giorgia meloni giancarlo giorgetti

"IL TESTO COMPLETO NON ESISTE, I FOGLI VOLANO DA UN FALDONE ALL'ALTRO" - PER CAPIRE IL CAOS CREATO DAL GOVERNO BASTA LEGGERE IL RESOCONTO DI SORGI: “NELLA GRAN FRETTA E CONFUSIONE DI QUESTI GIORNI, NON C'È PIÙ NESSUNO CHE RIESCE A TENERE IL BANDOLO DELLA MATASSA, NÉ IL GOVERNO, NÉ I GRUPPI PARLAMENTARI, NÉ I FUNZIONARI DEL PARLAMENTO, CHE NON SANNO PIÙ A CHI SEGNALARE LE INCONGRUENZE DELLA BOZZA FINALE - UNA LEGGE CHE CONSTAVA DI 138 ARTICOLI È ARRIVATA, AL FIXING DI IERI SERA, A 338, QUASI TRIPLICATA. È INEVITABILE CHE SI PERDA QUALCOSA, E L'ERRORE SALTA FUORI SEMPRE UN MINUTO DOPO CHE IL PROBLEMA ERA STATO CONSIDERATO RISOLTO”

Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

L'ombra della notte di Natale passata alla Camera a votare e a rimettere a posto la maionese impazzita della legge di stabilità si è allungata ieri pomeriggio nei corridoi di Montecitorio. Faceva sera nella Capitale, uno di quei tramonti rosati che avvolgono i tetti della Roma monumentale.

 

Alle 17,30 i lavori dell'aula, già rinviati dalle 15,30, venivano nuovamente posticipati alla sera, l'inizio di un'altra notte disperata con i deputati in attesa tra il Transatlantico al pianterreno e il quarto piano, dov' è la sede della Commissione Bilancio, e i fogli dei testi affidati a commessi che fanno su e giù. A memoria dei cronisti più anziani (deputati di una certa età non ce ne sono quasi più), mai il lavoro conclusivo della sessione di bilancio aveva assunto dimensioni più drammatiche.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Perché è evidente che nella gran fretta e confusione di questi giorni, non c'è più nessuno che riesce a tenere il bandolo della matassa, né il governo, né i gruppi parlamentari, né i funzionari del Parlamento, che non sanno più chi seguire o a chi segnalare le evidenti incongruenze della bozza finale: teoricamente, ma non è detto, da approvare entro domattina.

 

La botta conclusiva è arrivata con un documento della Ragioneria dello Stato, il rigoroso organismo del ministero del Tesoro, unico autorizzato a "bollinare" - a dire, in altre parole, che i soldi per determinate spese ci sono - che ha trasmesso al Parlamento ben 44 "rilievi" su provvedimenti appena votati. Già qui emerge il disordine di un lavoro senza capo né coda. Perché la Ragioneria dovrebbe essere interrogata prima, e non dopo la votazione dei testi, in modo da poter intervenire prima dell'approvazione parlamentare.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Di testi corretti a penna, scarabocchiati, cancellati più e più volte, ne circolano una quantità in queste ore: salgono e scendono su per le scale e a un certo punto, non si sa come, vengono messi ai voti, in commissione per poi passare all'aula. Ieri appunto in aula questa macchina infernale che andava avanti e indietro senza che più nessuno stesse al volante è stata fermata prima di fare altri danni. Dei 44 punti sollevati dalla Ragioneria, 22 si riferiscono ad emendamenti che potrebbero rivelarsi più costosi del previsto.

 

Altri 21 sono semplicemente scritti male, da riformulare o precisare meglio. Prendiamo ad esempio la proroga dello "Smart working" per i lavoratori "fragili": è risultata senza copertura, perché si tratta di ricoprire costi aggiuntivi di personale che, pur avendone diritto, non può svolgere mansioni a distanza.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

Come gli uscieri, che se non vengono a lavorare dovranno essere sostituiti e peseranno sul bilancio delle singole unità. Quattrocentocinquanta milioni - una cifra non trascurabile in una legge che, esclusa la parte riservata al caro bollette, conta su tredici-quattordici miliardi per tutte le altre necessità - sono stati assegnati ai Comuni, ma senza verificare di averli in cassa.

 

La Ragioneria obietta. La maggioranza accusa il Pd di aver presentato l'emendamento al solo scopo di ostruzionismo. Il Pd sostiene che l'emendamento attribuito all'opposizione per "un errore di numerazione", in realtà porterebbe la firma di Fratelli d'Italia, il partito della premier Meloni. Se fosse confermato, si tratterebbe di un inspiegabile caso di hara-kiri. I fondi per la "carta giovani", cancellati proprio mentre venivano stanziati quelli per sanare i bilanci delle squadre di serie A, alla fine sono stati ritrovati nelle pieghe del bilancio di quest' anno.

 

meloni giorgetti

Possibile? Impossibile, si oppone la Ragioneria, si parla di soldi già spesi. Anche sulla soglia di contanti del Pos, aumentata, ridotta, alla fine cancellata (prima, clamorosa marcia indietro del governo) ci sono dubbi: la commissione che dovrà ridefinire le regole potrebbe produrre nuovi costi. Inoltre il condono penale dell'evasione fiscale, ritirato perché ritenuto impresentabile,(seconda rumorosa retromarcia) continua a circolare in originale e in fotocopia.

 

D'altra parte una legge che constava all'inizio di 138 articoli è arrivata, al fixing di ieri sera, a 338, quasi triplicata. Il testo completo non esiste, i fogli volano da un faldone all'altro, è inevitabile che si perda qualcosa, e l'errore salta fuori sempre un minuto dopo che il problema era stato considerato risolto. A sovrintendere a tutto questo lavoro c'è il ministro leghista dell'Economia Giorgetti, che fa quel che può ma non sa più dove mettere toppe.

giorgia meloni giancarlo giorgetti

 

Il sottosegretario leghista Freni, impegnato sul fronte del Parlamento: pure lui fa quel che può, ma sembra ormai aver perso il controllo della situazione. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Ciriani, di Fratelli d'Italia, alla sua prima esperienza in quest' incarico è al battesimo del fuoco. Neanche a dirlo, fa quel che può: ma non basta. La premier Meloni ha dovuto ammettere che il "rodaggio" è stato faticoso e la prossima volta si dovrà "migliorare". Il governo appena nato, sulla legge di stabilità, in sostanza si gioca la faccia. Anzi, se l'è già giocata.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...