giuseppe conte dossier servizi

PERCHÉ SI PARLA TANTO DI CYBERSICUREZZA E DI INTELLIGENCE TANTO DA FAR RISCHIARE LA CADUTA DI UN GOVERNO? - "E' DA QUI CHE PASSERANNO LE SFIDE GEOPOLITICHE DEI PROSSIMI DECENNI; CHI AVRÀ IN MANO LA CYBER SICUREZZA AVRÀ IN MANO INFORMAZIONI FONDAMENTALI SULL'INTERA SFERA DELL'ECONOMIA E NON SOLO. POTRÀ INFLUENZARE I MERCATI E LA POLITICA" - METTERE TUTTO IN MANO A PALAZZO CHIGI CREEREBBE UNA CONCENTRAZIONE DI POTERE SENZA PRECEDENTI NELLA STORIA DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Marco Antonellis per Affaritaliani.it

 

la nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilino

Pochi lo sanno ma il 16 dicembre scorso la Commissione europea ha approvato un pacchetto di misure per rafforzare il livello di cyber sicurezza in tutta l'Unione europea. Una di questa elimina e sostituisce la cosiddetta direttiva Nis, la direttiva del 2016 che per la prima ha dotato l'Unione europea di un quadro comune in materia di cybersecurity.

 

la nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante

In poche parole la nuova direttiva Nis amplia il campo di applicazione della precedente, aggiungendo nuovi settori, in base alla loro criticità per l'economia e la società, e introducendo un chiaro limite di dimensione, per cui tutte le medie e grandi aziende nei settori selezionati saranno incluse nel suo ambito.

 

Gennaro Vecchione

Facile dunque capire la portata della cosa ed il perché in Italia si parli tanto di cybersicurezza e di intelligence tanto da far rischiare la caduta di un governo proprio su questo punto. Ma cosa c'è "sotto", scavando fino in fondo nelle vicende del belpaese? "E' da qui che passeranno le sfide geopolitiche dei prossimi decenni; chi avrà in mano la cyber sicurezza avrà in mano informazioni fondamentali sull'intera sfera dell'economia e non solo. Potrà influenzare i mercati e la politica" spiegano ambienti targati deep state.

 

Conte e Gennaro Vecchione

"Basti pensare alla 'partita delle partite' quella del 5G e ai riflessi che con la gestione dei Big Data potrà avere nel grande scontro di civiltà in atto, quello tra Cina e Stati Uniti. Non solo: "Da qui passeranno le grandi sfide dei prossimi decenni, quelle per la conquista delle materie prime e delle infrastrutture strategiche, media e comunicazione comprese".

 

Insomma, solo partendo da qui si può capire l'importanza della posta in gioco e perché Matteo "Biden" Renzi stia cercando di rompere le uova nel paniere a "Giuseppi" Conte: il punto, spiegano fonti molto bene informate è che mettere in mano a Palazzo Chigi anche il controllo della nascitura fondazione sulla cybersicurezza, oltre alla guida dei servizi attraverso l'autorità delegata creerebbe una concentrazione di potere senza precedenti nella storia della Repubblica italiana.

renzi biden

 

Originerebbe "di fatto" la nascita di un "super struttura" in grado di interloquire con i gangli vitali dello stato ma anche con le principali aziende del paese, creando un immenso network di relazioni e di conoscenze in grado di influire sui più importanti aspetti della vita pubblica e privata.

 

Tutte relazioni che un domani, qualora ce ne fosse bisogno, potrebbero anche tornare utili per la nascita, ad esempio, di un nuovo partito politico (ormai per molti i 5Stelle rappresentano il passato) oppure per preparare al meglio la corsa per il Quirinale. Ecco perché Matteo Renzi (ma anche buona parte del Pd) hanno subito "drizzato" le antenne.

 

renzi biden

Tanto più se questa "super struttura" dovesse fare asse con l'altra idea forte di palazzo Chigi: quella di uno strettissimo controllo dei fondi europei in capo alla Presidenza Del Consiglio (con la task force o senza). Un modo, anche questo, per creare un'immensa concentrazione di potere e di network relazionali di primissimo livello.

 

CARLO MASSAGLI GIUSEPPE CONTE

C’è poi un ulteriore aspetto, più tecnico ma non per questo meno politico, che preoccupa in parte il Colle e che riguarda gli umori interni alle due agenzie (Aise e Aisi) e le relazioni che intercorrono con il Dis. Che le cose non vadano del tutto bene lo dimostra il continuo rinvio sulle nomine dei vicedirettori.

 

Per l’agenzia esterna la quadra sembrerebbe essere stata trovata, ormai tutte le voci convergono sul generale Della Volpe (considerata una nomina unitaria in maggioranza, sostenuta da tutte le forze politiche e apprezzata anche dai partner internazionali) e sull’ammiraglio Carlo Massagli, attuale consigliere militare del premier Conte. Mentre all’Aisi la partita continua ad essere tra i generali Aimola e De Donno.

 

 

Sarebbe stato quest’ultimo nodo a far slittare il pronunciamento del cdm inizialmente previsto per il 23 dicembre in occasione della nomina del Comandante Generale dei Carabinieri Teo Luzi. Attese e rinvii che da mesi avrebbero innescato malumori e incomprensioni percepite e rilevate anche tra le principali forze di governo.

 

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…