stefania proietti michele de pascale giorgia meloni elly schlein astensione affluenza

TANTO PER CAMBIARE, HA VINTO L’ASTENSIONE – IN EMILIA ROMAGNA L’AFFLUENZA È CROLLATA DI 21 PUNTI IN QUATTRO ANNI, IN UMBRIA DEL 12% - PER I SONDAGGISTI A INFLUIRE È STATA UNA “CAMPAGNA ELETTORALE SPENTA”, SENZA NOVITÀ POLITICHE, E LA RASSEGNAZIONE DEI CITTADINI: “SI STA DIFFONDENDO L’IDEA CHE SE VOTI UNO O VOTI L’ALTRO POCO CAMBIA” – I COMIZI DEI LEADER NAZIONALI NON CONTANO PIÙ, E ANCHE IL TEMA ALLUVIONE NON HA PESATO…

1. UNA DEMOCRAZIA CHE RISCHIA DI ESSERE ORFANA DEI SUOI ELETTORI

Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

MICHELE DE PASCALE - STEFANO BONACCINI

 

Hanno vinto le opposizioni, ha perso la maggioranza di governo. Ma i dati sull’affluenza in Emilia-Romagna e Umbria dicono che sono stati sconfitti un po’ tutti. Passare dal 67,7% del 2020 al 46,4 segna un crollo di legittimazione nella storica «regione rossa», non spiegabile con la rabbia per il modo in cui le autorità hanno risposto all’alluvione disastrosa delle scorse settimane.

 

E il 52,3% dell’Umbria sfigura rispetto al 64,7 di cinque anni fa. I vincitori fanno festa, come è naturale. La segretaria Elly Schlein si è presentata nella sua Bologna per celebrare l’affermazione netta del candidato del Pd, Michele de Pascale. E subito dopo è corsa a Perugia dopo un lungo testa a testa tra candidate. Ma la vittoria ha un retrogusto amaro. […]

 

michele de pascale elly schlein

2. PERSI 800 MILA VOTI “GLI ELETTORI PENSANO CHE SCEGLIERE NON SERVA”

Estratto dell’articolo di Gabriella Cerami per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/11/19/news/affluenza_elezioni_regionali_umbria_emilia_romagna_dati-423645788/

 

In Emilia-Romagna sono andati dispersi oltre 700 mila voti in soli quattro anni e così Michele de Pascale è stato eletto presidente da meno di un emiliano-romagnolo su due. Lo dice il dato dell’affluenza alle urne che si è fermato al 46,42%, ben al di sotto della soglia psicologica del 50%, scendendo di 21 punti rispetto alle regionali del gennaio 2020 […]. […]  Tuttavia quello di ieri non è il dato peggiore nella storia delle elezioni emiliano- romagnole: nel 2014 si toccò il 37%, ma era l’epoca delle spese pazze regionali.

 

stefania proietti elly schlein

In Umbria il crollo dei votanti è stato inferiore, ma comunque molto netto con una perdita di oltre 80 mila elettori rispetto al 2019. L’affluenza definitiva è del 52,30%, nella tornata precedente era stata del 64,69%, con un calo dunque di 12 punti.

 

L’Emilia-Romagna […] rappresenta il caso limite. Il neo presidente temeva che l’astensione potesse essere ancora più alta. Critica soprattutto il governo che al posto «di chiedere nuove competenze per l’autonomia differenziata dovrebbe lavorare per rinsaldare il legame con gli elettori».

 

La ragione lasciata a giugno da Stefano Bonaccini è arrivata al voto in un periodo difficile a causa delle inondazioni, con tanto di polemiche rivolte al governo accusato di aver abbandonato i cittadini.

 

antonio noto foto di bacco (7)

Per il sondaggista Antonio Noto, direttore dell’istituto demoscopico Noto sondaggi, tuttavia «non è detto che ciò abbia influito sulla partecipazione al voto», malgrado anche nelle zone colpite dal maltempo si sia registrato un forte calo dei votanti.

 

La questione resta comunque al centro dello scontro. «Molta gente ha perso tutto. Perché votare ancora per chi non l’ha protetta, con gli aiuti che erano stati mandati ma non sono stati spesi?», si chiede su X la deputata di Forza Italia Rita Dalla Chiesa.

 

STEFANO BONACCINI - MICHELE DE PASCALE

Ma per gli studiosi dei flussi elettorali la variabile politica non è questa. Piuttosto, dice Noto, «io credo abbia influito una campagna elettorale spenta: non c’è stato un testa a testa. Neanche il centrodestra ha raccontato ai suoi elettori che avrebbe potuto vincere».

 

Rispetto al 2020 non ci sono state novità politiche.  «Quattro anni fa le sardine e la Lega sono stati due fenomeni che hanno portato le persone alle urne. A destra il Carroccio aveva appena vinto le europee, c’era il timore che la leghista Lucia Borgonzoni potesse vincere, quindi c’è stata una chiamata alle armi che questa volta non c’è stata. L’affluenza bassa ha colpito più il centrodestra che centrosinistra ». Sono dati che fanno riflettere e preoccupare.

 

FABRIZIO MASIA

L’europarlamentare dem Matteo Ricci, pur soddisfatto per i risultati del Pd, guarda già ai prossimi appuntamenti, come il voto nelle Marche: «Unico neo - dice - è ancora una volta la bassa affluenza sulla quale dovremo lavorare tanto ». Anche perché la disaffezione è evidente, come spiega il sondaggista Fabrizio Masia, spin doctor e amministratore delegato di Emg Different.

 

«La politica non riesce a dare risposte ai cittadini, si sta diffondendo l’idea che se voti uno o voti l’altro poco cambia». Tirando le somme in Umbria ha votato poco più della metà degli aventi diritti, in Emilia-Romagna ha votato meno della metà: «Questo significa che l’astensione è il primo partito», dice Masia che invita la politica a ripensare il sistema facendo «un ragionamento per cui un’elezione potrà essere valida se si raggiunge un certo quorum».

 

ROBERTO DALIMONTE

Potrebbe essere un modo, secondo il sondaggista, per spronare i partiti a fare un maggiore appello ai seggi. «Appello che più o meno viene lanciato ma sempre troppo poco e dunque non si riesce a favorire la partecipazione ». Inoltre, conclude Masia, bisognerebbe trovare una modalità per agevolare le persone affinché possano andare al voto». Tuttavia, secondo Roberto Weber di Ixè, «né le forze di opposizione, né quelle di governo sono interessate ad avviare una vera riflessione e il livello di legittimazione dei governi sarà sempre molto debole».

 

stefania proietti dopo la vittoria foto lapresse

3. D’ALIMONTE: “PESA LA DISAFFEZIONE VERSO ELEZIONI POCO COMPETITIVE E CANDIDATI CON SCARSO APPEAL

”Estratto dell’articolo di Gab. Cer. per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/11/19/news/roberto_d_alimonte_regionali_umbria_emilia_romagna_intervista-423645730/

 

[…]  Roberto D’Alimonte, docente di Sistema politico italiano all’università Luiss […], in Emilia-Romagna l’affluenza è scesa di 21 punti percentuali rispetto al 2020 e in Umbria di 12 rispetto al 2019. Quali sono stati i fattori determinanti?

«Nel caso dell’Emilia-Romagna, l’esito della votazione è stato considerato scontato e questo ha demotivato molti elettori. Inoltre contano i candidati in campo.

 

STEFANIA PROIETTI ELLY SCHLEIN

Quando Stefano Bonaccini venne eletto la prima volta nel dicembre del 2014 ci fu un crollo catastrofico dell’affluenza. Si toccò il minimo storico del 37,7%. Un po’ per i conflitti interni al partito e un po’ perché l’attuale presidente del Pd non era visto come un buon candidato. Cinque anni dopo è andato a votare oltre il 60%. Oggi l’affluenza è scesa di nuovo anche se non ai livelli del 2014. Dunque c’entra la poca competitività, ma anche lo scarso appeal dei candidati».

 

E in Umbria?

«Lì l’elezione era considerata incerta, c’era una maggiore competizione tra gli sfidanti. Questo è certamente uno dei motivi per cui il calo dell’affluenza è stato minore».

 

[…] Si può parlare anche di disaffezione degli elettori?

ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI

«Certamente, vi è una disaffezione nei confronti della classe politica e una crescente delusione di fronte alla qualità dei candidati. Poi ci sono altri fattori: l’invecchiamento della popolazione e il minore interesse da parte dei giovani verso la politica. Per tanti elettori più anziani il voto era una abitudine consolidata. Questo non è più vero per le ultime generazioni ».

 

Che ruolo giocano i partiti?

«Di certo incidono l’indebolimento dei partiti di massa e la crisi delle ideologie che si traduce nella scarsa capacità delle forze politiche di mobilitare l’elettorato. Oggi non ci sono più idee e partiti forti. Contano i candidati e la competitività delle elezioni. Oppure, la rete delle clientele».

 

Quanto influisce la crisi del M5s nella bassa affluenza alle urne?

giorgia meloni comizio finale per donatella tesei in umbria

«Nel 2013 e nel 2018 ci sarebbe stata una diminuzione dei votanti ancora più marcata, che invece non si è registrata grazie al fenomeno CinqueStelle, ma adesso questo fenomeno non c’è più. Questo vale soprattutto per le politiche perché invece alle regionali non hanno mai avuto grandi performance a parte in Sicilia. Ma sono episodi che dimostrano anche la volatilità del voto».

 

Cosa intende?

MAURIZIO LUPI - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - DONATELLA TESEI - ANTONIO TAJANI - STEFANO BANDECCHI

«Oltre all’astensionismo quello che caratterizza il comportamento di voto oggi è la volatilità, cioè lo spostamento di voti da un partito all’altro o dalla astensione al voto e viceversa. L’Umbria è un caso esemplare. Nel 2019 la Lega ha preso il 37 % dei voti e FdI il 10,4%. Alle Europee di questo anno la Lega è scesa al 6,8% e FdI è salita al 32,6 %.

 

L’unico partito che è riuscito a spezzare questa logica è stato il M5s perché negli anni che vanno dal 2013 al 2020 è riuscito ad accreditarsi come partito trasversale né di destra né di sinistra ed è riuscito a strappare un pezzo di elettorato ai partiti di centrodestra, oltre che al Pd. E in questo senso i voti sono usciti dai confini dei due blocchi ma oggi gli elettori del centrodestra che in passato hanno votato M5s sono tornati a casa».

STEFANO BONACCINI - MICHELE DE PASCALE - ELLY SCHLEIN

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...