DA DOVE NASCE LA BORIA DI CONTE, GONFIATA AL PUNTO DI INSOLENTIRE DRAGHI E MATTARELLA, SFANCULARE GRILLO SULLA RETE UNICA E SPADRONEGGIARE SUI SERVIZI SEGRETI? LO SCHIAVO DI CASALINO E TRAVAGLIO SA CHE BRUXELLES OSSERVERÀ DA VICINO IL RISULTATO DELLE REGIONALI. SE DOVESSERO VINCERE SALVINI E MELONI, NON PERMETTERÀ DI FAR CADERE QUESTO GOVERNO RISCHIANDO ELEZIONI ANTICIPATE E LA PROBABILE VITTORIA DI UNA COALIZIONE A TRAZIONE SOVRANISTA - L'UNICO SCENARIO CHE LO VEDREBBE DETRONIZZATO È QUELLO IN CUI DOVESSE RIFIUTARE DI FARSI ''COMMISSARIARE'' DA DUE VICEPREMIER (FRANCESCHINI E DI MAIO) IN CASO DI RIMPASTONE POST-ELETTORALE.…
DAGONEWS
Per capire la boria che riempie la testolina di Giuseppe Conte bisogna leggere l'intervista fatta a Sassoli da Massimo Giannini alla Festa dell'Unità di Modena. Il presidente del Parlamento Europeo ha detto chiaramente che l'Unione Europea osserverà attentamente il risultato delle regionali in Italia.
Se il centrodestra dovesse vincere, scatterebbe subito un allarme rosso a Bruxelles, visto che l'opera di de-sovranizzazione della Lega non è affatto compiuta.
Se il voto dovesse destabilizzare il governo, Conte potrà sempre giocarsi la carta ''L'Europa mi vuole'', e lo vuole solo perché l'alternativa sarebbe un voto in primavera che può consegnare il Paese nelle mani di una coalizione a trazione euro-scettica (eufemismo). Ecco perché l'avvocato di Padre Pio(tutto) si è permesso di far incazzare in un colpo solo Draghi, definendolo ''stanco'' e soprattutto in attesa di una designazione (falso), e Mattarella, spingendo per un suo secondo mandato (non ci pensa per niente).
Se vince la destra alle elezioni non sarà sconfitto solo il Pd, ma direttamente l'UE e le sue ricette anti-virus. Da qui deriva la convinzione di Conte di essere insostituibile. L'unico scenario che lo vedrebbe silurato è quello in cui dovesse rifiutare di farsi ''commissariare'' da due vicepremier in caso di rimpasto post-elettorale.
mario draghi al meeting di rimini 5
Tanto si sente al sicuro che ha pure rotto i ponti con Beppe Grillo, che sul blog ha cannoneggiato contro di lui sul tema della rete unica, e accusando il governo di essere schiavo degli USA (e non della Huawei cara a Casaleggio e al suo amico ambasciatore cinese). Dopo essere stato graziato da Trump sul dossier Barr e lo spygate all'italiana, Conte si è decisamente riallineato a Washington, e per non apparire troppo trumpiano ha detto che per lui una vittoria di Biden o del puzzone sono la stessa cosa.
Un altro da un anno che è stato fatto fuori dalla hybris contiana è il suo maestro Guido Alpa, che pur acciaccato restava un consigliere molto ascoltato. Restano in piedi i due confidenti più stretti, Travaglio e Casalino, quest'ultimo sempre più inviso al deep State di Palazzo Chigi, che non sopporta la sua inopportuna invadenza.
giuseppe conte marco impagliazzo rocco casalinoGUIDO ALPAbeppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3sassoli merkel