NEL PROCESSO A EROL INCENDAL, IL MEDIORIENTALE ARRESTATO L’ANNO SCORSO A LONDRA, SCOTLAND YARD METTE A VERBALE IL SOSPETTO CHE CI FOSSE UN PIANO PER UCCIDERE TONY BLAIR E LA MOGLIE (MA BIGLIET-TONY CHI L’AMMAZZA?)
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
Un complotto per assassinare Tony e Cherie Blair? Oppure un attacco per seminare il panico nelle strade di Londra, sparando e gettando bombe, come accadde nel 2008 a Mumbay in India? Il processo che si è aperto ieri all’Old Bailey, il tribunale dei delitti più efferati, purtroppo non fornirà al pubblico risposte complete a questi angoscianti interrogativi: perché si svolge in gran parte a porte chiuse, in nome di questioni “top secret” e della sicurezza nazionale.
Berlusconi con Cherie e Tony Blair
Probabilmente Scotland Yard non vuole fare sapere all’opinione pubblica in che modo ha scoperto tutto quello che sa sul conto di Erol Incendal, un 26enne inglese di origine mediorientale, che l’anno scorso fu fermato dalla polizia alla guida di una Mercedes nel centro della capitale britannica: gli agenti scoprirono che aveva nascosto nella custodia degli occhiali un biglietto con vergato a mano l’indirizzo dell’abitazione in cui vive Tony Blair con la moglie Cherie e i figli da quando l’ex leader laburista non è più primo ministro.
Un indirizzo peraltro noto a molti, a Londra, perché tutti i giornali, quando Blair comprò casa per organizzare il suo trasloco da Downing street, riportarono con ampio risalto la notizia del suo acquisto di una palazzina di tre piani davanti a un giardino privato per svariati milioni di sterline.
Non ci sono prove che Incendal volesse effettivamente attaccare Blair e famiglia, ma il fatto che avesse con sé l’indirizzo dell’ex premier «è comunque significativo» ha detto ieri il giudice aprendo il dibattimento, che permetterà ai giornalisti presenti di riporta- re solo parte delle udienze. L’imputato non venne immediatamente arrestato.
Ma le forze dell’ordine nascosero una cimice sulla sua auto e cominciarono a seguirlo, bloccandolo sei mesi dopo, insieme a un complice, ora anche lui agli arresti, a bordo della stessa macchina, su cui avevano due computer con programmi per fabbricare una bomba. Secondo le indiscrezioni dei giornali, gli inquirenti sospettano che i due fossero parte di una cellula intenzionata a compiere un attentato di grandi proporzioni a Londra.
Un timore che non è mai svanito dopo l’attacco del 2005 nel metrò della metropoli che fece 60 morti e 500 feriti e che è stato ora risvegliato dalla guerra contro l’Is, a cui la Gran Bretagna partecipa a fianco degli Stati Uniti con i propri aerei. Ieri sei persone (tre uomini e tre donne) sono state arrestate a Greenwich, sobborgo di Londra, a Portsmouth e nella contea dell’Hampshire come sospetti terroristi, dopo che altre tre erano state arrestate il giorno prima e otto la settimana scorsa. E cresce la psicosi di un attacco da parte di jihadisti britannici rientrati in patria da Iraq e Siria o da loro simpatizzanti.
Un mediorientale aveva un biglietto con l’indirizzo di casa dell’ex premier L’uomo fu arrestato mentre progettava di costruire una bomba. Paura a Londra