TRUCCO E PARRUCCO PER ‘FARSA ITALIA’ – IL CAV VUOLE SCONGIURARE LA DERIVA LE-PEN E PER RICONQUISTARE I MODERATI CADE NELLA RETE4 DI TAJANI E TOTI – FRONDA CONTRO BRUNETTA

Ugo Magri per ‘La Stampa'

Berlusconi, sondaggi alla mano, si è accorto di scivolare troppo a destra, oltretutto verso una destra vociante e plebea. Corre il rischio di «lepenizzarsi», direbbero Oltralpe. Col risultato di regalare a Renzi quanto gli rimane (sempre meno) del popolo moderato. In particolare tra i piccoli e meno piccoli imprenditori, un tempo base sociale del berlusconismo, il cuore batte forte per il neo-segretario Pd. Come riconquistare il loro affetto? Silvio ha in animo un paio di piroette.

Anzitutto, complici le sue vicende giudiziarie, spargerà la voce che un terzo dell'elettorato italiano potrebbe passare di mano, dunque chi ha voglia di ereditarlo si faccia avanti. Darà l'impressione che Forza Italia sia contendibile. Nel suo cassetto ha una lista lunga così di personaggi della società civile da contattare e, possibilmente, coinvolgere nel suo movimento.

Però Berlusconi si rende conto che nessuno di questi signori sarebbe disposto a mettere la faccia in un partito estremista, aggressivo, politicamente marginale. Per cui ha in animo di rimettersi il doppiopetto al posto del maglioncino bleu esibito nei comizi di piazza. Fuor di metafora, il Cav cercherà di rivalutare il profilo educato e civile del suo movimento, liberando i vertici dai «descamisados» che ne hanno preso il controllo, sostituendoli con personaggi senza scheletri nell'armadio (ce ne sono pure nel suo mondo) e capaci di fare a tavola un'ottima figura. Chi meglio corrisponde all'identikit è ai suoi occhi Giovanni Toti, quarantacinquenne direttore di «Tg4» e di «Studio Aperto», comunicatore cordiale e convincente.

Sarà salvo sorprese uno dei tre vice-presidenti di Forza Italia, che Berlusconi ha in animo di nominare a giorni, qualcuno immagina già prima di San Silvestro. Toti si curerà delle strategie politiche, impostando la dialettica con Renzi su un piano di trasparente dialettica, laddove Berlusconi molto insiste con Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue, perché sia lui a svolgere il ruolo di trait-d'union e di garante rispetto all'Europa.

Tajani non ha compiuto 60 anni, fu tra i padri fondatori di Forza Italia nel '94, ricopre la carica di vice-presidente del Ppe, è in egregi rapporti con Frau Merkel e con il primo ministro spagnolo Rajoy: insomma, ha il profilo ideale alla vigilia di una campagna europea che si annuncia molto combattuta. Ma soprattutto,Tajani, al pari di Toti è persona di equilibrio, capace di conservare rapporti costruttivi pure con quanti vengono bollati dai «falchi» come «traditori», vale a dire Alfano & C. Magari in vista di un loro ritorno a casa...

Come terzo vice-presidente, il Cavaliere vedrebbe bene una donna cui affidare le redini dell'intera rappresentanza parlamentare. Brunetta, capogruppo alla Camera, non sarebbe certo felice di prendere ordini da chicchessia, si annunciano scintille; però Brunetta deve difendersi da una fronda interna sempre più agguerrita, si parla di una raccolta di firme tra i deputati per defenestrare il presidente del gruppo.

Qualcuno dietro ci vede Verdini e Fitto, i quali non perdonano all'ex ministro una certa vivacità politica da «one-man-show», onnipresente e giustamente ambizioso al punto che i detrattori (o ammiratori) ne parlano come di un aspirante candidato premier del centrodestra... Dunque chi, per la terza poltrona di vicepresidente? Forse Anna Maria Bernini, oppure Mara Carfagna, certo non Mariastella Gelmini, la quale ha già detto al Capo che lei preferisce lavorare sul territorio come coordinatrice della Lombardia.

E tutte le altre nomine di Bondi, di Verdini, di quanti hanno combattuto la guerra sanguinosa contro Angelino? Non se ne ha notizia. Ieri poteva essere il giorno buono, ma Berlusconi lo ha passato chiuso ad Arcore con gli avvocati. E si è infischiato delle pressioni.

 

 

Giovanni Toti GIOVANNI MALAGO CLAUDIO TOTI ANTONIO TAJANI ANGELINO ALFANO BONDI E BERLUSCONISANDRO BONDI E SILVIO BERLUSCONI jpegBERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS Raffaele Fitto

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