PER EVITARE GRANE, IL PD LASCIA SCIVOLARE A DOPO LE EUROPEE IL VOTO SULL’ARRESTO DI FRANCANTONIO GENOVESE - GRILLOMAO: “HA GIÀ AVUTO DUE MESI PER INQUINARE LE PROVE, NON LASCIATELO SCAPPARE”
Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"
Rischia di slittare a dopo le elezioni il voto sull'arresto del deputato pd Francantonio Genovese. E Beppe Grillo lancia un appello alle forze di polizia: «Ha già avuto due mesi per inquinare le prove. Secondo le accuse ha sottratto fondi pubblici per almeno 6 milioni di euro. Non lasciatelo scappare». à finita così ieri, alla Camera.
Al netto di un duro scambio di accuse: la democrat Debora Serracchiani che parlava di «profumo d'imbroglio» nel voto del M5S; Grillo che replicava «vaneggiamenti»; Massimo Corsaro di Fratelli d'Italia che accusava Sel di fare «il lavoro sporco per conto del Pd» e i vendoliani che replicavano: «Ok all'arresto ma ora la battaglia è sul lavoro».
Doveva essere il giorno della verità per Genovese, campione di preferenze del Pd messinese. L'aula avrebbe dovuto esprimersi sull'arresto richiesto dalla procura di Messina che lo accusa di essere stato il capo di un sodalizio criminale dedito, con truffe, riciclaggio e peculato, a sottrarre milioni di euro di finanziamenti europei alla formazione professionale, per arricchirsi e fare propaganda elettorale.
La Giunta, a maggioranza, aveva già detto sì. E la riunione dei capigruppo aveva calendarizzato per ieri il voto. Ma i Cinquestelle, da subito, avevano denunciato manovre di «melina». E ieri, con Beppe Grillo, avevano sfidato il premier Renzi a non fare opera di «soccorso rosso» «anche se la carcerazione di Genovese costerà 20.000 voti (di scambio?)».
Al termine di una giornata rovente è finita proprio con un rinvio. A stamattina, per ora. Ma la prospettiva è di uno slittamento lungo. Tra le proteste dei grillini che accusano: «Il Pd vuole spostare la votazione su Genovese a dopo le elezioni per incassare i suoi voti!».
Ufficialmente il «sì», o il «no», alle manette in aula è stato posticipato per attendere la fine della discussione del decreto lavoro, prevista per stamane. Ma già dalla mattinata, ieri, si ventilava l'ipotesi di uno slittamento tattico del voto (che deve stabilire se nei confronti di Genovese c'è una persecuzione giudiziaria).
Il come era ancora incerto. Magari inserendo prima della discussione su Genovese il «decreto casa» appena approvato al Senato: un provvedimento che contiene misure per l'emergenza abitativa e, a sorpresa, due nuove norme sull'Expo: deroghe sugli appalti. Ma si poneva il problema dei tempi necessari al passaggio obbligatorio in commissione. Per l'attesa già si riparlava del provvedimento sugli Opg (ex manicomi giudiziari).
Nel frattempo la discussione sul dl lavoro si dilatava. Anche a causa dell'ostruzionismo di Sel. Dura, ma vana, la contromossa di M5S. Bocciata per 122 voti la richiesta di votare subito, in una nota denunciavano «manovre di Palazzo»: «Il Pd è nudo: sta provando a rinviare».
Dal partito di Renzi intanto arrivavano le controaccuse. La Serracchiani denunciava «puzza di imbroglio». E David Ermini rincarava: tentano «la mossa del cavallo. Andare in Aula, chiedere il voto segreto e poi liberare i franchi tiratori». Controreplica M5S: «Confondono le sigle. La frase corretta è "non so se fidarmi del Pd"». Oggi si continua.
francantonio genovese francantonio genovese Beppe Grillo al termine dellincontro con Matteo Renzi b f b fc f ac b e c ac MATTEO RENZI E DEBORAH SERRACCHIANI jpegrenzi, vendola, bersani