1. PER DIRE “SÌ” AL MATRIMONIO CON L’EX STELLINA DI TELECAFONE, L’EX MANDRILLO DI ARCORE ASPETTA “IL 10 APRILE”, IL GIORNO IN CUI IL TRIBUNALE DI MILANO DECIDERÀ SULLA PENA PRINCIPALE CHE IL CAVALIERE DEVE SCONTARE AI SERVIZI SOCIALI (COME SPERA) OPPURE AGLI ARRESTI DOMICILIARI (COME TEME) PER LA CONDANNA SUI DIRITTI MEDIASET 2. E IL GIORNALISMO POLITICO, E QUEL CHE ALLEGRAMENTE E SCONSOLATAMENTE NE RIMANE, SI DIVIDE: PER IL ‘’CORRIERE DELLA SERA” VANNO A NOZZE, PER “REPUBBLICA” NO 3. LA PASCALONA: “L’HO CERCATO, L’HO CORTEGGIATO, L’HO FATTO INNAMORARE E L’HO FATTO FIDANZARE. PRATICAMENTE HO FATTO E FACCIO TUTTO IO: LUI DEVE SOLO DIRE DI SÌ” 4. SI RACCONTA CHE A FEBBRAIO, QUANDO È STATO SANCITO IL DIVORZIO TRA BERLUSCONI E VERONICA, FRANCESCA LO ABBIA CHIAMATO, DETERMINATA: “PER TANTI SEI UN GRANDE LEADER, PER ALTRI UN PERICOLOSO PREGIUDICATO, PER ME, DA ORA, UN DIVORZIATO». E L’OTTUAGENARIO? “LUI HA FINTO DI CHIAMARE DISPERATO L’AIUTO DI DUDÙ”


1 - SILVIO, FRANCESCA E I PIANI PER LE NOZZE LA CERIMONIA A NAPOLI FORSE GIÀ QUEST'ESTATE
Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

Adesso c'è anche un periodo circoscritto, e cioè «entro la fine dell'anno», anche se con tutta probabilità succederà entro l'estate. E anche una data chiave, «il 10 aprile», il giorno in cui il Tribunale di Milano deciderà sulla pena principale che il Cavaliere deve scontare ai servizi sociali (come spera) oppure agli arresti domiciliari (come teme) per la condanna sui diritti Mediaset. Ma quel che più conta è che adesso c'è anche un luogo. E non sarà Lacco Ameno, a Ischia, come annunciato ieri da «Il Golfo», quotidiano dell'isola. Ma «Napoli».

Il sismografo principale dell'asse tra Palazzo Grazioli e la villa di Arcore ha fatto registrare ieri sera la sua scossa principale. Con un responso netto come mai era stato in tutti questi mesi di voci, veline e qualche veleno. Silvio Berlusconi e Francesca Pascale «si sposeranno nel 2014». Decisione già presa. E, come da tradizione meridionale, lo faranno nel paese della sposa. Niente prati verdi della Brianza, che sembravano in cima ai desiderata dell'ex premier. Ma di fronte al mare di Napoli, come vuole lei.

Le voci sull'imminente matrimonio tra Berlusconi e la Pascale sono ritornate prepotentemente ieri. Quando una paginata del quotidiano ischitano «Il Golfo» è arrivata alle cronache nazionali col suo carico di dettagli. Nozze «a giugno», officiante «il coordinatore campano di Forza Italia Domenico De Siano», cerimonia al «Regina Isabella», grande albergo con affaccio sulla spiaggia.

Ma quando nel pomeriggio De Siano stesso mette a verbale la sua smentita («Questa ipotesi è destituita di ogni fondamento»), sull'asse Arcore-Roma arrivano le prime certezze. La certezza del matrimonio «entro l'anno», il fatto che sarà celebrato «a Napoli» e anche quella data, «il 10 aprile».

Perché sarà appunto in quel giorno, o al massimo nei giorni successivi, che il royal wedding del centrodestra all'italiana sarà annunciato. Berlusconi aspetterà di conoscere il suo destino dal Tribunale di Milano. Da questo dipenderà l'annuncio della data del matrimonio, che nel caso in cui l'ex premier venga affidato ai servizi sociali coinciderà senz'altro con la stagione estiva.

«L'ho cercato, l'ho corteggiato, l'ho fatto innamorare e l'ho fatto fidanzare. Praticamente ho fatto e faccio tutto io: lui deve solo dire di sì», scandì la Pascale mesi fa di fronte ai taccuini di Vanity. Quel «sì» Berlusconi s'è deciso a pronunciarlo a Napoli.
Per uno strano scherzo del destino fu proprio Napoli, vent'anni fa, a rappresentare per il Cavaliere il primo, grande, dramma politico-giudiziario.

A pochi mesi dal suo arrivo a Palazzo Chigi, mentre presiedeva nel capoluogo campano una conferenza internazionale sulla criminalità organizzata, venne raggiunto dalla notizia di un avviso a comparire che gli sarebbe stato poi recapitato dalla procura di Milano. Nei dintorni di Napoli, più di un decennio dopo, la partecipazione di Berlusconi al diciottesimo compleanno dell'allora sconosciuta Noemi Letizia avrebbe rappresentato la prima pietra di una serie di scandali durati anni.

Senza dimenticare che Napoli è anche la città in cui si celebra il processo sulla compravendita dei senatori nel biennio 2006-2008, in cui l'ex è stato chiamato in correità dal reo confesso Sergio De Gregorio. Stavolta niente inviti a comparire, niente compleanni, niente processi. Ma un mastodontico set di fiori d'arancio, quello sì. Per la terza volta.

2 - PASCALE: ‘SPOSARE SILVIO A ISCHIA? E' TRA I MIEI SOGNI'
Conchita Sannino per ‘La Repubblica'

La nubenda ride, ora. «Davvero mi fanno già sposare, di qui a qualche mese? Ma che fantasia ». Così, da Milano, un po' rintanata in casa per un'influenza, Francesca Pascale risponde di getto a chi le chiede un commento sulle voci insistenti del prossimo matrimonio del Cavaliere. L'ultima indiscrezione, riportata dal quotidiano di Ischia,
Il Golfo, racconta che Silvio Berlusconi e la ventottenne lady Berlusconi convolerebbero a giugno a Lacco Ameno, nel cuore dell'isola verde. Ma lei alza le mani. «Certo, non posso nascondere che sia un mio sogno».

É cresciuta, l'ex aspirante soubrettina di Telecafone. E per un attimo sembra voltarsi indietro. «In cinque anni è successo di tutto », sospira. Si riferisce alla vigilia delle europee del 2009: esplose il caso Noemi Letizia, l'allora signora Veronica Berlusconi tuonò contro "il ciarpame politico senza pudore", cominciò per Silvio l'incubo delle olgettine in Tribunale e quella coppia si sfasciò in via definitiva. Un lustro, appena. «Oggi siamo di nuovo alle europee e mi chiedono se mi sposo. Incredibile».

É diventata first girl, "perfetta padrona di casa" per il nucleo degli adulatori. O la piccola madame de Pompadour, per i nemici: che vedono le sue trame pre-politiche dietro alcune contestate scelte (specie sulla leadership di Fi in Campania, in Puglia, o in Calabria) di Palazzo Grazioli. Le è stata suggerita sobrietà, imposto con garbo il silenzio quando avrebbe voluto con ben altra passione esprimersi su politica, "traditori" alfaniani e centrodestra berlusconiano.

Per la prima volta, però, la Pascale parla di divorzio e della Lario. «Ho un profondo e autentico rispetto per lei. Le stringerei la mano. Penso sia sempre faticoso essere la compagna di una vita. E di Berlusconi, poi. Anche se ovviamente per me resta una favola».

La bionda signora ingioiellata, originaria dell'ex popoloso quartiere operaio di Fuorigrotta, non ha più nulla della ragazzina sfrenata che inseguiva il Cavaliere tra Napoli Roma e Milano: accadeva mentre lei animava il comitato napoletano "Silvio ci manchi" e si faceva candidare alle provinciali e lui, specie nelle vesti di premier, calava in Prefettura a Napoli a coltivare varie pubbliche relazioni, tra un'emergenza rifiuti e l'altra. La Francesca di ora non le somiglia tranne che per un incancellabile dettaglio: lo sguardo. Ed è con
quello che ti consegna il suo prossimo, possibile traguardo. «E' chiaro che lo sogno questo matrimonio, come tutte le donne innamorate ». Così gioca a immaginarselo: «Come primo luogo, penso a Napoli. Ma anche Capri, sarebbe meravigliosa, però senza far torto neanche a Ischia».

Secondo l'ultima proiezione, a sposarli sarebbe appunto il senatore di Fi ed albergatore ischitano Domenico De Siano, già amico di Francesca, la cui recente nomina a leader campano del partito ha scatenato contro Francesca l'ira di mezzo partito, in particolare dei fedelissimi di Nicola Cosentino. De Siano è stato vittima dello scherzo telefonico con cui gli autori radiofonici Gianni Simioli e Francesco Borrelli gli chiedono del matrimonio. Lui un po' sembra starci, un po' smentisce. Poi in una nota, in serata, dice: «Ne sarei onorato. Ma l'ipotesi è destituita da ogni fondamento».

Intanto la Pascale diventa terminale di pellegrinaggi e "richieste". Pare che intorno alla sua casa napoletana sfili una "processione" di esponenti politici che bussano, dal papà Rosario o la sorella Marianna, per chiedere un favore in prospettiva delle elezioni. «Che ci devo fare?». Lei ride, e non smentisce. Allora, meglio sognare.

Si racconta che a febbraio, quando è stato sancito il divorzio tra Berlusconi e Veronica, Francesca lo abbia chiamato alla linea interna di Palazzo Grazioli, mentre lui era nello studio. Determinata: «Per tanti sei un grande leader, per altri un pericoloso pregiudicato, per me, da ora, un Divorziato». E lui? « «Lui ha finto di chiamare disperato l'aiuto di Dudù».

3. TRA FAVOLA E BUFALA IL MISTERO DELLE NOZZE DA DUE MILIARDI DI EURO
Filippo Ceccarelli per ‘La Repubblica'

Si sposano? Non si sposano? E se sì, si configura come un matrimonio da fiaba o da Servizi sociali? Nel frattempo il giornalismo politico, e quel che allegramente e sconsolatamente ne rimane, si vede costretto a inseguire lo scoop de
Il Golfo, quotidiano di Ischia; e qui già la fantasia popolare vola alle presunte location di Lacco Ameno, l'hotel Regina Isabella o il Mezza Torre, cui gli sposi arriverebbero dopo un romantico sbarco;

nessuna dritta però sui testimoni, in compenso sarebbero stati avvistati sul luogo sedicenti wedding planner, oltre agli immancabili addetti alla sicurezza, e vabbè, pazienza: nella scena pubblica italiani sono anni che il carnevale disconosce il mercoledì delle ceneri, le maschere di questo tempo sono ostinate e se i coriandoli seguitano a svolazzare, qualcuno prima o poi passerà con la scopa, o magari con un'esclusiva fotografica, qualche lacrimuccia e uno striscione «viva gli sposi».

E comunque nel primo pomeriggio, presumibilmente su sollecitazione di Roma, anche i più smaliziati e i più creduloni tra gli osservatori hanno dovuto prendere atto della smentita del senatore De Siano, capofila della componente «pascaliana» di Forza Italia, il quale era stato indicato come sicuro officiante - in un grazioso fotomontaggio ritratto con tanto di fascia tricolore su sfondo marino - del fantasticatissimo matrimonio.

Oltre che originario di Ischia, pare che il senatore possieda alberghi in zona - donde il dubbio, per quanto sedato dalla sua ferma nota, di cointeressenze di ordine politico-turistico nell'annuncio. Ma in realtà, e pur nella consapevolezza dello scarso rilievo da assegnare al metaevento, tutto è molto complesso e forse anche a rischio di plausibili bufale e sordidi inquinamenti autopromozionali.

Oltretutto, fra le poche certezze di cui la scena politica può disporre, c'è che dal 10 di aprile prossimo venturo Silvio Berlusconi avrà - infine! - la sua libertà sottoposta a vincoli di cui nessuno al momento è in grado di valutare la portata; con il che le eventuali nozze paiono comunque piuttosto problematiche, circostanza su cui i social si sono già grevemente esercitati con commenti tipo: «La cerimonia si svolgerà con rito abbreviato».

Ciò nondimeno è da un po', forse anche da un po' troppo che va avanti questa storia. Per l'esattezza dal mese di settembre quando sulla copertina di Vanity fair apparve Francesca Pascale sopra la scritta - in gergo lo «strillo»: «Silvio sposami». Dopodiché, in stringente quanto ambigua sequela, sempre lei è stato vista e talvolta anche fotografata in un negozio per liste di nozze, poi con l'anello di fidanzamento, quindi con il mutato certificato di residenza a Palazzo Grazioli e alla fine - che non è ancora né sarà mai la vera fine - con la burocratica sanzione che lui, Silvione, è libero, cioè divorziato.

Ma come si fa in queste faccende a dirsi convinti anche solo al cinquanta per cento? Per un'amica stilista di Francesca che assicura il giorno più bello già bello che fissato, si trova un'olgettina (Maria Pia Polanco) che racconta come i due si siano in realtà già belli che sposati, a ottobre, con rito religioso nella cappella di Arcore.

Così come d'altra parte esiste una scuola di pensiero di accentuato scetticismo secondo cui Berlusconi e Pascale non vanno per niente d'accordo, o peggio, e dunque di recente lei si sarebbe infuriata perché l'ha beccato al telefono con un'altra, insomma roba di questo tipo, e il conflitto sarebbe trasceso, come in un cartone animato, il tutto reso ancora più comico dalla presenza di Dudù, sulla cui pagina Facebook è ieri rimbalzata la notizia delle nozze, come rimbalza la palletta su cui qualche settimana l'ex premier è inciampato - che s'ha da investigare per campare.

Nel partito, tanto per cambiare, sono preoccupati. Ma il vero impiccio, a occhio, non sta tanto lì, quanto in famiglia, anzi nelle due famiglie che Berlusconi, 77 anni, ha formato nel corso della sua esistenza e che già non andavano tanto d'accordo fra loro, quindi figurarsi quanto sono felici che adesso gli arriva una terza mogliettina. Simpatici calcoli quotano l'eventuale asse ereditario dovuto a Francesca oltre i due miliardi di euri. Forse vale la pena citare Anna Karenina: «Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo».

 

Silvio Berlusconi and Francesca Pascale article CCED DC x silvio e pascale B AB ANGELINO ALFANO BERLUSCONI PASCALE DUDU IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE FRANCESCA PASCALE E SILVIO BERLUSCONI MANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE berlu-pascale-oggiMANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE BERLUSCONI TRA RUBY MINETTI PASCALE francesca pascale e marina berlusconi

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...