CONTE DA RECOVERY – “GIUSEPPI” FA SLITTARE LA PRESENTAZIONE DEL RECOVERY PLAN ALL’ANNO PROSSIMO PER BLINDARE LA POLTRONA DI PALAZZO CHIGI FINO ALL’ARRIVO DEL SEMESTRE BIANCO. MATTARELLA AVEVA CHIESTO DI FARE IN FRETTA CON IL RECOVERY FUND MA NON C’E’ ANCORA UNO STRACCIO DI PIANO CONCRETO. È GELO TRA CONTE E IL PD. “SE PENSA DI FARE IL PASSANTE SI SBAGLIA DI GROSSO”, DICONO DAL NAZARENO. DOPO IL 21 SETTEMBRE, COME SOSTIENE BETTINI, NON BASTERÀ UN SEMPLICE TAGLIANDO A QUESTO GOVERNO.
Marco Antonellis per Italia Oggi
La notizia della partecipazione di Giuseppe Conte alla festa nazionale del Pd a Modena è stata accolta con sarcasmo dai «compagni» di partito grillini, sempre più disorientati dalle scelte del premier: «Vuole candidarsi alla guida del Movimento oppure ha già scelto il Nazareno?» dicono con malizia alcuni maggiorenti pentastellati.
Ma da Palazzo Chigi stemperano subito la tensione: «Quest' anno è andato dappertutto, l' anno scorso addirittura da Giorgia Meloni. E poi in questi ultimi giorni prima del voto referendario e delle regionali è giusto che si faccia vedere un po' in giro, pur senza politicizzare il voto».
Ma le preoccupazioni di Conte più che da quello che pensano i pentastellati e i democratici, vengono direttamente dal Colle più alto della capitale, il Quirinale. Già, perché da quelle parti non hanno per niente preso bene la candidatura non richiesta (l' ennesima, dopo l' outing dello scorso anno a Ceglie) al bis di Sergio Mattarella (e chi conosce bene gli ambienti quirinalizi giura che al bis sono più interessati alcuni consiglieri piuttosto che il «capo») tanto che i soliti bene informati giurano che, in realtà, si sia trattato solamente un modo per blandire l' attuale inquilino del Quirinale in vista dei difficili passaggi che ci saranno nelle prossime settimane soprattutto se la maggioranza dovesse perdere malamente le regionali.
Anche perché c' è chi aggiunge maliziosamente che se c' è qualcuno che sogna il Quirinale «quello è proprio Conte, non certo Mattarella». A maggior ragione se il nuovo presidente dovesse essere scelto con l' attuale parlamento.
Ma ci sono anche altre cose che in questi giorni destano la preoccupazione degli ambienti presidenziali: la presentazione del Recovery plan slittata a gennaio/aprile del 2021 (ufficialmente per mancanza di intesa tra i partiti ma in realtà per tentare di blindare la poltrona di Palazzo Chigi fino all' arrivo del semestre bianco; con la presentazione dei piani ad ottobre la tentazione del successivo rompete le righe si sarebbe potuta fare troppo forte) dopo che il governo si era impegnato a presentarli entro il 15 del prossimo mese e l' apertura del nuovo anno scolastico: «Settembre sarà il mese decisivo. Si capiranno moltissime cose su questa legislatura» sospirano dal Colle.
Senza contare che Francia e Germania i loro piani nazionali di rilancio li hanno già presentati mentre in Italia non c' è ancora uno straccio di piano concreto.
L' impressione è che a Palazzo Chigi non abbiano ben chiaro il progetto per far ripartire il paese, peraltro ancora scosso dall' emergenza coronavirus. Anche nel Pd aumentano le critiche a Conte. Non è piaciuto il suo «silenzio» durante la battaglia che Zingaretti ad agosto ha intrapreso sia sulla legge elettorale che sull' alleanza con i 5 Stelle nelle regionali.
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