RIFORME A SCOPPIO RITARDATO - PER PADOAN I BENEFICI DELLE RIFORME DEL GOVERNO SI VEDRANNO NEL 2016, QUANDO L’ITALIA SARÀ GIÀ STECCHITA: “CI SIAMO SBAGLIATI. TUTTI PREVEDEVANO UNA CRESCITA MAGGIORE E NESSUNO CI HA VISTO GIUSTO”

Francesca Schianchi per “la Stampa

 

RENZI PADOANRENZI PADOAN

Il governo si aspetta una crescita nel 2014 «molto inferiore» al previsto. Ma non perché le riforme non siano state fatte, spiega il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il fatto è che «ci vuole tempo, pochi trimestri non sono sufficienti»: ne è tanto certo che, al giornalista che lo sta intervistando sulla radio inglese Bbc4, propone di risentirsi «tra 18 mesi e vediamo cosa è successo»: perché «sono più che sicuro che le riforme che stiamo mettendo in campo porteranno benefici nel medio termine, ovvero nei prossimi due anni».

 

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

Riforme che il governo vuole portare avanti, a partire già dalla ripresa del 29 agosto, il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva in cui si discuterà di infrastrutture, con il decreto Sblocca-Italia, ma probabilmente anche di giustizia e di scuola.

Riforme da portare in dote al Consiglio europeo del 30 agosto, necessarie anche per ottenere fiducia dall’Europa e magari disponibilità a quella flessibilità tanto spesso invocata dal premier Renzi, anche se ieri Simon O’Connor, portavoce del commissario Ue per gli affari economici, Olli Rehn, ha liquidato con un «non commentiamo questa congettura» notizie di stampa che volevano in corso un negoziato segreto tra Roma e l’Ue proprio per avere più flessibilità e uno «sconto» su alcuni parametri del fiscal compact.

 

«Lo stato delle finanze pubbliche sarà analizzato in autunno», taglia corto O’Connor. «E’ troppo presto per aggiornare le stime del deficit 2014 – aggiunge – questo sarà fatto nelle previsioni di novembre e saranno la base per la nostra valutazione della legge di stabilità del prossimo anno».

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN


Riforme fondamentali per dare una sferzata al Paese, tra cui non ci sarà, dichiara il ministro del Lavoro Poletti, l’abolizione dell’articolo 18 richiesta dal ministro Alfano, mentre non sono esclusi interventi sulle pensioni alte. Ipotesi che, come prevedibile, non incontra favore a destra, né in Forza Italia, che pur essendo all’opposizione potrebbe sostenere eventuali riforme economiche efficaci ma non un intervento come questo: «Su questo piano non solo Forza Italia non potrà seguire Renzi ma lo inseguirà per le strade insieme al popolo dei tartassati», promette Gasparri, mentre la Gelmini dice che un contributo sulle pensioni «si scrive contributo ma si legge tassa. Sono le solite ricette della sinistra» né negli alleati di Ncd: «Preoccupa il riferimento alle pensioni medie», dice Maurizio Sacconi.

Draghi RenziDraghi Renzi


Cantieri, scuola, giustizia, e poi lavoro e Pubblica amministrazione, tra gli appuntamenti della ripresa. «Il programma delle riforme non cambia», garantisce il ministro Padoan, che però parlando con la radio britannica chiede che «tutti gli attori in campo facciano la loro parte», il che vuol dire «per la Bce essere coerente nel portare l’inflazione nuovamente vicina al 2%, che è una cifra ragionevole» ma «molto lontana dai livelli attuali».

 

Per quanto riguarda il nostro Paese, «è vero che il percorso delle riforme in Italia non è stato brillante, ma il governo attuale è diverso. Noi stiamo lavorando proprio per fare le riforme e renderle effettive», assicura. Certo, se i provvedimenti vanno avanti, quello che purtroppo cambia però «è che per la ripresa in Italia, ma anche in Europa, ci vorrà più tempo del previsto.

 

banca centrale europea banca centrale europea

Sfortunatamente, e non lo dico come una scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzazioni internazionali, governi e via di seguito. Tutti prevedevano una crescita maggiore per quest’anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto». Parole per le quali lo attacca subito il segretario della Lega Matteo Salvini: «Visto che non ne azzeccano mai una ci aspettiamo le sue dimissioni».

 

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