PIÙ DELLA METÀ DI QUELLO CHE GUADAGNATE SE LO METTE IN TASCA LO STATO

Luigi Grassia per "La Stampa"

L'Italia sprofonda sotto il peso delle tasse. Sarà anche vero che questo purgatorio ci tocca per forza, come ci dicono e ci ripetono in tanti, perché dobbiamo scontare gli errori del passato (errori, peraltro, fatti da chi?) ma con una pressione fiscale del 52% è difficile immaginare come il Paese possa mai riprendersi.

La rilevazione dell'Istat sul conto economico trimestrale della pubblica amministrazione ci informa che fra ottobre e dicembre 2012 il prelievo del fisco (in tutte le sue forme) è salito appunto al 52% del prodotto interno lordo, mentre nel trimestre corrispondente del 2011 la quota era stata del 50,5% (già da allarme rosso ma non sembra esserci limite al peggio). E questa è solo la famosa media del pollo. Ovvio che ci sono persone che fra tasse e contributi versano molto più della metà del loro reddito teorico mentre gli evasori fiscali se la cavano con pochi punti percentuali (o anche con zero tasse).

A fronte della tosatura fiscale i risultati sui conti pubblici si vedono, per quanto siano risultati che non creano occupazione e non danno da mangiare. Il rapporto fra il deficit dello Stato e Pil è sceso al 2,9% cioè al di sotto della soglia del 3% prevista dai trattati europei. Il miglioramento è stato di 0,8 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2011.

Da segnalare che secondo il governo il rapporto deficit/Pil dovrebbe scendere al 2,4% nel 2013. Con il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione il valore risalirebbe al 2,9%, comunque sotto controllo e in discesa, e questo consentirebbe all'Italia di uscire dalla procedura per deficit eccessivo avviata dall'Ue per il 3,7% del rapporto deficit/ Pil nel 2011.

Non solo: fra ottobre e dicembre il saldo primario (cioè il disavanzo al netto degli interessi passivi che il Tesoro deve pagare sui Bot, i Btp eccetera) è risultato positivo per 17,9 miliardi. L'incidenza di questo avanzo sul prodotto interno lordo è stata del 4,4%, superiore di 1,6 punti percentuali rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2011.

Guardando alle entrate pubbliche totali (tributarie ed extratributarie) sono cresciute più delle spese (+2,5% nell'intero 2012 e +2,4% nel solo ultimo trimestre) e la loro incidenza sul Pil nel periodo ottobre-dicembre è stata del 56,3% in significativo aumento dal 54,5% del corrispondente trimestre del 2011. In particolare nel quarto trimestre 2012 le entrate correnti hanno registrato un aumento tendenziale del 4,3%, per effetto di un incremento del 7,6% delle imposte dirette, del 4,3% delle imposte indirette e del 6,7% delle altre entrate correnti.

Sono, invece, risultati in diminuzione i contributi sociali (-0,1%). Nel quarto trimestre le entrate in conto capitale sono risultate in diminuzione in assenza di versamenti una tantum. L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato dell'1,4%, risultando inferiore di 1,2 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2011.

 

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