSI SU UNA SOLUZIONE DIPLOMATICA”. POI CONTINUA A SCAZZARE A DISTANZA CON I DEM - LETTA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI DEVE ABBANDONARE L’IDEA DEL "CAMPO LARGO" RIDOTTO A UN’AIUOLA E RINTUZZA A GIUSEPPI: “SI PESINO LE PAROLE”  – NEL GOVERNO MONTA L'INSOFFERENZA VERSO CONTE E NEL MOVIMENTO, IN CADUTA LIBERA NEI SONDAGGI, SI TEME PER…

1. CONTE INSISTE: NO AD ALTRE ARMI LETTA AVVERTE: SI PESINO LE PAROLE

Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Le fibrillazioni con il premier, le voci che circolano nel Movimento su una ipotesi di voto anticipato a ottobre, ma anche le parole di Giuseppe Conte che ribadisce la fiducia nei confronti del governo proprio di fronte alla stampa estera: tre tracce per capire il futuro dei Cinque Stelle.

Conte dribbla le voci sulle tensioni all'interno della maggioranza: «Io mi auguro di no, queste posizioni qualcuno le legge in modo malizioso, come se noi si voglia e ci si diverta a creare problema al governo... Ma assolutamente no», assicura Conte.

 

draghi conte

Il leader M5S però al tempo stesso continua a porre paletti all'esecutivo: dopo il terzo decreto sull'invio di armi a Kiev «riteniamo che Italia debba concentrarsi su una soluzione diplomatica, politica». L'ex premier insiste: «Sono oltre trenta le guerre nel mondo». Rivendica poi la presidenza della commissione Esteri al Senato (il Movimento pensa di candidare l'ex capogruppo Licheri, ma l'elezione è tutt' altro che scontata e Italia viva frena, ndr ) e invita a non guardare «adesso i sondaggi».

 

enrico letta e giuseppe conte 2

«Siamo nella condizione di tornare protagonisti», afferma. Nonostante le rassicurazioni, nel Movimento cresce la preoccupazione per un ritorno alle urne: le indiscrezioni - smentite dai vertici - danno un timing autunnale, a ottobre. Tra gli stellati c'è chi fa notare che manca ancora una struttura territoriale e che non sono state prese decisioni sul tetto dei due mandati, elementi che in teoria fanno pensare che non ci siano strappi in vista. In più c'è chi sottolinea come le parole su Draghi alla stampa estera siano state misurate.

 

enrico letta e giuseppe conte 1

Con il Pd però proseguono i battibecchi. «Dovremo tutti dimostrare capacità di discernimento, tutti pesino le parole», sottolinea Enrico Letta invitando a «non sciupare la grande opportunità che abbiamo oggi», cioè un «governo con una maggioranza larga che ha sulle spalle la tenuta del Paese». «È chiaro che questo dialogo privilegiato esiste, ma non ci spingerà mai a trascurare le nostre convinzioni politiche», dice di rimando Conte, che stoppa un eventuale ingresso del M5S in giunta in Campania.

mario draghi

 

Se da un lato ci sono le punzecchiature di Letta, dall'altro Giancarlo Giorgetti fa un'altra analisi. «Mi fido di Conte? Io ho fatto il sottosegretario alla presidenza di Conte, quindi lo conosco bene, i tanti pregi e anche qualche difetto», dice il ministro leghista. Che aggiunge: «In questo momento il M5S rappresenta il partito più numeroso in Parlamento non si può sottovalutare». Il ministro leghista poi interviene sull'allargamento della Nato: ««L'ingresso di Finlandia e Svezia di sicuro non aiuta ad abbreviare il conflitto».

 

giuseppe conte

Conte, intanto, con la stampa estera minimizza i dissidi con Luigi Di Maio. Sull'adesione alla Nato della Finlandia l'ex premier è cauto («Può avere degli effetti e delle implicazioni ma non mi sento affatto di offrire una risposta negativa»), mentre il ministro degli Esteri afferma che l'Italia «sosterrà pienamente» l'ingresso. Conte rivendica il suo ruolo di guida del M5S. «La responsabilità della linea politica spetta al sottoscritto. Oggi il Movimento non può più cambiare indirizzo per l'uscita estemporanea di un singolo», dice. E precisa: «C'è Grillo, che è il garante dei valori ma è notorio che Grillo che non partecipa alla determinazione della linea politica».

giuseppe conte enrico letta 2

 

2. LA SORPRESA E IL FASTIDIO NEL GOVERNO PER GLI ATTACCHI DEL CAPO 5 STELLE

MONICA GUERZONI per il "Corriere della Sera"

A Villa Zagara, dove oggi si chiude il forum Verso Sud organizzato da Mara Carfagna, si parla a bassa voce.

Eppure ai giornalisti non sfuggono le mezze parole e le battute che rivelano l'attenzione, la sorpresa e anche il fastidio con cui nel governo si seguono i ripetuti attacchi di Giuseppe Conte all'indirizzo del capo dell'esecutivo.

 

DRAGHI EUROPARLAMENTO

La frase del leader M5S che più ha colpito e allarmato lo staff di Mario Draghi e diversi ministri che camminano nel sontuoso parco affacciato sul golfo di Sorrento, riguarda la linea del premier su Ucraina e invio delle armi. «Il governo non è nato con un mandato politico per affrontare questa guerra», è il concetto a cui Conte ha imbullonato la pressante e reiterata richiesta di una informativa di Draghi in Parlamento.

 

Il primo a controbattere due giorni fa è stato il principale alleato, Enrico Letta, convinto che il voto del Parlamento sia stato «molto chiaro» e dunque che il problema del mandato non esista. Lo pensa anche Draghi, che però dal palco si sofferma sul futuro del Sud e non sul presente del suo governo. Nell'entourage del presidente, dove pure ci si interroga sul rischio che Conte finisca isolato nel governo, si sta bene attenti a non dar voce all'insofferenza verso «attacchi dal sapore elettorale» che arrivano - e questo certo dispiace - da un ex presidente del Consiglio.

giuseppe conte enrico letta

 

Ma repliche ufficiali non ce ne sono e anzi si fa notare come Conte, alla stampa estera, abbia smentito l'intenzione di terremotare il governo: «Non voglio la crisi, anzi io sono il leader che lavora di più per rafforzare Draghi». Un ministro ci ride su («boom!») e si defila dietro un ulivo. Passa Brunetta e distilla un commento: «Tanto più Draghi è apprezzato a livello internazionale, tanto più il governo è tranquillo e lavora bene». Davanti alle telecamere anche Giorgetti si ferma a commentare le ultime uscite di Conte e se il presidente del M5S non vuole che l'Italia invii altre armi all'Ucraina, il ministro dello Sviluppo non sembra vedere altra strada: «Per arrivare alla pace bisogna convincere chi ha aggredito a smettere di aggredire».

discorso di mario draghi al parlamento europeo strasburgo 3

 

Letta si riconosce nelle parole del premier a Washington e sottolinea come l'Italia abbia «preso per mano l'Europa intera». Oggi il segretario del Pd sarà a Sorrento per il tavolo dei leader. Tajani ha confermato, Salvini si è sfilato e Conte, che era atteso in presenza, si collegherà da remoto come Giorgia Meloni. La tensione tra i due alleati resta alta e potrebbe crescere ancora quando arriverà il quarto decreto sulle armi. Il terzo, che autorizza «alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari» all'Ucraina, è approdato ieri in Gazzetta Ufficiale.

letta conte

 

Lunedì il ministro Guerini ne parlerà al Copasir e il 19 maggio sarà il premier a informare il Parlamento. L'agenda del presidente intanto si riempie di impegni internazionali. Draghi vedrà a Roma la prima ministra finlandese Sanna Marin, i premier di Bulgaria e Macedonia, i presidenti dell'Algeria e della Georgia. A fine mese volerà a Bruxelles per il Consiglio Ue straordinario su energia, Ucraina e difesa e a fine giugno dovrà districarsi tra Euro-Summit, G7 e vertice Nato a Madrid.

enrico letta giuseppe contegiuseppe conte enrico letta discorso di mario draghi al parlamento europeo strasburgo 5ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…