KIM JONG OBAMA - PER LA DIRETTRICE DEL “NEW YORK TIMES” IL GOVERNO DI BARACK È “IL PIÙ RISERVATO E RETICENTE DEGLI ULTIMI DECENNI”
Paolo Mastrolilli per "La Stampa"
«La Casa Bianca di Barack Obama è la più riservata e reticente con cui io abbia mai lavorato». Non è poco, considerando che l'accusa viene da Jill Abramson, prima direttrice del New York Times. L'attacco, per di più, è stato lanciato durante un'intervista con la televisione Al Jazeera, che naturalmente farà rumore nel mondo arabo. Abramson dettaglia la sua posizione con i fatti, sostenendo che l'attuale amministrazione ha condotto più inchieste penali su giornalisti ritenuti responsabili di rivelazioni illegali, di tutte le altre sommate insieme.
Jill parla dall'alto di una straordinaria carriera, che prima di vederla alla guida del New York Times, l'ha portata per un lungo periodo nella capitale. «Ho passato 22 anni in quella città , e ho seguito tutti i presidenti, da Regan in poi. Durante il primo mandato di George W. Bush ero capo della redazione di Washington del Times, e quindi trattavo direttamente con la Casa Bianca per qualunque articolo loro ritenessero troppo delicato per la pubblicazione». Il risultato del confronto non è lusinghiero, per Obama: «La sua è la Casa Bianca più segreta, di tutte quelle che ho seguito».
Bush figlio era noto per l'avversione alle soffiate, dopo gli attentati dell'11 settembre, e proprio una giornalista del Times, Judith Miller, era stata protagonista di una vicenda che l'aveva portata in prigione, per non rivelare le sue fonti. Nel suo caso, però, la strategia in Iraq dell'amministrazione era stata aiutata dagli articoli. «Avevo spesso a che fare - ha detto la direttrice - con gli uomini di Bush, ma non cercavano di lanciare inchieste criminali sulle soffiate. L'amministrazione Obama ne ha condotte già sette, che è più del doppio di tutte le altre amministrazioni della nostra storia sommate».
Abramson pensa che le decisioni di seguire le vie legali vengano direttamente dal presidente: «Credo che debba esserne al corrente. Non lo so, ma certamente su questo tema è stata messa così tanta attenzione, che se fosse stato contrario alla linea politica del governo, a questo punto ce ne saremmo accorti».
Il problema, secondo il Times, non sta nel fatto che la Casa Bianca cerchi di non rivelare le questioni giudicate riservate, ma che facendolo attraverso le inchieste penali intimidisce i giornalisti, e minaccia la libertà di espressione garantita dalla costituzione.




